Rosemary’s baby – Nastro rosso a New York : recensione

Il 1968 è l’anno dello spartiacque storico nel cinema del terrore. Infatti escono parallelamente su due binari differenti, La notte dei morti viventi di George A. Romero e Rosemary’s Baby di Roman Polanski. Se il primo è la convinzione che l’horror debba diventare un genere, se così lo possiamo definire, “Low Cost“, il secondo continua sulla scia e sull’onta del classicismo ricalcando le orme dei capolavori precedenti ad esso (vedasi le storie del brivido di Alfred Hitchcock). Se Nightmare di Craven è stato un miscellanea di generi e Halloween di Carpenter è stato il grande film che ha lanciato il genere slasher, Rosemary’s baby è forse l’horror più purista e meno sporco dei due, è di fatto l’ultimo esempio di investimento economico per un film di questo genere, che fonderà la fortuna del paranormale.

L'attrice americana Mia Farrow

L’attrice americana Mia Farrow

La storia narra di la storia parla di una coppia, Rosemary e Guy Woodhouse, che per un colpo di fortuna riescono ad affittare l’appartamento dei loro sogni al Bramford, un vecchio edificio nero e imponente con appartamenti ricercati e i soffitti alti. Un loro vecchio amico, Hutch, li avverte che il palazzo ha un passato poco tranquillo: pare, infatti, che abbiano vissuto lì molti personaggi dalla fama sinistra, tra cui le sorelle Trench (due vecchiette che si cibavano di bambini) e Adrian Marcato (una  stregone che affermava di aver evocato Satana e che finì linciato dalla folla proprio davanti all’edificio). La giovane coppia, però, non si lascia impressionare e incuranti dell’avvertimento dell’amico si trasferiscono nella nuova casa in tutta tranquillità. Dopo poco tempo, fanno amicizia con due coniugi piuttosto strani, Roman e Minnie Castevet, due anziani invadenti che abitano sul loro stesso pianerottolo e che li riempiono di attenzioni. Rosemary è leggermente infastidita dal continuo impicciarsi della signora Castevet, ma suo marito Guy sembra considerarli due persone magnifiche e inizia a far loro visita piuttosto spesso. Nel frattempo la sua carriera da attore decolla e Rosemary rimane finalmente incinta e, anche se il modo in cui Guy le ha fatto questo regalo non le piace per niente, è contenta di poter avere il bambino tanto desiderato. I Castevet si fanno sempre più presenti per aiutarli con la gravidanza e li presentano a tutti i loro amici, ma Rosemary inizia a notare qualcosa di strano nel loro comportamento e anche in quello del marito. Il suo amico Hutch, dopo aver incontrato Roman, finisce misteriosamente in coma e un attore rivale di Guy diventa inspiegabilmente cieco. Anche la povera Rosemary non si sente per niente bene, nonostante il dottore consigliatole dai Castevet continui a rassicurarla, il dolore che la accompagna ogni giorno della gravidanza non la fa stare per nulla tranquilla. Grazie a un libro, lasciatole da Hutch dopo la sua morte, Rosemary scopre un’inquietante verità: Roman Castevet è in realtà il figlio di Adrian Marcato. Che cosa vogliono da lei? Come proteggere se stessa e il suo bambino, quando anche Guy sembra coinvolto nei misteriosi piani dei Castevet?

La storia di Polanski si struttura sul tema dell’ambiguità dei personaggi, può un borghese essere uno stregone che pratica magia nera? A quanto pare si. Tratto da un romanzo, riesce ad incutere terrore nello spettatore più per l’ambientazione e lo svolgimento scenico che per le immagini riportate. Anche quando l’inquietudine diviene dormiente, non si desta nessun velo di noia anzi, il grado zero dell’angoscia risulta quasi più terrificante. Il grande esempio di Polanski, che redige un capolavoro ed entra nella storia come esempio inenarrabile di pathos e clima. Capolavoro.

Giudizio Horror House

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 4.2
Fotografia - 4
Recitazione - 5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.7

4.2

Voto Finale