Rosa – Il canto delle sirene: recensione del documentario di Isabella Ragonese
Il documentario dedicato alla memoria della cantante siciliana Rosa Balistreri, che affronta il tema degli abusi sulle donne
Documentare chi non va dimenticato, ricordare ciò che è stato cantato; nel corso dello Sguardi Altrove Film Festival, la realtà festivaliera di Milano che guarda al femminile, all’interno della sezione dedicata al cinema italiano indipendente, viene ripresentato Rosa – Il canto delle sirene, opera prima di Isabella Ragonese che ha debuttato, nel 2022, al Torino Film Festival. Prodotto da Sky Arte, il documentario evoca il ricordo della “più grande cantante che la Sicilia abbia mai avuto”, Rosa Balistreri, celebrando l’importanza della sua lotta per l’emancipazione della donna.
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Rosa – Il canto delle sirene: voci che raccontano una voce
“Come si fa a raccontare la voce di una donna che non hai mai conosciuto ma che frequenti da sempre?” Apre così Isabella Ragonese che, oltre a occuparsi della regia e della sceneggiatura del film, presta la sua stessa voce a Rosa Balistreri, riesumandone le parole e l’animosità. Il documentario si costruisce come un continuo montaggio alternato; da una parte riecheggiano, appunto, i pensieri di Rosa e le sue canzoni, con l’attrice-regista che, in fuoricampo, ne ricorda il difficile percorso, immedesimandosi nel suo vissuto, calandosi totalmente nella sua disperazione e nella rabbia trasudante della sua musica, dalla parte opposta si accavallano i volti e le esperienze di alcune donne che, ancora oggi, combattono contro gli abusi e portano avanti una lotta iniziata dalla cantautrice che, con le sue canzoni, “faceva di più di tanti discorsi politici” e, pur non venendo oggi ricordata quanto dovrebbe, si mantiene indelebile nell’immaginario di tutta una una terra che ne mantiene vivo il ricordo.
La lotta di una terra contro gli abusi e la sopraffazione
“Come si evocano i fantasmi? I fantasmi dei luoghi e delle persone lontane? Forse immaginandoli, evocandoli, perdendoti”. Non poteva che arrivare da una palermitana, come Isabella Ragonese, il racconto della musicista folk le cui parole continuano a suonare fragorose tra Licata e Palermo. Le due città siciliane sono dimora di Rosa – Il canto delle sirene, un documentario che, come la stessa artista di cui narra, urla con coraggio contro gli abusi di una realtà retrograda e maschilista. Rosa Balisteri, scomparsa il 20 settembre 1990, è stata antesignana della lotta contro la sopraffazione, una delle prime donne ad avere il coraggio di autodeterminarsi, mettendoci la faccia e mettendoci, soprattutto, la voce. Vessata dal prevaricare dell’uomo, vittima di violenza sia da parte del padre, prima, che del marito, poi, la cantante viene evocata al pari di quei volti afflitti, oggi, dal medesimo tormento.
L’immagine ripercorre i passi di colei che viene raccontata, limitandosi a mettere in sequenza alternata la regista che, come un’attrice intenta ad interpretare un personaggio dona tutta il suo corpo, e le agghiaccianti testimonianze che attualizzano il suo percorso tumultuoso, passato persino dal carcere e impregnato di sicilianità, sottolineando la necessità di mostrarsi battagliere ancora oggi, mostrando quella recondita volontà di ribellione, di far sentire il proprio grido. Un’opera che si realizza in due anime, un documentario che, nel ricordo di una grandissima artista del ‘900, si scinde tra un semplice, e solamente accennato, biografismo e la volontà di fare da eco per la battaglia di un mondo tutt’oggi alla ricerca di un suo equilibrio, tutt’oggi celatamente radicato sui principi di una società rimasta cieca per troppo tempo.
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