Regine del campo: recensione del film di Mohamed Hamidi
Regine del campo è una commedia che onora le donne, il calcio, la Francia e le risate.
Far ridere senza cadere in demagogia o esagerazione, è un esercizio difficile. In questo, il cinema francese riesce sempre a stupire ed è capace di ogni impertinenza. Con Regine del campo, film diretto da Mohamed Hamidi, l’industria cinematografica francese contribuisce a rivendicare con simpatia, forza e coraggio l’emancipazione delle donne, in una società che sta lentamente cambiando. Regine del campo è un film del 2019 e in uscita in sala dal 20 maggio.
Regine del campo: la trama
Orgoglioso dei suoi 90 anni di storia, il club dilettantistico SPAC di una piccola città del nord della Francia avrà bisogno di un solo punto nelle ultime quattro partite della stagione per mantenersi a qualsiasi livello. Tuttavia, le cose degenerano durante il prossimo incontro. Tutto parte da una rissa che porta alla sospensione fino alla fine della stagione, dell’intera squadra di calcio. Per poter finire il campionato e salvare questo piccolo club francese, che rischia di scomparire, l’allenatore Marco decide di formare una squadra composta esclusivamente da donne. Ciò, sconvolgerà completamente la vita quotidiana delle famiglie apportando un cambimento radicale ai codici ormai consolidati, della piccola comunità.
L’irriverenza è di pochi
Regine del campo (titolo originale Une belle équipe) è un film sul calcio, un’attività fortemente mascolina, che dà il posto d’onore a una schiera di ragazze incredibili, reclutate dall’allenatore (Kad Merad) per farlo affrontare l’annunciata chiusura del club di paese. Il regista, Mohamed Hamidi, che si era già cimentato in un’allegra commedia The Cow, torna sugli schermi, con un soggetto tanto divertente quanto volutamente incisivo.
Contro ogni previsione, un numero sufficiente di donne, per lo più madri, si è offerto volontario per un esperimento. Non sono però pronti a conquistare l’unanimità, né con i loro coniugi, né con i tifosi che devono rendersi subito conto che questi sostituti non hanno ancora raggiunto il livello sportivo richiesto. Il film prende in giro gentilmente gli uomini che, a causa del loro fastidio su un campo di calcio, si ritrovano nella postura delle rispettive mogli mentre queste si allenano. Sono sopraffatti dall’educazione dei figli e dalle responsabilità domestiche. Le donne, nello stesso momento in cui spingono la palla, imparano ad affermare i loro desideri e la loro identità.
E gli uomini in tutto questo? Si potrebbe quasi sostenere che hanno la parte buona in questa storia su un impulso latente alla presunta supremazia maschile.
“Tutti per uno” ma non ancora, “uno per tutti “
Se il calcio femminile sogna di vedere un giorno un riflesso realistico delle sue imprese sportive sugli schermi dei cinema francesi, dovrà armarsi di un po ‘più di pazienza. Perché una grande squadra non punta così in alto. Piuttosto, questa piacevole commedia si accontenta di alimentare alcuni cliché arcaici senza alcuna malizia.
Regine del campo, non è certo il capolavoro dell’anno 2020, ma non è affatto indegno. La sceneggiatura non è esente da luoghi comuni, ma i dialoghi e l’interpretazione energica rendono il film simpatico. Il ritmo vivace della narrazione contribuisce ad accompagnare questa sfilza di personaggi pittoreschi. Non cade nella facile presa in giro dei provinciali, bensì invita gli spettatori il più vicino possibile a persone come esistono ovunque in Francia: persone semplici, attaccate alla loro regione, e che fanno della convivenza un valore fondamentale. Gli attori interpretano i ruoli con convinzione e onestà, risultando così credibili.
In ogni caso, Regine del campo realizzato con la partecipazione di Canal+, con il sostegno della Région Hauts-De-France; richiama a una funzione essenziale del cinema: quella di aprire gli occhi su realtà diverse dalla propria condividendo un momento di piacere. Regine del campo è al cinema dal 20 maggio.