TFF35 – Ricomincio da Noi: recensione
La recensione di Ricomincio da Noi, il nuovo film del regista Richard Loncraine sulle vicende di un simpatico gruppo di avanzati personaggi a suon di danza
Nella vita non bisognerebbe mai smettere di ballare. Di muovere i propri passi a tempo di musica lungo il viale della vita, cadenzato da note e inaspettate coreografie. Un insegnamento che Sandy ha imparato a perseguire soltanto dopo anni di conforme etichetta, un’esistenza che prenderà tutt’altro ritmo nell’ultimo film diretto da Richard Loncraine (Richard III, Wimbledon, Firewall – Accesso negato, Ruth & Alex – L’amore cerca casa). Ricomincio da Noi è la simpatica commedia con protagonisti Imalda Staunton, Timothy Spall e Celia Imrie, scuola di ballo british in cui gli avanzati eppur quanto mai attivi personaggi si apprestano ad affrontare con spirito di iniziativa l’aria di cambiamento che soffia nell’autunno della loro età.
Sandra Abbott (Imelda Staunton) ha un‘enorme casa, il titolo di “lady” presto legato al suo nome e un marito a cui ha dedicato letteralmente tutti gli anni della propria vita. Un uomo che però, da diverso tempo, intrattiene una relazione extraconiugale con l’appariscente Pamela (Josie Lawrence). Devastata dalla dolorosa scoperta, Sandra abbandonerà ciò che ha accuratamente costruito e si recherà dall’eccentrica e imprevedibile Bif (Celia Imrie), sorella maggiore della sconsolata donna, pronta a trasportarla in una mondo fatto di serenità, allegria, e di un nuovo amore che sembra bussare alla sua malandata porta.
Ricomincio da Noi – Simpatici personaggi per una commedia a metà
Sono buffi, sono irriverenti, sono deliziosamente sinceri e interpretati con disinvolta bravura da attori di ottimo calibro: i protagonisti di Ricomincio da capo sono la vera letizia della leggera commedia del regista Richard Loncraine, un lavoro sul non trascurare sé stessi passando attraverso il calore che l’affetto umano può briosamente portare. La voglia contagiosa di vita trapela all’interno della semplice pellicola, la quale purtroppo non riesce a sostenere fino in fondo quel tocco di gioiosità presentato nel suo incipit, dunque penalizzata dal proseguire su di una via difficoltosa e, soprattutto, in spiacevole discesa.
Come diviso in due differenziate fazioni, l’inizio della commedia di chiaro stampo inglese lancia piccole eppure efficacissime scintille le quali, senza esagerare, ma assolutamente congeniali alla tipologia di genere proposto dal film, accendono il buonumore dello spettatore che si lascia coinvolgere dalle vicende delle disuguali sorelle Sandra e Bif, perdendosi di pari passo con lo spaesamento creatosi nel mezzo della pellicola, che procedendo verso il finale, non fa altro che naufragare. Caratterizzato da usuali banalità che mandano gravemente fuori tempo la seconda parte, Ricomincio da noi va deludendo tutte le modeste, ma fiutate aspettative che non aveva mancato di presentare, facendo trasformare il sorriso benevolo del pubblico in una mesta smorfia di errata previsione.
Ricomincio da Noi – Una commedia che va fuori ritmo
Nonostante le discutibili scelte nell’ideazione della storia, il film del britannico Loncraine si lascia comunque guardare con tenue amorevolezza per i suoi personaggi principali e non solo, ruoli sostenuti con semplicità da grandi nomi della scena teatrale e cinematografica. Imelda Staunton, Celia Imrie e Timothy Spall formano un terzetto ben affiatato caratterizzato dalle diverse accezioni che dipingono ogni singolo personaggio, accompagnato da un fluido corpo di ballo con il quale saprà regalare uno dei momenti musicali più adorabili del film.
Guidato su doppi binari, i quali sfrecciano sul loro consequenziale percorso prima di deragliare e perdere la retta via, il film mostra assieme reale e frivolo, funzionalità e disfunzionalità, in una commedia che sembra perdere la propria meta prestabilita per virare su consuetudini che tentano di arrivare al cuore, suscitando nello spettatore l’esatto contrario. Come la sua protagonista, anche Ricomincio da noi avrebbe dovuto donare maggiore passione al fine del proprio operato, non limitandosi a trascinare i proprio piedi su di una incerta pista di danza.