Rendel – Il vigilante: recensione del film di Jesse Haaja
La mediocre risposta al cinecomic a stelle e strisce made in Finlandia. La recensione del film di Jesse Haaja del 2017, disponibile on demand su Sky.
Negli anni la cinematografia finlandese ha regalato non poche sorprese alle platee internazionali, tanto dal punto di vista autoriale quanto di quello più specificatamente di genere. Nella proposta ludica delle produzioni più popolari di mero intrattenimento è impossibile non citare l’ormai cult Iron Sky di Timo Vuorensola, memorabile Sci-Fi ispirato alla leggenda degli UFO nazisti uscito nel 2012. Ma la storia della Settima Arte ci insegna che non tutte le ciambelle, seppur succulente, escono con il buco. La conferma ci arriva dalla visione di Rendel – Il vigilante, basato sull’omonimo personaggio autocreato dal regista Jesse Haaja e da lui stesso portato sul grande schermo nella trasposizione del 2017. Trasposizione che ha avuto il suo battesimo di fuoco nello stesso anno al Fantasy Filmfest.
Rendel: il primo film di supereroi nella storia della cinematografia finlandese è un autentico buco nell’acqua
Per la cronaca si tratta del primo film di supereroi finlandese, prodotto con un budget di 1,45 milioni di euro, che sebbene il protagonista possa essere considerato un supereroe, è un po’ più oscuro dei rappresentanti tradizionali di questo genere. C’è anche chi all’epoca dell’uscita nelle sale, per tentare maldestramente di sovrastimarlo, lo aveva persino definito la “risposta violenta e oscura al cinecomic americano”, per poi doversi ricredere tornando sui propri passi una volta fatti i conti con il giudizio per niente positivo degli addetti ai lavori. Il tutto nonostante il riscontro di pubblico ottenuto in Nord Europa, laddove è divenuto un fenomeno mediatico soprattutto nell’area scandinava. Semmai il massimo al quale può ambire e il reggere il confronto con quei tentativi mediocri made in USA appartenenti al filone che lo hanno preceduto: da Catwoman a Daredevil, passando per The Punisher, Spawn o Ghost Rider. Con questi, il film di Haaja non condivide di certo il budget a disposizione, tantomeno gli illustri background fumettistici, ma la pochezza strutturale di un racconto ingenuo e sempliciotto, oltre che qualche sbavatura di troppo nella confezione, quelli si.
Un plot che si riduce al solito percorso di vendetta dell’ennesimo vigilante mascherato
La pellicola ci catapulta al seguito Ramo, un buon marito e un padre amorevole, che lotta contro la disoccupazione in un paese schiacciato dalla depressione economica. Come ultima risorsa per salvare la sua famiglia accetta un lavoro in un’organizzazione criminale chiamata Vala. L’organizzazione è guidata dallo spietato Erola e dal figlio Rotikka. Nel suo nuovo lavoro Ramo compie però un terribile errore e di conseguenza, il signor Erola ordina che Ramo, sua moglie e sua figlia vengano uccisi. Ramo viene risvegliato dal suo incubo da una donna misteriosa che gli sussurra le parole: “Ogni singolo membro del Vala deve morire”. Ramo non è più l’uomo che era. È ora diventato Rendel Il Vigilante, e l’unica ragione della sua esistenza è la vendetta.
Un minestrone ripassato che chiama in causa in maniera superficiali temi come la disoccupazione e la crisi economica
Pur apprezzando lo sforzo per l’averci provato, il risultato risente della schematica e filologica classicità di un plot che ripercorre, sulla scia di Darkman, Il Corvo e dei già citati The Punisher e Spawn, la strada ormai logora della feroce vendetta da consumare nei confronti dei cattivoni di turno. Non è che ci si possa aspettare qualcosa di più o di diverso dall’immancabile casus belli che anima ¾ dei cinecomics realizzati alle diverse latitudini, ma lo sforzo di dipingere il tutto sullo schermo con qualche pennellata personale, almeno quello si poteva provare a fare. Haaja, al contrario, pesca qua e là tutto quello che gli è utile per costruire la storia e le one-lines principali, buttando nel minestrone ripassato anche i temi della disoccupazione, della crisi economica e persino della libertà di stampa. Nemmeno i cambi di registro dal drammatico allo psudo-comico, sortiscono gli esiti sperati.
Rendel: un prodotto videoludico da consumare senza grosse pretese
Bisogna dunque farsene una ragione, prendendo in consegna ciò che passa il convento, ossia un pastice servito in tavola nella sua ricetta tradizionale. Ricetta che però non soddisfa mai veramente i palati dei buongustai, bensì di coloro che sono abituati ad accontentarsi dei piatti dozzinali. Questo perché Rendel – Il vigilante è un prodotto videoludico da consumare senza grosse pretese, anche quando si tratta di prendere in considerazione il solo aspetto estetico-formale o dinamico. Nemmeno il fatto che sia stato girato interamente in ULTRA 4K è bastato ad alzare più di tanto il coefficiente qualitativo, ridotto a qualche scena d’azione più o meno degna di nota ben fotografata.
Per coloro che volessero constatare con i propri occhi l’operato del cineasta finlandese, ricordiamo che Rendel – Il vigilante è disponibile on demand fino al 31/10/2020 su Sky, oppure in digitale e home video con Eagle Pictures.