RomaFF14 – Pupazzi alla riscossa – UglyDolls: recensione del film

Recensione de Pupazzi alla riscossa - UglyDolls (2019), scritto da Robert Rodriguez e diretto da Kelly Asbury, un fiacco film d'animazione che non riesce a valorizzare un forte e affascinante sottotesto educativo.

Ideato nel 2001, il marchio UglyDolls si è rapidamente guadagnato – negli anni –  un grosso seguito di fan appassionati, diventando un vero e proprio fenomeno di culto di portata mondiale; tanto che nel 2006 questa linea di pupazzi è stata eletta dalla Toy Industry Association: “Giocattolo dell’anno“. Diciotto anni dopo dalla loro creazione, sbarcano sul grande schermo sotto l’appellativo di Pupazzi alla riscossa – UglyDolls (2019) – portando così in scena le creature di pezze ideate da David Horvath e Sun-Min Kim.

Pupazzi alla Riscossa – Ugly Dolls: ecco il nuovo trailer ufficiale italiano

Prodotto da Alibaba Pictures e Universal Pictures e distribuito da Lucky Red, la pellicola animata, diretta da Kelly Asbury e scritta da Robert Rodriguez (El Mariachi, Sin City, Spy Kids), vede nel cast della versione originale – tra gli altri – Kelly Clarkson, Nick Jonas, Janelle Monàe, Blake Shelton, Pitbull, Emma Roberts, Wanda Sykes, e Gabriel Iglesias.
Il doppiaggio italiano invece, vedrà la partecipazione di Diletta Leotta, Achille Lauro, Elio (di Elio e le storie tese), Federica Carta e Shade.

La pellicola, presentata alla Festa del Cinema di Roma 2019, verrà distribuita nelle sale cinematografiche il 14 novembre 2019.

I Pupazzi alla riscossa delle UglyDolls sono molto amati perché caratterizzati dalla loro tipica “bruttezza” distintiva, un qualcosa che in un mondo coloratissimo e meraviglioso di perfezione estetica come il loro, sfoggiano con grande orgoglio – un mondo dove a fronte di mille pregiudizi, i Pupazzi alla riscossa celebrano la propria diversità.

Pupazzi alla riscossa racconta infatti di Moxy (Federica Carta), Lucky Bat (Achille Lauro), Ugly Dog (Shade), il sindaco Ox! (Elio) e tanti altri amici pupazzi pronti a vivere una grande avventura. In un mondo fantasioso e ricco di colori uno strampalato gruppo di pupazzi, morbidi, soffici e felpati, dovrà affrontare con coraggio e determinazione la prova più importante della loro vita: trovare un bambino a cui dare il proprio amore. Per farlo dovranno sfidare il leader incontrastato dell’Accademia della Perfezione, il pupazzo Lou. Riusciranno i nostri eroici pupazzi nella loro impresa?

Pupazzi alla riscossa – UglyDolls – Una narrazione debole non all’altezza di un forte sottotesto educativo

pupazzi alla riscossa cinematographe.it

La pellicola scritta da Robert Rodriguez e diretta da Kelly Asbury parte da ottime premesse educative, a partire proprio dalla catena di montaggio in apertura che individuano da subito un forte sottotesto di denuncia verso l’omologazione sociale. I Pupazzi alla riscossa delle UglyDolls infatti, sono pupazzi scartati perché malriusciti, costretti a vivere in una comunità nota come Bruttopoli.

Moxy e gli altri tuttavia, hanno un sogno del cassetto, poter diventare parte della vita di un bambino, come fosse un autentico bisogno ontologico per i pupazzi – rievocando così in parte l’appartenenza del giocattolo al bambino, che ha fatto la fortuna della saga di Toy Story – di cui tra l’altro viene citata espressamente la scena della fornace del terzo capitolo del 2010.

Pupazzi alla Riscossa: il poster ufficiale italiano del film d’animazione

Della saga Disney/Pixar però, manca la cura verso l’animazione (non all’altezza degli standard a cui siamo abituati o già di un Il piccolo yeti) e principalmente dell’impianto narrativo. L’incedere degli eventi de Pupazzi alla riscossa infatti, mostra un viaggio dell’eroe – limitato da svolte narrative ben poco riuscite – con cui le UglyDolls cercano un riscatto sociale venendo così poter essere ritenute “normali” dal resto della comunità dell’istituto di perfezionamento dei giocattoli e idonee al proprio ruolo nel mondo.

Nel farlo però, la narrazione si sviluppa attraverso un ritmo galoppante, veloce – frutto principalmente del montaggio che non per ragioni registiche – tendente però a far perdere forza narrativa alla componente empatica – che in pellicole come queste che puntano molto sul fattore emozionale come Inside Out c’insegna, è la chiave del successo per prodotti animati di questo calibro.
Il montaggio inoltre – autentico punto di debolezza della pellicola – limita il processo di approfondimento psicologico dei personaggi, specie sul fronte dei “belli”; non riuscendo a creare così le opportune basi drammaturgiche in vita del terzo atto.

Pupazzi alla Riscossa – Ugly Dolls: ecco il trailer italiano ufficiale

Una pellicola dimenticabile dai più grandi, ma da far conoscere ai più giovani

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Se per i più grandicelli magari una pellicola come Pupazzi alla riscossa, tra numeri musicali fin troppo dilatati, narrazione vacua e animazione non strabiliante, risulta davvero di ben poco appeal, specie per via di un background culturale e di pellicole d’animazione più formative come quella della Disney/Pixar e dello Studio Ghibli; lo stesso non può dirsi per i più giovani a cui la pellicola è chiaramente indirizzata.

Pupazzi alla riscossa è infatti una denuncia dolce e incisiva delle omologazioni sociali e della mancanza di empatia verso le diversità, specie per i difetti fisici che possono generare bodyshaming. Una pellicola quindi dal forte peso educativo, che grazie ai suoi toni gentili, alla tenerezza di Moxy e al comparto musicale (croce e delizia della narrazione), può risultare particolarmente godibile per un pubblico di giovanissimi.

Regia - 1.5
Sceneggiatura - 2
Recitazione - 1
Fotografia - 1.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 2.5

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