Questi Fantasmi! – recensione del film Rai di Alessandro Gassman
Questi Fantasmi! riesce, prima a sfiorare e poi ad esprimere, quell'interesse maggiormente esistenziale, legato all'attualità, a un'intersecarsi di dramma e commedia che è genere e interiorità.
Rai Fiction e Picomedia continuano il loro viaggio nella poetica e nelle opere di Eduardo De Filippo e Questi Fantasmi! arriva dopo Natale in Casa Cupiello, Sabato, Domenica e Lunedì, Non ti pago, Filumena Marturano e Napoli Milionaria!, portando sul piccolo schermo la commedia di De Filippo nota per essere stata quella maggiormente rappresentata all’estero. Diretto da Alessandro Gassman, con nei panni della coppia Lojacolo, Pasquale e Maria, rispettivamente Massimiliano Gallo e Anna Foglietta, Questi Fantasmi! è una rivisitazione in chiave odierna dell’opera di De Filippo. In onda lunedì 30 dicembre 2024 e disponibile su RaiPlay, Questi Fantasmi! riprende personaggi e successione degli eventi con esattezza e rispetto, senza però lasciare una libera interpretazione del mondo fantastico di contorno e scegliendo una conclusione, almeno da quel punto di vista, certa e innegabile.
Questi Fantasmi! dà ancora una volta modo di chiedersi chi siano i veri fantasmi
Lasciando da parte l’ambiguità che fa da sovrana fin dalla primissima scena e che, nel corso del film diventa un limpido racconto che con spetti e apparizioni forse non ha nessuna correlazione, Questi Fantasmi! è un prodotto pulito, lineare e capace di arrivare a qualsiasi tipo di pubblico. Sia a chi ricorda e conosce l’opera di De Filippo, sia a chi vi si approccia per la prima volta. Riuscendo a incuriosire e coinvolgere sicuramente i nuovi spettatori. Quando ogni incertezza viene sciolta e l’indeterminato diventa ovvio realismo, Questi Fantasmi! riesce anche a cambiare strada, diventando un dramma di coppia, una presa di coscienza che porta a una consapevolezza repentina, ma già in atto dall’incipit, da quanto “i fantasmi in questione” hanno la loro dubbia provenienza.
Il difetto che subito salta all’occhio di Questi Fantasmi! è che sembra fin troppo una rappresentazione teatrale. Una scelta che sarebbe opportuna se non fosse che tutte le situazioni, tecniche ed emotive, volte a rendere il prodotto più cinematografico, non funzionano al loro meglio. Anzi risultano posticce e artificiose, stonando con questo duplice taglio scelto da Alessandro Gassman. Più fedele rispetto alla trasposizione del 1954, diretto dallo stesso Eduardo De Filippo, ma impreziosito di modernità, di quel segno distintivo di contemporaneità che non mancava all’opera originale, ma che viene messo in risalto, accresciuto e marcato. Come la realtà che non si vuole vedere, che a tutti i costi si preferisce nascondere, sotterrare, far finta di non capire. Anche se i fantasmi del film hanno una propria origine e tutto ha una spiegazione.
Troppe certezze delle quali non c’è bisogno
Per quanto il quadro sia poi completo e nulla venga lasciato al caso, appare tutto fin troppo didascalico e considerando che si tratta delle possibilità di spiriti che infestano ma anche aiutano gli inquilini, non del tutto ignari di non essere soli. Per fortuna attori, regia e anche la sceneggiatura ridanno sensibilità, intensità e spessore all’intero racconto. Il grande punto di forza, tratto impeccabile anche grazie all’interpretazione di attori ognuno adeguatamente in parte, è infatti la caratterizzazione dei personaggi, o meglio come si sceglie di dar loro vita. Puntando su ciò che era capace, allora e oggi, di renderli universali. Il Pasquale di Massimiliano Gallo è un anima tormentata, che vede solo nel benessere più materiale, nel “danaro” al quale aspira ardentemente, la vera realizzazione personale, professionale e matrimoniale. E se questo si rifà a un’epoca che appare lontana, c’è tutta l’idea della solitudine, del dubbi e della scelta
Questi Fantasmi! – valutazione e conclusione
Questi Fantasmi! riesce, prima a sfiorare e poi ad esprimere, quell’interesse maggiormente esistenziale, legato all’attualità, a un’intersecarsi di dramma e commedia che è genere e interiorità. Vengono infatti sapientemente e attentamente mostrate le psicologie delle figure protagoniste e di quelle di contorno, tutte capaci di rimanere impresse, tutte costrette o volutamente connesse a chi, almeno all’inizio, rappresenta i fantasmi. È il tono dark e onirico del genere, legato all’ironia dell’equivoco, agli occhi che filtrano il caso con la paura della verità, gli occhi che sono del personaggio principale, a convincere nel suo non essere spiegato, ecco che tutte le risposte che poi vengono date, sarebbero potute rimanere nell’ombra. L’apparizione è improvvisa, densa di ingredienti da ghost story e cupa, e fa da spartiacque tra la prima e la seconda parte del film, nettamente diverse, dove la seconda, con il suo tono più tragico, diventa più sentita, più appassionante, anche se fin troppo detta.
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