Se mi vuoi bene: recensione del film di Fausto Brizzi
La nostra recensione di Se mi vuoi bene, il nuovo film di Fausto Brizzi con protagonista Claudio Bisio, al cinema dal 17 ottobre.
Spento l’incendio divampato nel novembre del 2017 e con esso la bufera mediatica che tanto ha dato da scrivere e parlare alle due fazioni in campo, quelle dei colpevolisti e quella degli innocentisti, archiviate in sede giudiziaria lo scorso gennaio le accuse di molestie a suo carico perché “il fatto non sussiste”, Fausto Brizzi ha così potuto ricominciare il suo lavoro dietro la macchina da presa prima con Modalità aereo e ora con Se mi vuoi bene. E anche in questo caso ha sfiorato questioni autobiografiche per alimentare la sceneggiatura e cogliere l’occasione per scagliare addosso a chi lo aveva messo alla gogna una serie di frecciatine, ramanzine e cazziatoni.
Se mi vuoi bene: le disavventure di un avvocato depresso dispensatore di buone azioni
Per farlo stavolta racconta la storia di Diego (Claudio Bisio), un avvocato di successo, affetto da una depressione cronica che lo convince una volte per tutte a dire addio alla vita. Ma suo malgrado il tentativo di suicidio non va a buon fine e dovrà tornare alla quotidianità. Un giorno incontra Massimiliano (Sergio Rubini), proprietario di un eccentrico negozio di Chiacchiere che non vende nulla se non appunto conversazioni. Ed è proprio chiacchierando con lui che Diego capisce qual è la soluzione per uscire dalla sua palude emotiva: fare del bene a tutti i suoi cari. Diego individua chirurgicamente i problemi che secondo lui affliggono sua madre, suo padre, suo fratello, sua figlia, i suoi amici, perfino la sua ex moglie e, con la precisione di un cecchino bendato, finisce per rovinare l’esistenza a ognuno di loro. Ma non tutto è perduto…
Per vedere come il protagonista recupererà le varie situazioni dopo averle una alla volta ulteriormente compromesse vi rimandiamo alla visione del film, dal quale ovviamente non c’è da aspettarsi altro se non la ricetta tradizionale a base di sentimenti a buon mercato, qualche sorriso strappato qua e là e mescolato a più di un tentativo vano di mandare a segno una manciata di battute al vetriolo, alla quale il regista e sceneggiatore capitolino ci ha abituati da qualche anno a questa parte. Anche se sembra ieri dal fortunato esordio alla regia con Notte prima degli esami (2006), di acqua e di pixel ne sono passati sotto il ponte e gira e rigira la minestra proposta ha cominciato ad avere sempre lo stesso sapore dovuto alla scelta di riproporre in modalità random ingredienti già usati: dal mix di romance e commedia agrodolce al fattore nostalgico in stile amarcord, la cui carta in Se mi vuoi bene viene calata sul tavolo già nel prologo e successivamente nel pre-finale canterino.
Se mi vuoi bene: una successione di situazioni singole e corali, poche delle quali degne di nota
Detto questo, il film si presenta come una commedia sentimentale e affettiva degli equivoci che cerca il suo motivo di essere nel percorso di un uomo che cerca tanto la redenzione quanto un nuovo slancio esistenziale nel darsi agli altri, concedendo a ciascuno di loro attimi di felicità, momenti di riflessione e seconde occasioni. Il tutto condensato in una timeline che altro non è che una successione di situazioni singole e corali, poche delle quali degne di nota come la rivincita a tennis, il finto tamponamento o la cena a casa di Loredana, che vorrebbero essere originali e invece si devono scontrare con la dura realtà che quanto scritto da Brizzi & Co. ricorda in più circostanze dinamiche già viste in Collateral Beauty tanto per fare un esempio.
Se mi vuoi bene: il solito Bisio chiamato a gigioneggiare nei panni di un personaggio per lui fotocopia
Analogie più o meno evidenti con altri film che a conti fatti, però, rappresentano il male minore di Se mi vuoi bene dove troviamo ritroviamo il solito Bisio chiamato a gigioneggiare nei panni di un personaggio per lui fotocopia. Per carità quella di Diego è una figura che gli calza a pennello, probabilmente cucita addosso all’attore piemontese, ma sta proprio qui il problema. È l’ennesima replica di uno spettacolo in cui ha già dato tutto, per cui sarebbe venuto il momento di provare a cambiare. Se poi vogliamo comunque andare a pescare nel mazzo per salvare il salvabile, allora tra tutti gli interpreti coinvolti è a Lucia Ocone (Loredana, l’amica del cuore e non solo) e al già citato Sergio Rubini, gestore del locale e saggia voce della coscienza, che tendiamo una mano benevola.
Il film, distribuito da Medusa Film, uscirà nelle sale giovedì 17 ottobre.
PANORAMICA RECENSIONE