Roma FF17 – La Stranezza: recensione del film di Roberto Andò

Roberto Andò ci porta alla scoperta della creazione di Sei personaggi in cerca d’autore, con una tragi-commedia in costume interpretata da Toni Servillo e dalla coppia Ficarra e Picone. In sala dal 27 ottobre 2022 dopo l’anteprima alla Festa di Roma.

Nella folta colonia di produzioni made in Italy presenti nelle diverse sezioni ufficiali e autonome della 17esima Festa del Cinema di Roma figura tra le altre anche l’ultima fatica dietro la macchina da presa di Roberto Andò dal titolo La Stranezza, inserita dalla direzione artistica della kermesse capitolina nella neonata vetrina non competitiva “Grand Public”, dove ha fatto il suo esordio sul grande schermo prima dell’uscita nelle sale il 27 ottobre 2022 con Medusa. Ed è proprio in occasione del debutto che abbiamo avuto la possibilità di vedere e apprezzare la nuova pellicola del regista palermitano, che gli ha permesso di unire le sue due grandi passioni, vale a dire il cinema e il teatro.

In La stranezza vanno in scena divertenti e al contempo tragici retroscena sulla creazione del celebre dramma pirandelliano

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La sceneggiatura, scritta da Massimo Gaudioso e Ugo Chiti in collaborazione con lo stesso regista, mescola le due arti per dare vita a un gioco continuo tra realtà e finzione che si traduce in una messa in scena meta-teatrale dall’impianto cinematografico, con quest’ultimo che è servito ad Andò per mettere in quadro e raccontare la curiosa e tragicomica genesi di Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello. Dove e quando è nato il plot del celebre e controverso dramma pirandelliano, che passò alle cronache per la furibonda reazione del pubblico diviso tra detrattori e ammiratori al termine del debutto al teatro Valle di Roma, del quale si pensava di sapere tutto, al contrario a giudicare dalla visione del film, aveva ancora tantissimi divertenti e al contempo tragici retroscena tutti da scoprire. Quando lo spettatore di turno entra in questo meccanismo, a quel punto la fruizione diventa un ottovolante di aneddoti che attingono a verità storicamente comprovate e altre tramandate oralmente entrate nella leggenda, a cominciare da quelle legate a figure come quelle di Nofrio e Bastiano, che insieme al Pirandello interpretato da Toni Servillo sono i protagonisti della pellicola.

Andò riavvolge le lancette dell’orologio e teletrasporta lo spettatore nella Sicilia del 1920

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Per raccontare la catena di eventi che hanno portato alla nascita dell’opera in questione, considerata la più famosa e caratteristica della produzione drammaturgica pirandelliana, Andò riavvolge le lancette dell’orologio. Per farlo teletrasporta lo spettatore nella Sicilia del 1920, per la precisione in quel di Girgenti, terra natia di Pirandello nella quale il drammaturgo e scrittore fa ritorno per prendere parte ai funerali dell’amata balia Maria Stella, ma degli eventi improvvisi sconvolgono i piani e lo costringono a trattenersi per altri giorni. E sarà durante quel soggiorno che farà la conoscenza di due personaggi, Onofrio Principato (Salvo Ficarra) e Sebastiano Vella (Valentino Picone), becchini e attori di teatro dilettanti, impegnati con le prove insieme al resto della compagnia amatoriale locale in una nuova messinscena. Ossessionato da un’idea strana e ancora indefinita, la creazione di una nuova commedia, Pirandello trascorrerà lì ore inquiete e febbrili durante le quali si susseguiranno visioni spettrali, ricordi e malinconiche apparizioni. Ed è sempre lì e da quell’incontro che verrà gettato il seme creativo che porterà alla nascita del celeberrimo dramma.

La stranezza è un divertissement colto e al contempo popolare

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L’ambientazione e il periodo storico nel quale si svolge la vicenda al centro di La Stranezza iscrive di riflesso il film nella famiglia allargata del period-drama. Il pregevole e curato lavoro in fase di scrittura, unito a quello scenografico e nel confezionamento dei costumi contribuisce a rendere questo tragi-comico viaggio nel tempo un divertissement colto e popolare allo stesso tempo. L’alto e il basso si incontrano trovando un perfetto equilibrio, lo stesso che per mood, colori e genetica riporta la mente ai racconti in costume firmati dal compianto Andrea Camilleri ambientati nell’immaginaria cittadina siciliana di Vigata a cavallo fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Si respira la medesima aria, la medesima capacità di mescolare il teatro e il linguaggio audiovisivo, il vero con il falso, il reale con l’immaginifico. Quanto basta per intrigare, divertire, coinvolgere e scoprire dettagli inediti di una storia che ha portato alla creazione di un capolavoro senza tempo. Il tutto con la complicità di un nutrito cast formato da attori tutti perfettamente in parte, a cominciare proprio da Ficarra e Picone, che mettono la loro comicità al servizio di due personaggi chiave per la riuscita del film.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.9