Ragazzaccio: recensione del film di Paolo Ruffini che racconta l’amore ai tempi del lockdown

Dal 3 novembre al cinema Ragazzaccio, commedia agrodolce diretta da Paolo Ruffini, che racconta la difficoltà di innamorarsi durante il lockdown, soprattutto se a cadere vittima di Cupido è un adolescente arrabbiato con il mondo

Nelle sale cinematografiche a partire dal 3 novembre 2022, Ragazzaccio, commedia agrodolce scritta, diretta e prodotta da Paolo Ruffini, al timone di una storia di formazione ambientata durante il lockdown, interpretata da Alessandro Bisegna, Jenny De Nucci, Sabrina Impacciatore, Giuseppe Fiorello e Massimo Ghini.           
La pellicola è prodotta da Vera Film, in collaborazione con Minerva Pictures, l’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche Di. Te., e distribuita da Adler Entertainment.  

Ragazzaccio: di cosa parla il film di Paolo Ruffini

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Mattia (Alessandro Bisegna) ha 17 anni, frequenta il penultimo anno di liceo classico e rischia di essere bocciato per la terza volta: risponde male ai professori, ruba il pranzo ai compagni di scuola e passa le sue giornate nel dolce far niente, in compagnia dei suoi migliori amici. Quando anche in Italia scoppia la pandemia da Covid-19, il ragazzo dovrà approcciarsi al nuovo metodo delle video lezioni e avrà modo di osservare i suoi genitori più da vicino. La madre (Sabrina Impacciatore) è fortemente angosciata dall’incertezza relativa al virus e riversa le sue preoccupazioni e la sua ipocondria sul figlio; il padre, invece (Massimo Ghini), è un infermiere costretto a dei turni massacranti in ospedale che preferisce evitare, o minimizzare, i problemi comportamentali di Mattia piuttosto che prendersi la responsabilità di affrontarli.      
In una casa silenziosa e priva di affetto, il protagonista trova una speranza che gli dà la spinta per voler essere una persona migliore. Questa speranza è Lucia (Jenny De Nucci), rappresentante di istituto dai solidi valori e dalla allegria contagiosa che, dal momento esatto in cui è iniziato il lockdown, è diventata la voce delle studentesse e degli studenti, per una didattica inclusiva ed equa.
Finalmente qualcosa si smuove in Mattia: è l’amore, per Lucia, per la vita e, soprattutto, per se stesso. Ma scrollarsi di dosso quella maschera da bullo che indossa da anni e con la quale ormai tutti i suoi conoscenti lo identificano non è affatto un’impresa semplice. Occorre qualcuno che creda in lui, anche quando sbaglia. Quale mentore più indicato se non un travolgente professore di Letteratura (Giuseppe Fiorello) che lo aiuti a coltivare le sue passioni, a mettersi in gioco e a dimostrare a se stesso, e al mondo intero, che no, lui non è più un Ragazzaccio?

Una commedia agrodolce per giovani e adulti

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Ragazzaccio è un film complesso nella sua semplicità. È il primo prodotto italiano a trattare cinematograficamente il tema della pandemia e del lockdown, e lo fa in un’ottica molto responsabilizzante. Negli ultimi tempi tendiamo a voler dimenticare quello che abbiamo vissuto; ecco, il film di Paolo Ruffini ci pone di fronte alle nostre responsabilità, come una vera testimonianza storica. Ci sono delle implicazioni – sociali, psicologiche – relative alla quarantena, all’isolamento, al distanziamento, alla paura di perdere persone care, che bisogna affrontare. 
Attraverso i personaggi dei genitori di Mattia ripercorriamo i primi mesi dell’emergenza sanitaria. Il padre risente la sofferenza di passare ore e ore in ospedale, ad assistere persone che soffrono, per poi tornare a casa, esausto e con il volto segnato dalla mascherina. La madre è una donna estremamente emotiva e perennemente agitata, perciò la paura dell’ignoto, di una malattia di cui nessuno sa nulla, la destabilizza. Non esce di casa, passa le sue giornate davanti al pc, si disinteressa della vita del figlio, almeno fino a quando non combina l’ennesimo pasticcio. C’è una scena del film molto potente, ad alta intensità drammatica. Mattia torna a casa con una multa da più di 500 euro per aver scritto una serie di volgarità sull’autocertificazione, obbligatoria per uscire. La donna, ormai esasperata, butta fuori un dolore e una rabbia repressi, con una reazione – comprensibile – da far gelare il sangue. Un’emozione forte, veicolata dalla magistrale Sabrina Impacciatore, come sempre abilissima nel mettersi alla prova con personaggi dalle mille sfaccettature.           
Il ragazzo compirà anche un gravissimo atto di cyber bullismo, proprio quando sembrava aver trovato il modo di liberare le sue emozioni in modo costruttivo e non distruttivo. Solo un adulto che creda in lui, anche – e soprattutto – quando sbaglia, quando sembra che non ci sia più margine di miglioramento, può fargli invertire la rotta e dagli speranza per il futuro. Il professor Roncucci – proprio come il Keating de L’attimo fuggente o la Watson di Mona Lisa Smile – abbraccia la sua missione non solo di insegnante ma di educatore: “Se sei spettatore il tempo passa, se sei protagonista il tempo arriva”. Giuseppe Fiorello dà vita ad un personaggio estremamente realistico, privo di idealizzazioni, umano, non infallibile ma comprensivo e vicino ai suoi allievi.

L’amore è il virus più contagioso

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Ciò che tiene viva la storia di Ragazzaccio è l’evento più sorprendente che possa capitare ad un adolescente durate il lockdown: innamorarsi. Proprio come i grandi poeti, anche Mattia incontra la sua musa, Lucia, che lo ispira per i suoi moderni sonetti, come uno che recita: “il virus più contagioso è ancora l’amore”.
Al di là della sceneggiatura e della regia – la pellicola è stata girata in soli sette giorni – sono da lodare anche le interpretazioni, non solo dei già citati Fiorello, Impacciatore e Ghini, ma soprattutto dei giovanissimi Jenny De Nucci e Alessandro Bisegna, naturali, teneri e credibili
Per concludere, Paolo Ruffini guida un bellissimo cast, dando vita ad un gioiellino per adulti e giovanissimi, impreziosito da una colonna sonora coinvolgente ma non invadente, firmata da Claudia Campolongo, Gianluca Sambataro, con un brano originale di Francesco Sarcina

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.5