Rex – Un cucciolo a palazzo: recensione
Un film che punta sulla dolcezza di una razza che è, impossibile dissentire, tra le più tenere mai viste.
Sono i più amati della Famiglia Reale. Vengono ammirati da tutto il mondo, per il loro decoro e il portamento che li contraddistingue. Sono composti, eleganti e, soprattutto, incredibilmente adorabili. Si tratta, ovviamente, dei corgi, la razza reale più apprezzata dalla sovrana d’Inghilterra e che vediamo scodinzolare liberamente nella pellicola di Ben Stassen. Rex – Un cucciolo a palazzo è il cartone animato belga che si infiltra nei corridoi lussureggianti di Buckingham Palace e indaga la vita dei piccoli amici pelosi della regina, tra oneri e onori delle formalità canine.
Tra tutti i corgi di Elisabetta II c’è, però, un preferito. È proprio il Rex del titolo dell’opera di animazione che, collare d’oro e musetto stampato su qualsiasi gadget britannico, è spinto a dover affrontare le conseguenze del soggiorno in un canile. Fuggito, infatti, dalla dimora inglese dopo un malinteso, il cagnolino si avventurerà per la prima volta per le strade di Londra e finirà, una volta rinchiuso, a comprendere i veri valori che ogni corgi dovrebbe seguire.
Rex – Un cucciolo a palazzo: la solita storia d’amicizia e quell’ironia inadatta
Un film che punta sulla dolcezza di una razza che è, impossibile dissentire, tra le più tenere mai viste. Una morbidosità di cui Rex stesso va fiero e che incontra l’anima giocherellona e irriverente della razza, per un racconto che tenta di presentarsi rocambolesco e divertente. Risultato che raggiunge solo in parte, colpa di una sceneggiatura che non sa bene bilanciare l’aspetto fanciullesco e quello che, probabilmente secondo gli autori, dovrebbe accalappiare anche degli spettatori più adulti. Una disgiunta che si coglie bene già dall’inizio, subito dopo la simpatica e amorevole introduzione di Rex e del suo rapporto inseparabile con la regina.
È dal siparietto con il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump che, purtroppo, si comincia ad avere il sentore di quale sarà la direzione che il film vorrà intraprendere. Un’ironia che ai piccoli poche volte potrà arrivare e che indebolisce il cartone animato lì dove avrebbe potuto, invece, trovare la propria forza. Un umorismo che prosegue sregolato, non trovando i migliori incastri e non riuscendo mai a spassarsela veramente, arrivando a picchi che rasentano l’imbarazzo.
Una componente che pesa su Rex – Un cucciolo a palazzo e che non è in grado di sostenere la sua narrazione. Una storia – sceneggiata da John R. Smith e Rob Sprackling – che ripropone il discorso sull’amicizia senza alcuna intuizione brillante, inserendo il pilota automatico e procedendo nella maniera più scontata possibile. Ritrovare un bel messaggio in ogni prodotto destinato al piccolo pubblico è dopotutto lodevole, ma la sufficienza con cui viene non solo affrontato, quanto scritto e assemblato, denota una spiccata assenza di originalità, tanto nel racconto che nei personaggi e, infine, nelle azioni che ci si attende svolgeranno.
Rex – Un cucciolo a palazzo: più corgi, meno cliché
È solo su pochi elementi, dunque, a cui bisogna guardare se si cerca di arrivare a qualche encomio per Rex e i suoi compagni. All’innegabile piacere di poter trovare un animale irresistibile come un corgi alla guida di un film, nel vedere il sentito gusto che prova nel rosicchiare le pantofole del principe Filippo e, ancora di più, nello scoprire una regina animata elegante e raffinata. Una Elisabetta II dalla premura infinita, che si aggiudica di diritto il ruolo di miglior personaggio del cartone e che viene doppiata nella sua versione originale dall’altrettanto nobile attrice britannica Julie Andrews.
Rex – Un cucciolo a palazzo si lascia sfuggire l’occasione di diventare il film preferito dei giovani spettatori contemporanei, aumentando forse l’interesse intorno a questa buffissima razza, ma facendo perdere presto quello intorno alla pellicola.
Rex – Un cucciolo a palazzo, prodotto da Belga Productions e nWave Pictures, sarà nelle sale dal 14 febbraio, distribuito da Eagle Pictures.