Rebel Ridge: recensione del film Netflix con Aaron Pierre

La recensione dell’action-thriller di Jeremy Saulnier con Aaron Pierre e Don Johnson, disponibile dal 6 settembre 2024 su Netflix.

Nonostante i pronostici non giocassero a suo favore, il nuovo film di Jeremy Saulnier dal titolo Rebel Ridge, disponibile su Netflix dal 6 settembre 2024, è stato in grado con i fatti di ribaltarli, convincendo noi e altri scettici come noi delle qualità del risultato. Il regista statunitense, famoso per i suoi precedenti lavori Blue Ruin e soprattutto Green Room, che nel corso della carriera ha anche firmato diversi episodi della terza stagione di True Detective, aveva recentemente fatto un buco nell’acqua con Hold the Dark, trasposizione da lui curata dell’omonimo romanzo di William Giraldi, distribuito anch’esso dalla piattaforma a stelle e strisce nel 2018. Quello scivolone aveva destato qualche perplessità sulle sue reali capacità dietro la macchina da presa, offuscando momentaneamente quanto di buono invece il cineasta e sceneggiatore della Virginia era stato in grado di produrre in passato. Le critiche negative piovute all’epoca sul suo operato e il livello basso di gradimento registrato da parte degli abbonati alla grande N hanno contribuito ad abbassare le aspettative nei confronti di Rebel Ridge che, al contrario, ha saputo fare ricredere un po’ tutti, noi compresi. Ecco allora che come un pugile andato al tappeto, Saulnier ha saputo rimettersi in piedi portando sugli schermi un action-thriller di buona fattura con il quale sembra essere tornato in forma, combattivo e lucido come ai vecchi tempi.

In Rebel Ridge il regista Jeremy Saulnier mescola suspense, mistery, critica sociale e azione, rifacendosi stilisticamente agli action degli anni Ottanta e Novanta

Rebel Ridge cinematographe.it

Il regista di Alexandria ha scritto e diretto un film che riesce, nonostante le due ore abbondanti di timeline, a tenere a sé lo spettatore di turno. Lo ha fatto mescolando suspense, mistery, critica sociale e azione rifacendosi proprio agli action degli anni Ottanta e Novanta che non solo offrono spettacolo, ma riescono a collegare il caos sullo schermo a una componente emotiva reale e autentica che funge da catalizzatrice e da fattore di coinvolgimento. Ingredienti, questi, che erano presenti nelle due pellicole che hanno fatto la sua fortuna, ma venuti meno in Hold the Dark, dei quali si è rimpossessato per confezionare questa sua ultima fatica. Con e attraverso di questi, insieme agli stilemi e allo spirito dei generi di riferimento, Saulnier ha dato forma e sostanza a un racconto incentrato sull’uomo e sulla sua atavica sete di giustizia, quella di un ex marine di nome Terry Richmond (Aaron Pierre) deve farsi strada in una rete di corruzione in una piccola cittadina chiamata Shelby Springs quando un tentativo di pagare la cauzione per suo cugino si trasforma in una violenta situazione di stallo con il capo della polizia locale, tale Sandy Burnne (Don Johnson). Ne scaturisce un violento braccio di ferro contro di lui e i suoi ufficiali, che sembrano quasi sgherri di una gang criminale. L’unica improbabile alleata che Terry troverà in quella cittadina senza legge sarà l’impiegata del tribunale Summer McBride (AnnaSophia Robb), ma insieme i due si ritroveranno al centro di una cospirazione mortale che risveglierà nel personaggio principale tutte le abilità del suo misterioso passato.

I duelli fisici e verbali tra i personaggi interpretati da Aaron Pierre e Don Johnson, oltre alle scene d’azione realistiche, sono i punti di forza di Rebel Ridge 

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La vicenda su e intorno alla quale ruota il plot di Rebel Ridge parte dunque come una comune persecuzione, ingiustizia o abuso nell’America di oggi che per certe dinamiche (l’ex militare contro la polizia inospitale di una piccola cittadina) riporta la mente il primo capitolo di Rambo. Poi una mutazione genetica alla quale l’autore sottopone la drammaturgia cambia al passaggio di boa dell’ora le carte in tavola tramutando il tutto in uno di quei film come Wind River e Prisoners che tanto piacciono agli appassionati di thriller intensi e film d’azione taglienti. Ricetta alla quale Saulnier va ad aggiungere un contesto e un’atmosfera che ricorda le storie letterarie, cinematografiche e televisive di Jack Reacher in cui la giustizia non è di casa e vi è un estremo bisogno di ripristinarla. Ovviamente la “missione”, le dinamiche e le implicazioni sono molto diverse rispetto a quelle che dentro le quali è chiamato di volta in volta a muoversi il personaggio creato da Lee Child, ma un parallelismo e delle assonanze con la figura nata dalla penna di Saulnier  sentiamo di metterli in evidenza. L’originalità non è dunque il piatto forte del menù di Rebel Ridge, ma il modo in cui l’autore ha saputo assemblare gli ingredienti e cucinarli ha fatto in modo che il risultato venisse gustoso e a tratti succulento come nel caso dei faccia a faccia fisici e verbali tra i personaggi interpretati efficacemente da Pierre e Johnson. Duelli che si esauriscono in una resa dei conti balistica davvero adrenalinica in cui si rivede il tocco di Saulnier, noto per il suo stile visivo sorprendente e l’approccio realistico alle scene d’azione. L’epilogo in tal senso è l’ennesima dimostrazione.

Rebel Ridge: valutazione e conclusione

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Dopo la caduta con Hold the Dark il regista Jeremy Saulnier torna ai fasti dei film precedenti portando sugli schermi un action-thriller tagliente e coinvolgente, che proprio nelle scene d’azione realistiche e nell’intreccio mistery trova le sue armi migliori. In Rebel Ridge il cineasta statunitense ritrova il tocco dei bei tempi e confeziona una storia non particolarmente originale dal punto di vista del racconto, ma in cui pone al centro l’uomo ed esplora il suo bisogno atavico di giustizia e vendetta. I faccia a faccia tra i personaggi interpretati in maniera convincente da Aaron Pierre e Don Johnson che conducono al pirotecnico epilogo tengono la tensione sempre alta, facendo sì che la durata eccessiva della timeline non diventi un ostacolo alla fruizione. Il risultato è un prodotto audiovisivo che rievoca gli action testosteronici degli anni Ottanta e Novanta, adatto a quel tipo di pubblico al quale piacciono le missioni in stile Jack Reacher o i film come Wind River e Prisoners, in cui azione e thriller si mescolano senza soluzione di continuità.       

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3.6

Tags: Netflix