Roma FF11 – Kicks: recensione del film di Justin Tipping

Tra i film in concorso nella sezione Alice nella Città dell’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma è stato presentato Kicks dello sceneggiatore e regista californiano Justin Tipping.

Kicks di Justin Tipping è un film che non decolla, non educa, non spinge alla riflessione. Comunica solo tanta rabbia irrisolta.

Brandon (Jahking Guillory) ha 15 anni, vive in California e sogna un paio di nuovissime Nike Air Jordans. È insicuro a causa della sua piccola statura e della sua situazione economica. Perennemente a disagio, di poche parole e con un atteggiamento che cova velatamente una notevole rabbia repressa.

Appena Brandon riesce ad acquistare le scarpe dei suoi sogni, gli vengono rubate dopo un pestaggio da una gang di ragazzi di una zona limitrofa capitanati da Flaco (Kofi Siriboe). Allora, insieme ai suoi due amici Albert (Christopher Wallace Jr.) e Rico (Christopher Meyer) si reca dapprima dallo zio, il delinquente Marlon (Mahershala Ali), che si rifiuta di aiutarlo e poi verso una pericolosa e autonoma missione per recuperare le sue scarpe.

Insieme a Brandon vi è la misteriosa presenza di un’astronauta, specchio della sua personalità e allo stesso tempo spirito guida delle sue reali volontà: un vero e proprio alter ego dall’aspetto onirico.

Kicks, nonostante alcune trovate registiche originali e di qualità, è un film drammaturgicamente discontinuo. Episodico e incalzante verso un finale chiaro ben prima di essersi compiuto.

Nella vita di Brandon – lo comprendiamo dai primi minuti del film di Tipping – sembra contare subito una sola cosa: le scarpe. È intorno alle scarpe/feticcio che ruotano le decisioni e le azioni del giovane protagonista. Le scarpe belle, nuove, lucenti, firmate e quindi costose non sono altro che l’alterata figurazione di un’agognata e sperata rivalsa sociale.

In Kicks le performance degli attori sono ottime, nella misura in cui si ritiene con ottima un’interpretazione credibile. La regia di Justin Tipping – che con Kicks esordisce al lungometraggio – alterna momenti curati nel dettaglio a momenti pretenziosi di essere chiari anche se liquidati in modo semplicistico. Tra i punti non risolti e assolutamente non necessari della pellicola c’è la presenza dell’astronauta.

Come è vero che nel cinema non tutti gli elementi devono essere spiegati e resi funzionali è anche vero che una disomogeneità del genere non giova ad un racconto già debole in partenza. La mancanza di qualsiasi giudizio da parte di chi il film l’ha diretto è uno svuotamento di senso che rende il gusto del film frammentario oltre che, inevitabilmente, amaro.

È un film il cui protagonista è un adolescente che vive ai limiti, con cui un ragazzo europeo, ad esempio, avrebbe difficoltà ad immedesimarsi. Ciò che avviene nella storia, tra l’altro, non permette di entrare in empatia con lo scompenso interiore del protagonista perché si viene travolti da una negatività irrisolta e irrisolvibile. Un racconto di formazione che alterna uno

In Kicks la rabbia di Brandon finisce per essere specchio dela rabbia degli spettatori, impotenti e disturbati dalla negatività dilagante della situazione narrata.

Kicks é in concorso nella sezione Alice nella Città alla Festa del Cinema di Roma dopo essere stato presentato al Tribeca Film Festival.

 Regia: 1,5
Sceneggiatura: 1
Fotografia: 3
Recitazione: 3
Sonoro: 2,5
Emozione: 1