Saremo giovani e bellissimi: recensione del film con Barbara Bobulova

Al cinema dal 20 settembre, "Saremo giovani e bellissimi" è l'esordio della regista Letizia Lamartire e unico film italiano ad aver partecipato alla Settimana della critica durante Venezia 75.

La scena si apre sul palco. La musica è coinvolgente, le luci stroboscopiche disegnano un’atmosfera glamour e definiscono i profili dei protagonisti. Saremo giovani e bellissimi, il ritornello che dà il titolo al film d’esordio di Letizia Lamartire è un vero e proprio inno alla nostalgia e alla necessità di rinnovarsi e andare avanti.

Protagonista del film è una bravissima Barbara Bobulova, in un ruolo che sembra tagliato apposta sulla sua figura. Forte di un fascino frizzante che resiste al tempo, la Bobulova è Isabella, un’ex-popstar degli anni Novanta che tira su il necessario per vivere con i concerti nel club Big Star e le lezioni di musica. Ad accompagnarla, come supporto artistico ed emotivo, il figlio appena ventenne Bruno (Alessandro Piavani). Il film, unico titolo italiano presentato alla Settimana delle Critica di Venezia 75, è nelle sale dal 20 settembre.

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Il rapporto madre-figlio in Saremo giovani e bellissimi

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Oltre all’ambientazione musicale, che dà una chiara connotazione alla storia, un altro elemento centrale di Saremo giovani e bellissimi è l’intensità del rapporto tra i due personaggi principali, Isabella e Bruno. Appare subito abbastanza chiaro che la popstar non è mai diventata realmente adulta e che l’aver avuto un figlio non l’ha resa immediatamente madre, o comunque non una madre come tutte le altre. Viceversa, essere cresciuto praticamente da solo e aver dovuto supplire alle figure genitoriali basandosi unicamente sulle proprie risorse, ha reso Bruno molto più maturo e responsabile di un ragazzo della sua età. Tra i due, comunque, l’equilibrio persiste (e resiste) grazie proprio a questa inversione di ruoli, in cui sembrano – almeno in un primo momento – essere entrambi a loro agio. Tuttavia, il passaggio dall’adolescenza all’età adulta diventa per Bruno un momento di forte cambiamento, anche nel viscerale rapporto con Isabella.

La regista racconta in maniera diretta, senza fronzoli o perbenismi, un rapporto allo stesso tempo tenero e problematico (ai limiti del morboso) andando a infrangere il tabù tematico del legame tra madre e figlio maschio.

Un po’ come Xavier Dolan in Mommy, Lamartire descrive la complessità senza giudicarla e fa un ritratto appassionante del delicato momento del distacco, del taglio simbolico del cordone ombelicale. L’inversione di ruoli dei due personaggi, l’essere una madre-figlia e figlio-padre, inoltre, è anche un’àncora che permette a Isabella di adagiarsi in un tempo sospeso, in cui non si invecchia e non si passa di moda. Ciò definisce ancora di più il senso di nostalgia di questo personaggio, che sopravvive alla sua età dell’oro arrancando nell’illusione del proprio talento; in realtà la sua è una maschera tragica che si muove su un palco evanescente – come i neon della sapiente fotografia del film – tenuto in piedi dal senso di protezione del figlio e dei pochi amici che le sono rimasti. Senza Bruno non sappiamo che fine farà Isabella, ma il gesto coraggioso nelle ultime battute del film la consacrerà una volta per tutte come madre, scrollandosi di dosso il suo costume da diva egocentrica e capricciosa con cui l’abbiamo conosciuta.

Il ruolo centrale della musica in Saremo giovani e bellissimi

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La storia di questo rapporto così complicato si svolge nel magico mondo della musica leggera: questa è il mezzo principale attraverso cui Isabella e Bruno comunicano (e litigano) e il veicolo che allontanerà i due, spingendoli entrambi verso due (nuovi) partner. Isabella, come abbiamo visto, è un’artista a 360 gradi e ha trasmesso il suo talento e la sua passione a Bruno che – all’inizio del film – è anche il suo compositore e chitarrista, sigillando un rapporto che va al di là delle complicazioni usuali tra madre e figlio e sfocia in quelle altrettanto complesse di una band musicale. Attraverso la musica assistiamo anche al passaggio di testimone tra vecchia e nuova generazione, con il subentrare del personaggio di Arianna (Federica Sabatini) una cantante indie-rock dal look decisamente più fresco. Catturato da questa nuova figura femminile così forte e determinata, infatti, Bruno cambia il proprio linguaggio (letteralmente: inizia a comporre in inglese) e prova l’ebbrezza di un rapporto paritario. Isabella è naturalmente furente di gelosia, sia perché la nuova tendenza le sta portando via il successo, sia perché la sua rappresentante ha catturato le attenzioni del figlio, togliendole l’unica figura maschile che non l’ha mai abbandonata. Anche il personaggio interpretato dalla Bobulova, però, troverà una certa serenità attraverso la musica, intrecciando con il suo fan Umberto (Massimiliano Gallo) una relazione romantica.

Colpisce la padronanza con cui Lamartire racconta l’ambiente musicale, dando prova di una profonda conoscenza del tema: le sequenze in cui i personaggi cantano e si esibiscono sul palco, così come la colonna sonora, descrivono perfettamente le due anime (quella vintage di Isabella e quella contemporanea di Arianna e Bruno) della storia e il loro inevitabile scontro. Il messaggio sul tempo che passa, sul sentimento nostalgico è contenuto oltretutto nel testo della canzone principale – il successo che ha consacrato il personaggio di Isabella – scritta da Matteo Buzzanca, Tic Tac. Attraverso le note di una hit da discoteca, cogliamo la malinconia di un’intera generazione a cui era stata promessa la fama eterna (come se non ci fosse un domani), ma che si ritrova a competere con creature realmente giovani e bellissime e del tutto aliene.

Saremo giovani e bellissimi è un buon film per il grande pubblico, con una componente autoriale sottile e mai invadente. Il racconto della psicologia dei due protagonisti è molto ben equlibrato da una storia leggera e positiva, accompagnata da un sottofondo musicale costante che fa delle canzoni dei veri e propri personaggi, forse i più importanti, che influenzano le vite dei protagonisti e delle persona che gravitano attorno a loro.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 4
Emozione - 3.5

3.5