Qualcosa è cambiato: recensione del film con Jack Nicholson
Qualcosa è cambiato è una commedia sentimentale diretta da James L. Brooks, già dietro la macchina da presa per un altro caposaldo del genere come Voglia di tenerezza. Gli strepitosi protagonisti della pellicola sono Jack Nicholson ed Helen Hunt, meritevoli dell’Oscar per il miglior attore e per la migliore attrice proprio nell’anno delle undici statuette assegnate a Titanic. Presenti in ruoli secondari ma comunque importanti per l’economia del film anche due attori talentuosi coma Greg Kinnear (Little Miss Sunshine, Fast Food Nation) e Cuba Gooding Jr. (Jerry Maguire, Men of Honor).
Qualcosa è cambiato: una brillante commedia romantica sugli opposti impreziosita da uno strepitoso Jack Nicholson
Alcuni di noi hanno grandi storie, bellissime storie ambientate su dei laghetti, piene di barche, di amici e di… ciambelle alla marinara. Certo, nessuno in questa macchina, ma per tanta gente questa è la vita: divertimento e ciambelle alla marinara. La cosa che rende tutto difficile non è che per te sia andata male. Ti fa più incazzare che per tanti altri sia andata bene.
Melvin Udall (Jack Nicholson) è un celebre scrittore di romanzi rosa, diametralmente opposto ai personaggi puri e immacolati che descrive nei suoi libri; è infatti affetto da un disturbo ossessivo-compulsivo che lo porta ad avere paure e piccole manie e a essere misantropo e intollerante verso ebrei, persone di colore e gay. Proprio il vicino di casa omosessuale Simon (Greg Kinnear) vive con Melvin un rapporto difficile e conflittuale, ma sprona lo scrittore a fare riaffiorare i suoi sentimenti affidandogli per un breve tempo il suo cagnolino. Contemporaneamente, Melvin approfondisce la sua conoscenza con Carol (Helen Hunt), madre single e cameriera presso il ristorante in cui si reca ogni giorno. Fra i due nasce un’attrazione che li porta a mettere in discussione e a cercare di superare le proprie reticenze e i rispettivi difetti.
Anche a distanza di quasi 20 anni dall’uscita, Qualcosa è cambiato rimane una commedia fresca, originale e a tratti profonda, che riesce a coinvolgere lo spettatore per tutti i 139 minuti della sua durata e anche a fare riflettere su temi difficili e non banali come l’omosessualità, l’intolleranza, la malattia e il superamento dei propri limiti. La forza della pellicola non risiede tanto nello svolgimento del racconto, in realtà abbastanza prevedibile, quanto nella scrittura di dialoghi brillanti e genuini e di personaggi tridimensionali, veri, imperfetti, e perciò adorabili e difficilmente dimenticabili. Mattatore di Qualcosa è cambiato è il solito immenso Jack Nicholson, che con la sua abilità recitativa e il suo carisma delinea il proprio personaggio con gli sguardi, con il tono della voce e con piccoli gesti che raccontano più di decine di pagine di sceneggiatura, come le spassose preoccupazioni per i germi o le irresistibili manie durante la camminata. Il Melvin di Nicholson è un vero e proprio antieroe: volgare, offensivo, sgarbato, razzista, ma comunque impossibile da detestare. A fargli da perfetto contraltare è un’ottima Helen Hunt, che dipinge il ritratto di una donna fortificata dalle avversità della vita, capace di essere dolce e romantica ma al tempo stesso dura e decisa nel contrastare le angherie e la rudezza di Melvin. James L. Brooks (anche sceneggiatore del film) porta avanti una storia d’amore basata sul classico canovaccio delle diversità di caratteri e stile di vita, ma è abile ad apportare qualche elemento di novità all’interno del genere della commedia sentimentale, come i tratti razzisti, omofobi e politicamente scorretti del personaggio di Jack Nicholson o lo splendido personaggio di Greg Kinnear, determinante nel fare da cuscinetto e nel smussare gli angoli dei caratteri di Melvin e Carol. Menzione particolare la merita una sceneggiatura a orologeria, che riesce a non banalizzare la storia e a non essere mai ridondante, nonostante la durata decisamente insolita per una commedia. Come difficilmente accade in film di questo genere, lo spettatore ha la sensazione di essere di fronte a personaggi approfonditi e realistici, che si trattano in malo modo e hanno veri problemi nella vita di tutti i giorni, come malattie, ristrettezze economiche, solitudine ed emarginazione. Questo eleva la cifra umana ed emotiva del film, permettendo a chiunque di riconoscersi e immedesimarsi in una storia senza fronzoli o stereotipi, che solo nella parte finale presta il fianco a un forse inevitabile buonismo di fondo, che se da una parte completa perfettamente il percorso di crescita e cambiamento dei personaggi, dall’altra priva parzialmente di mordente una pellicola che altrimenti avrebbe tranquillamente potuto essere annoverata fra i grandi classici del genere. Ad accompagnare le azioni dei personaggi è la discreta colonna sonora di Hans Zimmer, ancora lontano dalle roboanti musiche che ne faranno un pilastro dei film di Christopher Nolan.
Grazie a un ottimo lavoro in fase di sceneggiatura e alle eccellenti prove di tutto il cast, Qualcosa è cambiato diverte, affascina e fa sognare, ricordandoci che a volte nella vita il coraggio di cambiare e di superare i propri limiti e le proprie paure può portare a sorprese e a gioie inaspettate.
Mi fai venire voglia di essere un uomo migliore.