Sapore di mare: recensione del film con Jerry Calà e Virna Lisi

La recensione di Sapore di mare, il film dei fratelli Vanzina con un cast composto da Virna Lisi, Jerry Calà, Christian De Sica, Ugo Bologna e Guido Nicheli, la meravigliosa operazione nostalgia degli anni '60

Sono passati esattamente 35 anni da quel 17 febbraio 1983 in cui esordì nei cinema italiani Sapore di mare, toccante operazione nostalgia nei confronti dei fantastici anni ’60 firmata dai fratelli Vanzina. Un film che pur nella sua semplicità ha saputo tracciare un solco indelebile nella cinematografia nostrana, fotografando nel breve spazio di una pellicola la malinconia verso un’Italia ancora rigogliosa e spensierata e diventando l’antesignano del filone del cinema vacanziero e della sua (de)generazione più odiata e criticata, ovvero il famigerato cinepanettone.

Sapore di mare è figlio dell’ondata di revival dell’epoca lanciata da George Lucas nel 1973 con il suo American Graffiti, ma è anche e soprattutto un frutto di un cinema nostrano che pur nelle sue espressioni più sentimentali e popolari conservava ancora il gusto nel raccontare una storia, dei personaggi in cui immedesimarsi e uno spaccato di cultura popolare, in questo caso il mito delle vacanze al mare, con i suoi strascichi di amori passeggeri, amicizie, avventure, rimpianti e tanti pezzi musicali da ricordare.

Grazie anche al fondamentale apporto di grandi interpreti del nostro cinema come Virna Lisi, Jerry Calà, Christian De Sica, Ugo Bologna e Guido Nicheli e azzeccati esordienti o semi esordienti come Karina Huff, Isabella Ferrari, Marina Suma, Gianni Ansaldi, il film riscosse un immediato e limpido successo di pubblico, incassando 10 miliardi di lire e aprendo la strada a una vera e propria riscoperta della musica leggera italiana degli anni ’60, a un seguito quasi immediato (Sapore di mare 2 – Un anno dopo) e a molteplici imitazioni, mai capaci di raggiungere il fascino nostalgico dell’originale, ancora vivo e forte a 35 anni dalla sua uscita.

Sapore di mare: la magia dell’estate e della giovinezza firmata Vanzina
Sapore di mare Cinematographe.it

Sapore di mare è ambientato a Forte dei Marmi nel 1964, e racconta amicizie, attrazioni, amori e tradimenti di un gruppo di giovani villeggianti. Fra i principali protagonisti ci sono i giovani di buona famiglia milanesi Luca (Jerry Calà) e Felicino (Christian De Sica) Carraro, in cerca di avventure e divertimento in Versilia, i fratelli napoletani Paolo (Angelo Cannavacciuolo) e Marina (Marina Suma), affascinati da una realtà completamente differente da quella in cui sono cresciuti, la splendida inglese Susan (Karina Huff), decisa a cogliere ogni momento e ogni emozione della sua estate italiana, e la coppia formata da Selvaggia (Isabella Ferrari) e Gianni (Gianni Ansaldi), con quest’ultimo attratto da un’amica di famiglia molto più grande di lui, ovvero l’affascinante e carismatica borghese Adriana (Virna Lisi).

Dopo un’estate all’insegna della goliardia, della passione e l’amore, un salto in avanti nel tempo di 18 anni ci porterà nel 1982, mostrandoci amori sopravvissuti e spezzati e il segno tangibile lasciato nell’animo dei protagonisti da quei mesi unici e irripetibili.

Sapore di mare mette in scena con encomiabile sincerità un periodo idilliaco del nostro PaeseSapore di mare Cinematographe.it

Carlo Vanzina trova l’apice della sua carriera (al pari con l’altro cult Vacanze di Natale) con una commedia solo apparentemente superficiale, che ha invece il pregio ritrarre nell’arco di una fuggevole estate tutta la malinconia per un’epoca irrimediabilmente perduta e per la gioventù di tutti noi, con il suo vortice di amori nati, cresciuti e dissolti nello spazio di poche settimane. Sapore di mare è forte soprattutto dell’innegabile sincerità con cui mette scena, anche ricorrendo a sketch volgari e grossolani, un periodo idilliaco del nostro Paese, che poteva guardare al futuro con la sicurezza economica garantita dal miracolo economico italiano degli anni immediatamente precedenti e con la consapevolezza di avere nelle principali mete turistiche un porto sicuro in cui attraccare e godersi le gioie della vita e le bellezze della natura.

Nel semplice, stereotipato ma efficace parco dei personaggi ci sono molti elementi costitutivi della nostra società, che ancora oggi non facciamo fatica a distinguere: dagli abbienti industriali del Nord rappresentati dalla famiglia Carraro (e dal solito fenomenale Ugo Bologna, uno dei più grandi caratteristi del nostro cinema) ai più umili e sanguigni meridionali, in cerca di un sorriso e un pezzo di sogno dopo un anno di sacrifici, passando per l’annoiata borghesia di mezza età (la Mrs. Robinson nostrana interpretata da Virna Lisi e il marito impersonato dal sempre esilarante Guido Nicheli), l’intellettualismo del personaggio di Gianni Ansaldi, il grottesco snobismo dei marchesini Pucci e il sempreverde fascino straniero, con il corpo e il volto di Karina Huff. Un universo di personaggi e caratteri discordanti, che trovano però un punto d’incontro nella magia dell’estate e nell’immarcescibile fascino degli straordinari pezzi degli anni ’60, che diventano collanti e colonne portanti della pellicola.

