Qua la zampa! – recensione del film di Lasse Hallström
“Volgi gli occhi allo sguardo del tuo cane: puoi affermare che non ha un’anima?” si chiedeva Victor Hugo più di 150 anni fa. E quelli tra voi che sanno cosa vuol dire tornare a casa ed essere travolti dalla gioia irrefrenabile di una coda scodinzolante cosa risponderebbero? Qua la zampa!, l’ultimo lavoro del regista svedese Lasse Hallström (Hachiko, Il pescatore di sogni), sembra voler partire esattamente da questa premessa per narrare una storia sincera e disincantata, magari utopica, ma che non è mai sembrata tanto plausibile.
Ci troviamo all’inizio degli anni ’60 in una ridente cittadina degli Stati Uniti, macchine d’epoca di colori desaturati e pick-up bombati sono parcheggiati di fianco ai marciapiedi. Proprio in uno di questi, il piccolo Ethan (Bryce Gheisar – Scherzi in giro) e sua madre (Juliet Rylance – The Knick) trovano un debole e sofferente cucciolo di Red Retriever. Dopo averlo portato in salvo dalla fornace in cui si era trasformato l’abitacolo, decidono di tenerlo, stregati dal suo affetto.
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Ethan e Bailey (questo il nome del suo nuovo amico a quattro zampe) diventano una cosa sola, condividono gioie, dispiaceri ed anche il letto. Passano gli anni ed Ethan diventa il liceale (Kj Apa – Shortland street) quaterback titolare della squadra di football della sua High School, si innamora dell’ammaliante sorriso di Hannah (Britt Robertson – Tomorrowland) ma il suo rapporto di amore fraterno con Bailey non accenna a vacillare.
Qua la zampa!: se non amate i cani inizierete a farlo!
Ma, com’è normale che sia, anche in Qua la zampa! il tempo passa inesorabile: Bailey diventa sempre più affaticato e depresso, e quando arriva il momento di salutarlo per l’ultima volta ci troviamo ancora nella prima metà del film; inutile pensare che ciò impedirà al fazzoletto che stringerete tra le mani di impregnarsi di lacrime prima di quanto vi sareste aspettati.
A decretare il repentino cambio di registro ed il progredire della vicenda narrata è la voce fuori campo.
Non un semplice narratore, come si potrebbe pensare, bensì un flusso di coscienza che ci accompagna durante tutta la pellicola e che corrisponde ai pensieri di Bailey. È da questo elemento che Qua la zampa! trae il suo maggiore punto di forza.
Grazie a questo espediente narrativo ci troviamo catapultati in una nuova vita canina nella quale l’anima di Bailey si è reincarnata, quella di una femmina di Pastore Tedesco nel bel mezzo degli anni ’70; nonché cane poliziotto fedelissimo all’agente interpretato da John Ortiz (Il lato positivo).
Se il doppiaggio originale premia il talento di Josh Gad (Gli stagisti, Jobs) che ha conquistato il pubblico del nuovo mondo donando la propria voce all’impacciato Olaf di Frozen; la distribuzione italiana ha optato per l’estensione vocale poco più che debuttante, sul grande schermo, di Gerry Scotti (Drin Drin in Toy story 3) che si guadagna una sufficienza piena.
Ci sarà bisogno di altre due reincarnazioni per saltare temporalmente fino ai giorni nostri e nell’ultima Bailey si troverà ad interagire con un padrone del tutto inaspettato, interpretato da un attempato Dennis Quaid (Frequency, In good company).
Qua la zampa!, in uscita nelle nostre sale il 19 Gennaio, distribuito da Eagle Pictures, porta portando a compimento una storia iniziata alcuni anni fa. Risale al 2010, infatti, la pubblicazione del romanzo Dalla parte di Bailey di W. Bruce Cameron.
Per tutta la durata del film, la domanda che più ricorre nella mente di Bailey è: “Qual è lo scopo della mia vita? Divertirmi? Proteggere il mio padroncino?”; senza rendersi conto che, spesso e volentieri, siamo noi umani a chiederci che senso avrebbe la nostra vita senza Persone come lui.