Quando gli angeli dormono: recensione del film di Gonzalo Bendala
La nostra recensione di Quando gli angeli dormono, thriller psicologico scritto e diretto da Gonzalo Bendala disponibile su Netflix.
Quando gli angeli dormono (Cuando los ángeles duermen il titolo originale) è un film del 2018, scritto e diretto dallo spagnolo Gonzalo Bendala. I protagonisti del film sono Julián Villagrán, Ester Expósito, Asia Ortega e Marian Álvarez. Dopo l’uscita nelle sale spagnole a settembre, Quando gli angeli dormono è stato distribuito su Netflix il 28 dicembre.
Germán (Julián Villagrán) è un uomo d’affari completamente assorbito dal proprio lavoro, con l’ovvia conseguenza di trascurare la moglie Sandra (Marian Álvarez) e la piccola figlia Estela. Persino il giorno del compleanno della piccola, Germán si trattiene a lavoro fino a tardi, vedendosi costretto a comprare un regalo all’ultimo momento e a fare una vera e propria corsa contro il tempo per arrivare alla festa. Spossato dalla giornata di lavoro, l’uomo comincia a sbandare vistosamente a causa di continui colpi di sonno, finendo per essere fermato dalla polizia e costretto a passare una notte in motel per riprendersi. Germán infrange però l’ordine, mettendosi in viaggio verso casa. Il suo destino si incrocia tragicamente con quello di Gloria (Asia Ortega), che l’uomo investe accidentalmente sotto gli occhi dell’amica Silvia (Ester Expósito). Ha così inizio una notte di paura, violenza e bugie, che cambierà per sempre la vita delle persone coinvolte.
Quando gli angeli dormono: un cupo e inquietante thriller psicologico
Quando gli angeli dormono ci racconta le ombre di quello che appare come un onesto e infaticabile padre di famiglia, ma che con il passare dei minuti, messo sotto pressione dagli eventi e da molta sfortuna, rivela il proprio lato più viscido e meschino. Germán ci viene presentato come un classico uomo in carriera, che sacrifica continuamente la felicità della sua famiglia sull’altare del lavoro, spingendo la moglie Sandra lontano da lui e sempre più vicino all’accomodante vicino di casa. Quello che si configura come un dramma familiare prende però una piega ben diversa, trasformandosi improvvisamente in un thriller psicologico cupo e brutale. A fare precipitare la situazione è un fatale incidente d’auto causato da Germán, che manda la giovane Gloria in fin di vita e lo costringe a confrontarsi con l’amica Silvia, adolescente ribelle estremamente spaventata e adirata per la situazione.
Gonzalo Bendala è abile nella costruzione di un’atmosfera torbida e malsana e di una palpabile tensione, generate non soltanto dalle buie e isolate strade che percorrono i protagonisti dopo il misfatto, ma anche e soprattutto dall’incontro/scontro fra due personaggi ben costruiti e interpretati, diretti a velocità sempre maggiore verso il punto di non ritorno. Per lo spettatore diventa così facile entrare in sintonia con la sinistra esperienza dei protagonisti: una trasgressiva adolescente e un padre di famiglia decisamente ordinari, spinti però all’estremo della loro sopportazione e della loro morale da un avvenimento decisamente straordinario, ma che purtroppo potrebbe coinvolgere chiunque di noi in qualsiasi momento. Il gioco psicologico di reciproca diffidenza, interessata empatia e cinico inganno che mettono in scena gli efficaci Julián Villagrán ed Ester Expósito (già vista in Elite) mantiene sempre alti il ritmo e l’intensità di Quando gli angeli dormono, anche nei momenti più deboli.
Quando gli angeli dormono: un imperfetto ma godibile film di genere
Ciò che impedisce al film di eccellere è una sceneggiatura piena di forzature e approssimazioni, che alla lunga inficiano irrimediabilmente il realismo del racconto. Le scelte estremamente discutibili dei personaggi, le tante piccole coincidenze che li coinvolgono e i diversi passaggi fumosi della trama allontanano così lo spettatore dal cuore di Quando gli angeli dormono, dilapidando anche il notevole lavoro dal punto di vista dell’introspezione psicologica dei personaggi. A dare lustro al film è un atto conclusivo spietato e amaro, capace di chiudere il racconto in maniera chiara e coerente e di infondere nello spettatore un senso di opprimente disagio.
Quando gli angeli dormono è un incubo a occhi aperti, che ci ricorda quanto siano deboli le nostre sicurezze e come l’uomo sia capace di trasformarsi radicalmente in situazioni di paura o estrema tensione. Una tragica e inquietante parabola della fragilità della società contemporanea, in cui, a pochi passi dal caldo e accogliente nido familiare, l’essere umano perde ogni briciolo di empatia e pietà per salvare la faccia e il proprio status quo. Un film con diverse imperfezioni, ma che lascia un segno nello spettatore e conferma la vitalità del cinema spagnolo, soprattutto per quanto riguarda il genere.