Scarpette Rosse e i 7 nani: recensione del film d’animazione di Sung-ho Hong

Rivisitazione parodistica – ma educativa - made in Corea del Sud della favola senza tempo di Biancaneve, Scarpette Rosse e i 7 nani è disponibile dal mese di giugno in streaming sulla piattaforma digitale CHILI. Un film che insegna ad amare se stessi, andando oltre l'immagine riflessa dallo specchio.

I Fantastici 7 sono un gruppo di giovani eroici e temerari che, dopo una missione, vengono puniti da una fata per aver peccato di “pregiudizio”, scambiandola per una strega a causa del suo aspetto esteriore: la fata lancia ai sette giovani una maledizione per cui, ogni qualvolta lo sguardo di una persona si posa su di loro, questi cambiano aspetto fisico trasformandosi in una sorta di piccoli orchi verdi e paffuti. Ma ogni maledizione ha un contro-incatesimo: sarà spezzata solo quando uno di loro riceverà il bacio della donna più bella del mondo. Nel frattempo, una ragazza è alla ricerca del padre, sovrano del regno, e anche dei Fantastici 7 ai quali vuole chiedere aiuto per ritrovare il padre. Prima di mettersi in cammino, però, la ragazza chiamata Biancaneve indossa le “scarpette rosse” della matrigna – che in realtà è una vera e propria strega – e diventa “la donna più bella del mondo”.

Scarpette Rosse e i 7 nani disponibile a partire dal mese di giugno sulla piattoforma digitale CHILI – è una rivisitazione della classica fiaba di Biancaneve, che con ironia e sagacia mette in discussione il tema – sempre molto attuale – dell’amore verso se stessi e del body positivity, ma anche della bellezza interiore. Un film d’animazione diretto dal regista sud-coreano Sung-ho Hong, con una grafica di qualità – che sotto alcuni aspetti guarda all’animazione occidentale – e dialoghi ben strutturati, con battute comprensibili anche dal pubblico più giovane – a cui il film si rivolge. Un montaggio dinamico, che pone le basi principali della trama già nei primi trenta minuti, e che indaga con la leggerezza necessaria alla comprensione da parte dei più piccoli su un tema che ancora oggi affligge la società contemporanea: lottare contro gli stereotipi estetici e gli standard di bellezza ed educare all’accettazione di sé, mostrando come l’amore sia un sentimento che va oltre ogni apparenza.

L’importanza di essere se stessi

Scarpette Rosse Cinematographe.it

“Merlino, credi che saremmo più felici se fossimo noi stessi? […] non mi interessa quanto sei alto o il colore della tua pelle…” dice a Merlino – doppiato nella versione italiana da Pio D’Antini del duo comico Pio e Amedeo – la bella principessa Scarpette Rosse, che invece ha la voce dell’artista Baby K. Parole di grande significato, che evidenziano l’importanza di rimanere sempre fedeli all’immagine interiore di sé e non ai canoni estetici imposti dalla società. Un messaggio che educa all’amore verso il proprio corpo, ma anche un messaggio contro il razzismo – per le diverse allusioni al colore della pelle – mostrando come due persone apparentemente lontane dall’aspetto veritiero riescano ad innamorarsi l’uno dell’altra perché l’empatia dei rispettivi caratteri e la vera conoscenza dell’Io interiore valgono più di qualsiasi apparenza. Non importa che Merlino sia in realtà un affascinante principe o piuttosto un piccolo orco verde, né tantomeno che Biancaneve – che si presenta ai 7 giovani con il nome di Scarpette Rosse – quando non ha ai piedi le scarpe magiche pesi qualche chilo in più, ma ciò che conta è che in questa fiaba l’amore non solo vince sul male, ma anche sui pregiudizi. Nel corso del film, i personaggi subiscono una trasformazione interiore e lavorano sui propri limiti e difetti: Biancaneve capisce che non può nascondersi dietro un aspetto che non è il suo, ma che deve cercare di farsi amare per quello che è, mentre il principe Merlino comprende che la vanità e l’eccessiva importanza data alla continua ed estenuante ricerca di una perfezione fisica non lo condurrà mai tra le braccie del vero amore perché tutto dipende dalle vibrazioni che l’uno sa trasmettere all’altro e dalla magia che due persone innamorate sanno creare attorno a sé.

Di certo potrà essere stato d’ispirazione un precedente come Shrek, che per primo ha sdoganato i canoni della fiaba tradizionale e dei perfetti protagonisti, ma Scarpette Rosse e i 7 nani si rivela comunque un film con una sua personalità, che sicuramente vale la pena di essere visto – se non altro perché alla fine dei 90 minuti ci si sente arricchiti e spinti a riflettere su quanto davvero conti sforzarsi di piacere a tanti, quando si può essere veramente amati dalla persona a cui si dona il proprio amore.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.4