TFF36 – Ride: recensione del film di Valerio Mastandrea
Ride è dolcezza e malinconia. Un esordio che non sembra quasi tale e che non ci fa piangere, perché piangere non è importante.
Valerio Mastrandrea passa alla regia. L’attore romano incanala tutta la propria preparazione, tutta la propria romanità, tutta la portata che lo rende uno dei migliori attori italiani in circolazione per poi riformulare l’insieme sotto il proprio punto di vista registico e, con la collaborazione dello sceneggiatore Enrico Audenino, della scrittura. È palpabile la presenza di Mastrandrea nell’opera prima Ride, sia nell’atmosfera della storia, sia nello svolgersi dei suoi eventi. Una percezione che suscita una connessione impressionante, ma che, se si guarda al film, risulta venir in maniera naturale. Ride è ambientato a Nettuno, ha calate in dialetto e racconta di fabbriche che uccidono e difficoltà nell’esprimersi. E lo fa nella maniera in cui Valerio Mastrandrea lo avrebbe interpretato.
Ride: il trailer del nuovo film diretto da Valerio Mastandrea
Mauro è morto e Carolina (Chiara Martegiani) non ha pianto. Passano i giorni e Carolina ancora non piange. Si sforza, ci prova, mette le loro canzoni e prepara i fazzoletti, ma non riesce davvero a piangere. L’improvvisa scomparsa del marito per un incidente sul lavoro lascia la moglie totalmente destabilizzata, troppo presa dai particolari del funerale e dalle condoglianze dei conoscenti per poter concentrarsi sui propri sentimenti. Il tentativo di spremere fuori anche la più secca lacrima, le prove del figlio Bruno (Arturo Marchetti) per l’ultimo saluto al genitore e i rimpianti del padre Cesare (Renato Carpentieri) che non ha saputo difendere suo figlio sono i cardini di riferimento di Ride. I tre angoli che costituiscono la piramide di elaborazione descritta da Mastandrea.
Ride – La simulazione della tristezza che arriva nel cinema di Mastandrea con sincerità
In Ride si cerca di simulare la tristezza. La protagonista ci prova, seduta sul suo divano mentre spreme i propri occhi per dare alla sofferenza la possibilità di uscire. Sperando che una piccola goccia salata possa contribuire a farle sfogare quell’irrequietezza della perdita che dovrebbe tormentarla e, al contrario, la lascia indifferente. E dal tentativo di quella tristezza ne esce un’opera prima che restituisce tutta la comprensione verso l’incapacità di agire dei dotti lacrimali del personaggio di Carolina e, in compenso alla sua mancanza di piangere, offre un velo di malinconia sottile, ma ben presente.
Ride vince lì dove la sua protagonista fallisce, dove tutti i protagonisti falliscono, in quell’affrontare il lutto ognuno con le proprie recriminazioni da fare e i momenti da ricordare, che ti permettono, inevitabilmente, di ridere. Di ascoltare una canzone del passato che finisci per ballare, di mettere un piatto vuoto su di un tavolo che si riempirà poi di spaghetti. E, in contrasto con il percorso di analisi della moglie e del figlio, l’osservare la tragicità nel fallimento – presunto – del padre Renato Carpentieri, bravissimo nel suo ruolo e incarnazione di una sicurezza che sembra impossibile tralasciare ai figli.
Ride – Perché non è importante piangere
Ma è, nel suo complesso, l’intero cast a permettere che i discorsi di afflizione – o carenza di questa – si colmino del più sincero significato e, ancor maggiore, di una convinzione che appartiene alle persone comuni. Non caricando la propria inadempienza al dolore o l’immersione in quest’ultimo con trucchetti o compiacenza, ma servendosi piuttosto di arditezza nella scrittura e di una risolutezza che permette di poter parlare di un cinema a proprio modo.
Un esordio che non sembra quasi tale per quella presenza consistente/inconsistente di Mastandrea, che l’attore si propone ogni volta di riservarci nei suoi personaggi e che viene traslata in una regia che ne rispecchia lo spirito. Un film che non fa piangere, perché piangere non è importante. Importante è riservarsi un ricordo e noi, quello che ci offre Ride, ce lo teniamo stretto.
Ride è prodotto da Kimera Film con la partecipazione di Rai Cinema e arriverà nelle nostre sale il prossimo 29 novembre, distribuito da 01 Distribution.