Cannes 2017- Rodin: recensione del film di Jacques Doillon con Vincent Lindon
Rodin è l'ennesimo biopic superfluo, diligente e piatta raccolta di dati su un artista controverso e geniale, in questo modo reso noioso.
Rodin è il film per la regia di Jacques Doillon e con protagonista Vincent Lindon, centrato sulla vita del celebre scultore e pittore francese Auguste Rodin. La pellicola è stata presentata in concorso nella Selezione Ufficiale di Cannes 2017 e rappresenta un sobrio biopic che ripercorre i punti salienti della vita e della carriera dell’artista, suddividendoli in capitoli.
Rodin è universalmente considerato il pioniere della scultura moderna, nonostante la sua preparazione seguì studi tradizionali; il suo gusto per la lavorazione dell’argilla – da lui considerato il più nobile dei materiali, per via della massima plasticità e malleabilità – lo ha portato a dare vita ad opere complesse, caratterizzate da un realismo di tipo più espressivo che di forma.
L’eccezionalità del suo stile, ha visto Rodin subire feroci critiche da parte degli addetti ai lavori dell’epoca (siamo a cavallo tra diciannovesimo e ventesimo secolo), che lo consideravano in anticipo sui tempi di almeno dieci anni, ammettendone in questo modo l’originalità e il valore, pur non accettandolo.
Il film di Jacques Doillon si apre sul momento in cui – all’età di quarant’anni – Rodin ottenne finalmente il primo lavoro su commissione, voluto dallo stato francese. L’opera richiesta era la Porta dell’Inferno, un gruppo monumentale ispirato all’opera dantesca, in cui l’artista ebbe la possibilità di esprimere tutto il suo amore per il mito e la letteratura, col risultato di dare vita ad un’opera fuori dai canoni classici ma dotata di un’espressività straordinaria.
Rodin segue parallelamente le vicende private dello scultore, diviso tra il matrimonio con Rose (Séverine Caneele) e le tante amanti, tra le quali spicca la relazione amorosa con la talentuosa studentessa Camille (Izïa Higelin), una donna che fu molto importante anche per la direzione artistica intrapresa dall’uomo, che tuttavia non si mai decise di non lasciare la moglie. Sullo sfondo gli importanti incontri con Cézanne e Monet, fondamentali nella sua evoluzione.
La vera svolta professionale di Rodin arrivò quando gli fu commissionata una scultura rappresentativa di Honoré de Balzac, un’opera tanto inizialmente rigettata e discussa quanto indubbiamente geniale, in cui il rispetto per le proporzioni viene sconvolto in favore di un’esasperazione nella rappresentazione dell’indole e del carisma dello scrittore, col risultato di dare vita ad un’opera magnificamente eloquente, successivamente considerata capostipite dell’arte moderna.
Rodin: un biopic curato ma poco interessante
Fermo restando che il percorso di vita di un grande artista suscita sempre una certa curiosità, l’esigenza di realizzare un biopic deve necessariamente tenere conto dei tempi cinematografici, riuscendo a cogliere e rielaborare quel tanto della vita di un personaggio famoso in modo da renderla fruibile e adattabile al linguaggio del grande schermo.
Operazione che sembra non aver funzionato in Rodin, col risultato di trovarsi davanti l’ennesimo film biografico che non cattura, composto da una diligente raccolta dei momenti più salienti della vita dello scultore ma privo di qualunque tipo di pathos, tale da renderlo accattivante. Complice anche una regia lineare ai limiti della ridondanza, Rodin si rivela così l’ennesimo biopic superfluo, andandosi ad aggiungere ad una lista che- ultimamente- sembra crescere in modo esponenziale (salvo rare eccezioni).
Un film in cui nemmeno il bravissimo Vincent Lindon non ha abbastanza spazio per muoversi, ingessato in un ruolo che gli impone una lunga barba e una concentrazione sommessa e costante sul lavoro del suo personaggio, impegnato nel ritratto di una personalità mite che- data la natura ribelle e le lotte che l’artista ha dovuto affrontare per emergere- fatichiamo possa corrispondere al vero.
Rodin è quindi un’opera che manca di vitalità, tutta confinata alle effusioni dell’artista nei confronti delle tante donne. Troppo poco per il concorso di Cannes 2017 ma – sinceramente – anche per la distribuzione nei cinema, risultando più adatto ad essere proposto come film didattico per giovani artisti o studiosi di storia dell’arte.
Rodin sarà nei cinema francesi a partire dal 24 maggio; nel cast del film anche Edward Akrout, Maxence Tual, Patricia Mazuy e Pascal Casanova.