Venezia 76 – Scherza con i fanti: recensione
Recensione di Scherza con i fanti di Gianfranco Pannone e Ambrogio Sparagna che firmano un documentario sull'amor di Patria e sull'importanza della pace.
La rassegna delle Giornate degli Autori del Festival del Cinema di Venezia 2019 è iniziata con un evento speciale, un documentario che unisce racconti di militari e immagini di repertorio. Il film si intitola Scherza con i fanti ed è stato diretto da Gianfranco Pannone e Ambrogio Sparagna. Il documentario parte dall’idea che il popolo italiano, nonostante abbia vissuto tante guerre, troppe violenze e carestie, non abbia così vivo lo spirito d’amor patrio. Sullo schermo però scorrono prima di tutto le parole di un militare della Marina Italiana che negli anni ’90 ha partecipato a una missione in Kosovo. Un militare che invece morirebbe per la sua Italia come lui stesso afferma, ma che al contempo ha visto atrocità che lo hanno profondamente segnato.
Scherza con i fanti unisce diari di guerra e immagini d’archivio segnando la storia bellica italiana
La riflessione sui soldati giovanissimi che venivano mandati in guerra un po’ alla sprovvista si attiva quando si ascoltano le parole scritte nel 1861 quando l’Italia si stava creando, da un soldato lombardo del Regio Esercito di stanza a Pontelandolfo, in Campania, dove fu uno dei protagonisti dell’eccidio di civili più cruento all’indomani dell’Unità d’Italia. Oppure attraverso quelle di un autista viterbese del Regio Esercito, che nel 1935 andò a combattere in Etiopia, convinto che quell’impresa coloniale fosse la sintesi perfetta del primato fascista e che, invece, scopri la terribile realtà dei gas ai danni della popolazione locale. Ciò che ne scaturisce è un enorme inno alla pace.
Non solo perché il film procede tracciando la nostra storia di ormai 100 anni fa, quella che hanno vissuto i nostri nonni e che hanno potuto raccontare ai propri nipoti. Ripercorrendo lo strano, a volte ironico, rapporto del popolo italiano con il mondo militare e più in generale con il potere, i racconti proseguono con quello di Rosetta Solari, una giovane donna cattolica e di estrazione borghese, che imbracciò le armi e divenne partigiana sulle montagne tra Parma e La Spezia, a Borgo Val di Taro, e che infine combatté due guerre, la prima contro i nazifascisti, la seconda, forse la più difficile, contro il maschilismo che si scontrava con la sua decisione di essere in campo durante la battaglia. A lei si aggiunge il diario di un sergente della Marina militare napoletano, che negli anni ’90 ha prestato servizio durante la missione di pace in Kosovo, in un racconto commovente fatto di uomini, donne e soprattutto bambini che furono messi a dura prova dall’aspra guerra in Jugoslavia.
Tra un racconto e l’altro si sentono i canti e le musiche popolari di gioia e di dolore scelti e composte da Ambrogio Sparagna, attingendo dal prezioso repertorio dell’Archivio dell’Istituto Luce Cinecittà, a cui si contrappongono le immagini del panorama attuale italiano, con monumenti e sacrari militari, oltre i vasti cimiteri dove sono sepolti i corpi di soldati italiani e stranieri caduti durante le due grandi guerre.
Scherza con i Fanti si chiude con una riflessione sui fatti di Piazzale Loreto
Ultima ma assolutamente non per importanza è la testimonianza dell’intellettuale, Ferruccio Parazzoli, che il destino ha voluto abitasse a Piazzale Loreto, dove furono esposti i cadaveri di Mussolini e dei suoi sodali. Una pagina di storia controversa, tragica per ferocia come mostrano le immagini di repertorio, con corpi martoriati risultato di uno spirito vendicativo di chi aveva subito la guerra e che ha indissolubilmente la storia d’Italia.