Seance – Piccoli omicidi tra amiche: recensione del film horror con Suki Waterhouse
Seance - Piccoli omicidi tra amiche pesca un po' da Dario Argento, ma pur con la giusta dose di gore, risulta inutilmente arzigogolato.
Fumo. Un pistolero misterioso arriva nella cittadina un po’ isolata dove non conosce nessuno e nessuno conosce lui. La sua missione? Vendicare un torto. Quanti film, dagli spaghetti western in poi, cominciano in questo modo? Ora, basta sostituire alcune parole (fumo con neve, pistolero con studentessa e cittadina con scuola) per avere la debole e per certi versi ridicola trama di Seance – Piccoli omicidi tra amiche, film d’esordio dello statunitense Simon Barrett. Protagonista un gruppo di ragazze – tra le quali spicca, almeno per fama, Camille interpretata da Suki Waterhouse – che frequentano un prestigioso college femminile, la Edelvine Academy, in cui è da poco avvenuta una tragedia in circostanze poco chiare e che si crede pertanto infestato da un fantasma. Ricorda qualcosa?
Seance – Piccoli omicidi tra amiche e quelle strane somiglianze con Dario Argento
Ricorda qualcosa, certo. Ricorda innanzitutto Suspiria, il capolavoro di Dario Argento che Seance cerca maldestramente di imitare non solo per la trama (per quanto la componente paranormale di Seance si sciolga immediatamente), ma anche per l’ambientazione (il college femminile, nel quale tra l’altro la danza sembra impegnare parecchio le studentesse, proprio come accadeva in Suspiria) e per un timido ma momentaneo uso dei colori, come il rosso acceso gettato da una lampada in una delle camere delle ragazze che squarcia per qualche secondo il filtro inutilmente e genericamente scuro che avvolge quasi ogni scena. Del resto, per continuare a tracciare un filo tra Seance e Argento, in certi momenti la colonna sonora ha quella ritmata ridondanza da filastrocca che con uno sforzo di fantasia può rimandare ai Goblin.
Un horror poco horror
Seance – Piccoli omicidi tra amiche è un horror, quindi dovrebbe spaventare. Ma non è così, fatti salvi un paio di jumpscare che però diventano presto troppo prevedibili e, quindi, meno spaventosi. Non è così per il modo in cui è stato scritto e costruito. All’inizio ha le movenze dell’horror paranormale – si parla di fantasmi, evocazioni, tavolette simil-ouija – che però sono continuamente stemperate perché le vediamo attraverso gli occhi increduli della stessa protagonista, tanto che anche a noi risultano poco convincenti: siamo sicuri che ci sia un vero fantasma e che non si tratti piuttosto di uno scherzo mal riuscito? Questo gioco di sfumature, tra paranormale e non, risulta intrigante nel primo atto. Il problema è che il film scopre troppo presto le sue carte – uno spettatore un po’ attento e smaliziato, che sappia anche solo un minimo come funzioni la sceneggiatura di un film di questo tipo, risolve il mistero alla base del film dopo mezz’ora – ma vuol far finta di nulla, vuole continuare a tenerci sospesi nell’incertezza, e ne vien fuori un pastone confusionario. Persino la catartica risoluzione finale, che passa attraverso l’immancabile spiegone, ha qualcosa di poco chiaro. Barrett, che è anche lo sceneggiatore di Seance, è inutilmente prolisso e arzigogolato tra colpi di scena tentati e non riusciti e improvvisi e mal spiegati stravolgimenti di fronte.
Quota rossa e quote rosa
Se c’è un merito in Seance – Piccoli omicidi tra amiche, sta certamente nell’elemento gore. Barrett non lesina sullo splatter, ma sa muoversi su un filo sottile: usa il sangue, ma non esagera, quindi non disturba. Trova insomma un buon equilibrio, senza il quale il film sarebbe scaduto nell’inconsapevole b-movie. Equilibrato, cioè privo di esibizionismi, è anche il cast. In questo caso Barrett è bravo a dosare gli spazi nei momenti in cui l’intero gruppo è in scena e a evitare che alcune ragazze vengano messe in ombra da altre. Ciò che manca piuttosto – tolto uno spiegone che riguarda Camille – è un minimo di approfondimento dei personaggi che permetta di andare al di là di dinamiche stereotipate. Ma forse per un film del genere, che dura un’ora e mezza, aspettarsi di più è anche inutile.
Il film è al cinema dal 24 febbraio 2022 con Adler Entertainment.