Quando l’amore brucia l’anima – Walk the line: recensione
Iconico, intenso, dettagliato nei suoi aspetti più oscuri.
È così che James Mangold, regista della pellicola, con Quando l’amore brucia l’anima – Walk the line, racconta la vita di Johnny Cash, ricca di sofferenza, errori, depressione e rinascita.
A partire dalla dolorosa infanzia, con la perdita tragica del fratello e con un padre scontento del figlio rimasto, il film da rilevanza al percorso di crescita artistica di Cash (Joaquin Phoenix), del suo dominio e concorrenza amichevole e musicale tra lui ed Elvis nei favolosi anni ’50, quando andava di moda riempirsi di brillantina e bere coca cola dalla bottiglietta con la cannuccia.
Ma diventare un’icona non è mai semplice, soprattutto per Cash che, sposato e con figli, continuerà a scivolare nel baratro dell’autodistruzione, fatto di pillole, droghe e alcool.
Se i suoi successi e della sua band, tra cui Cry Cry Cry e Ring of Fire da una parte lo portano in vetta alle classifiche e nel cuore delle persone, dall’altra Johnny non cerca altro che trovare stabilità nella sua famiglia e mettere “in regola” il suo amore verso June Carter (Reese Whiterspoon), unica donna della band, amica prima, e amante poi.
June, una delle prime donne divorziate di quell’epoca, e criticata da tutti in questo senso, dimostra concretamente, oltre ai suoi conflitti interiori, come l’amore non sia solo fatto di passione, ma anche di amicizia, affetto e comprensione, nonostante tutto .”Tu sei un uomo buono”.
La musica cura le ferite e accompagna i momenti belli e brutti della vita di tutti; un discorso che vale anche per la comunità, considerata a parte, dei detenuti, con cui Cash si propone di suonare nei carceri di massima sicurezza. Cash sa cosa vuol dire commettere errori pesanti e pentirsene e dedica a loro la registrazione di un nuovo album, quello che per lui consacrerà la rinascita artistica, ma anche e soprattutto personale.
Un amore travolgente in tutto e per tutto, quello tra Johnny e June, che li accompagnerà insieme, fino alla morte, a poca distanza l’uno dall’altro, nel 2003.
Le interpretazioni di Joaquin Phoenix e di un’inaspettata Reese Whiterspoon castana (che si aggiudicò l’Oscar alla Migliore Attrice Protagonista, nel 2007) sono magistrali e iconiche.
Phoenix ha dato prova di un’interpretazione intensa e precisa in questo film, non sempre considerato da pubblico (e critica), che forse biopic non è, prendendo in analisi il periodo tra il 1954 e il 1968.
Perché se Quando l’amore brucia l’anima denota tutti gli aspetti di sofferenza di Johnny Cash, tuttavia, vengono solo menzionati e lasciati in disparte i momenti di gioia e di amicizia con Elvis e la collaborazione stretta con Bob Dylan.
E anche se il titolo italiano ce lo si potrebbe far piacere, dato l’amore tra Johnny e June, è forse il caso di considerare quello originale Walk the line, dall’omonima canzone di Cash, con cui esterna il suo percorso di vita, sempre in bilico tra esaltazione e implosione, alla ricerca della pace interiore.