Second Chance: recensione

Il dolore di un padre alla morte del figlio. L’amore sconfinato che porta a gesti limite. Folli. Susanne Bier torna con un thriller sull’infanticidio. Il film Second Chance, presentato in anteprima a Toronto e poi al Torino Film Festival, esce in sala il 2 Aprile distribuito da Teodora Film. Dopo l’amaro in bocca lasciato da Una folle passione, con protagonisti Jennifer Lawrence e Bradley Cooper, la regista danese si riavvicina al suo stile tanto complesso quanto attuale. Pensare che nel 2011 con il film In un mondo migliore ha ottenuto la statuetta d’oro come Miglior film straniero. Subito dopo il crollo, per riemergere pian piano con quest’ultima pellicola.

Da Hollywood torna in Danimarca e scrive a quattro mani, insieme a Anders Thomas Jensen, soggetto e sceneggiatura di Second Chance. La storia di un poliziotto per bene, di un padre affettuoso e un marito innamorato e protettivo. Andreas è sposato con Anne e da pochi mesi sono diventati genitori. Simon è il suo migliore amico, reduce da un matrimonio disastroso e da un difficile rapporto con il figlio. La calma apparente è disturbata dall’improvvisa morte del bambino di Andreas. Un dramma che stravolge la sua vita e lo spinge a compiere un gesto folle e disperato. A cosa può portare la morte di un figlio? Come reagisce la mente umana? Susanne Bier racconta un caso limite. Lo fa con le caratteristiche del thriller. Alla ricerca di un assassino, di un presunto colpevole.

Susanne Bier e Nikolaj Coster Waldau

Susanne Bier e Nikolaj Coster Waldau

Il dramma di Andreas nasconde qualcosa di più grave. Dalla morte del piccolo Alexander una serie di eventi, forse troppi, che si rincorrono e intrecciano tra loro. Un’indagine approfondita tra il bene e il male per spiegare come gli esseri umani delle volte si comportano in modi apparentemente incomprensibili. “Non credo sia corretto definirlo un thriller” ha commentato Susanne Bier, “secondo me è una storia drammatica e si inserisce nel percorso che ho seguito finora. Ha elementi da thriller, così come aveva anche In un mondo migliore, ma resta un dramma”. Un dramma sociale.

Second Chance ricorda molto Sorrow and Joy di Nils Malmros, se non fosse che in quel caso si trattava di un fatto intimo e privato del regista. Sono entrambi film danesi con al centro una storia di infanticidio. Nel film di Malmros c’è una coppia che tenta di superare il dramma e rimettersi in piedi. Mentre la Bier si concentra sull’uomo, marito e padre, che deve fare i conti con una realtà crudele. Una verità che ha davanti gli occhi ma non vuole, non riesce a vedere. Il racconto drammatico di un fallimento.

Giudizio Cinematographe

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.8

Voto Finale