Sapore di mare: quando l’estate diventa metafora delle stagioni della vitaSapore di mare Cinematographe.it

Mattatore di Sapore di mare è senza dubbio un incontenibile Jerry Calà, che con il suo irresistibile personaggio da tenero e goliardico piacione diventa il filo conduttore delle vicende della spiaggia e racchiude in sé il senso della pellicola, che soprattutto nella fase finale è in perfetto equilibrio fra ricordo e rimpianto e fra passione e mestizia. Non da meno una splendida Virna Lisi, che si stacca dal resto del cast con la sua memorabile interpretazione della piacente e riflessiva Adriana Balestra, afflitta dalla solitudine e della noia ma al contempo oggetto del desiderio da parte dei più giovani frequentatori della spiaggia. Accanto a loro, un azzeccato gruppo di personaggi al limite della macchietta ma sempre veri e credibili, al punto da sorreggere il film anche nei passaggi meno riusciti e nelle gag più forzate.

In un ideale parallelo con quelle che sono le stagioni della vita, Sapore di mare racconta con un tocco leggero e allo stesso tempo malinconico le varie fasi dell’estate e, di riflesso, della gioventù di ognuno di noi: dall’euforia per le vacanze appena cominciate, con il loro carico di aspettative e illusioni, al pieno rigoglio della stagione più bella dell’anno, in cui le attrazioni e le passioni maturano con lo stesso passo della natura circostante, per poi passare mestamente alla fine di agosto, con la brusca interruzione dei sogni e l’inevitabile rientro alla vita reale, e infine all’inverno della mezza età, quando le decisioni e le leggerezze compiute in gioventù tornano all’improvviso a presentare severamente il loro conto. Difficile allora non emozionarsi mentre su schermo si raccontano storie frivole ma condivisibili, sulle note di capolavori intramontabili come Il cielo in una stanza, Una carezza in un pugno e Senza fine.

L’indimenticabile e commovente finale di Sapore di mareSapore di mare Cinematographe.it

Carlo Vanzina è abile a mantenere sempre alto il ritmo del racconto, disseminando il racconto di spassose gag (su tutte l’ingresso in spiaggia di Jerry Calà a bordo di una vespa, la fallita gita in barca e le (dis)avventure di Luca e Gianni con l’avvenente Adriana) e accompagnandole ad alcuni momenti più sottilmente riflessivi, come i tradimenti e gli imprevisti che costellano le vicende estive o il senso di inadeguatezza alla società e alle relazioni sentimentali in cui chiunque può riconoscersi.

Il passaggio maggiormente impresso nell’immaginario collettivo è però sicuramente quello finale, con un flashforward che imprime una repentina svolta ai toni del racconto, ponendo l’intera vicenda in un’ottica completamente diversa da quanto proposto in precedenza. Diciotto anni dopo quell’estate indimenticabile, tutti sono maturati entrando nel mondo degli adulti tranne Luca, che continua a recarsi nella mitica Capannina di Forte dei Marmi con la giovane conquista di turno (interpretata da una giovane Alba Parietti). Rivedendo il suo primo grande amore, Marina non resiste alla tentazione di salutarlo, finendo per non essere nemmeno riconosciuta. Imboccato dal fratello Felicino, Luca ricorda e si ravvede, lasciando a quella che nel frattempo è diventata una moglie e una madre il tanto atteso biglietto di scuse per aver infranto il sogno d’amore di Marina sparendo alla fine dell’estate del 1964.

Sapore di mare: non soltanto operazione nostalgia

Il tempo non può restituire quanto si è sciaguratamente trascurato e lasciato, ma può concedere un ultimo silenzioso e appassionato confronto. Sulle note della straordinaria Celeste nostalgia di Riccardo CoccianteJerry Calà sfodera allora lo sguardo più intenso ed emozionante della sua carriera, uno sguardo in cui convivono rammarico, malinconia, ricordo e rimpianto per una gioventù lontana e ormai irrecuperabile, vissuta nella ricerca del brivido vacuo e passeggero a spese di quello che avrebbe potuto essere il vero grande amore. Uno struggente gioco di sguardi che, facendo le debite proporzioni, per certi versi ricorda per atmosfera e temi la straordinaria sequenza finale di La La Land con protagonisti Emma Stone e Ryan Gosling, memorabile raffigurazione di ciò che poteva essere e non è stato. La conclusione perfetta per un film molto più profondo e universale di quanto si potrebbe pensare, fra le opere più sottovalutate del cinema italiano degli anni ’80.

Sapore di mare Cinematographe.it

A 35 anni dalla sua uscita, Sapore di mare è ancora un fulgido esempio di cinema nostrano umile e casereccio, ma capace di emozionare e scavarsi una piccola nicchia nel cuore dello spettatore, che il tempo non può cancellare. Un’operazione intelligente e di grande impatto emotivo, che grazie alla sua purezza e al richiamo della sua scintillante colonna sonora rende dimenticabili anche i più vistosi errori di regia e le più grossolane pecche della sceneggiatura. Un film che nonostante l’ostracismo della critica più severa e austera è parte integrante della nostra memoria collettiva e testimonianza diretta di un’epoca felice e sfavillante del nostro disastrato Paese.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 4.5
Emozione - 4.5

3.7