Ritorno alla vita: recensione
“È il film che mi ha scelto”, commenta Wim Wenders. Ritorno alla vita, film di successo alla passata edizione della Berlinale dove il regista ha ricevuto il tanto ambito Orso d’Oro alla Carriera, arriva nelle sale italiane. La sceneggiatura del film, ricevuta per email, è firmata da un giovane norvegese, di nome Bjǿrn Olaf Johannessen, che Wenders ha conosciuto qualche anno fa durante il Sundance Script Lab. “Non mi aspettavo che avrebbe scritto qualcosa per me ed erano passati tre anni da quell’incontro…”, ha commentato il regista. “Ho amato da subito la sua sceneggiatura, al punto da passarla immediatamente al mio produttore”.
Ritorno alla vita è un film melanconico
Tomas è uno scrittore promettente che vive un momento altalenante a livello creativo. Questa sua difficoltà la riversa nelle relazioni con gli altri e a soffrire maggiormente è Sara, la giovane compagna, legata a lui sin dai tempi del liceo, dolce e convenzionale che poco propensa a capire le ansie e le paure di Tomas. Nella vita di questo scrittore enigmatico e solitario ci sono altre tre donne: Ann, in un primo momento editrice dei suoi libri e successivamente compagna di vita; la figlioletta Mina; Kate, donna attraente e misteriosa, anche lei artista “incompresa” e madre di due bambini con cui vive in un luogo isolato nelle vicinanze del lago Ontario in Canada.
Wim Wenders porta sul grande schermo una storia travagliata che spazia dall’amore alla passione, dalla distruzione alla redenzione finale. Ad interpretare il film un cast d’eccezione: James Franco, Charlotte Gainsbourg, Rachel McAdams e Marie-Josée Croze.
James Franco è Tomas. Wenders sceglie per il ruolo dell’artista maledetto un altro artista maledetto. Scrittore, attore, regista, insegnante, creativo. “Ha una presenza incredibile davanti la cinepresa, è sempre molto concentrato ed è sempre sul set”, ha commentato il regista. “Anche quando non doveva girare era costantemente lì vicino, in un posto tranquillo con un libro in mano, leggendo dalla mattina alla sera. Appena gli dicevo ‘James, siamo pronti’, chiudeva il libro e un attimo dopo era di nuovo Tomas”.
Ritorno alla vita è un film che parte da un imprevisto, un incidente stradale che cambia la vita di Tomas per sempre. Il racconto segue la sua quotidianità personale e professionale per dodici anni in cui cova nel suo intimo un fortissimo senso di colpa che lo rende quasi inadeguato alla vita stessa. Tomas è un uomo enigmatico e a causa di questo trauma trasmette il suo malessere a chi gli sta vicino. Suo unico rimedio è trasformare il dolore interiore in parole, mettendo tutto nero su bianco.
Lacerato da questo senso di colpa, trova in Kate (Charlotte Gainsbourg) una complice. I due si incontrano un paio di volte, c’è feeling, ma la loro non è una relazione. I destini di Tomas e Kate sono intrecciati e connessi a causa di “quel tragico giorno”.
Wenders torna dietro la macchina da presa dopo il docu-film Il sale della terra e lo fa con Ritorno alla vita, in cui compie un’azione già provata e ben riuscita con Pina. Usa nuovamente il 3D per creare maggiori sfumature nella messa in scena del film e per raccontare un dramma intimo ed esistenziale. “Il 3D è completamente sottovalutato, male utilizzato e sento che le possibilità che offre non sono state ancora esplorate. Può essere uno strumento fantastico, capace di aprire una dimensione completamente nuova di partecipazione emotiva alla storia e ai personaggi”.