September 5: recensione del film con Peter Sarsgaard

Il film diretto da Tim Fehlbaum è stato presentato alla 81ª edizione del Festival di Venezia. Al cinema a partire dal 13 febbraio

Il potere della televisione, dell’immagine, del racconto comunicato, narrato in tempo reale, il bello e il brutto della diretta, la tempestività, l’improvvisazione; presentato in anteprima all’interno della sezione Orizzonti Extra della 81ª edizione del Festival di Venezia, arriva finalmente nelle sale September 5, il film diretto dal giovane regista svizzero, Tim Fehlbaum (al suo terzo lungometraggio dopo Apocalypse e Tides), che racconta la tragedia avvenuta nel corso delle Olimpiadi di Monaco di Baviera, 1972 – durante le quali furono presi in ostaggi alcuni membri della squadra olimpica israeliana – vista attraverso gli occhi e le telecamere di una troupe di giornalisti sportivi dell’emittente americana ABC. Candidata come Miglior sceneggiatura originale alla prossima premiazione Oscar, dopo aver ottenuto la nomination come Miglior film drammatico ai Golden Globe, la pellicola vede la produzione di BerghausWöbke Filmproduktion e Projected Picture Works, per una collaborazione tra Germania e Stati Uniti, che ha per protagonisti gli statunitensi Peter Sarsgaard (La figlia oscura, The Batman) e John Magaro (Taking Chance, My Soul to Take), il britannico Ben Chaplin (La sottile linea rossa, Stage beauty) e la tedesca Leonie Benesch (Babylon Berlin, La sala professori).

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La diretta che cambiò la storia

September 5 cinematographe.it

Nel pieno della Guerra Fredda, con la Germania impegnata a riabilitare il proprio nome e la propria immagine, le olimpiadi estive del 1972, svoltesi a Monaco di Baviera, danno al paese una grande occasione in tal senso. La troupe dell’emittente americana ABC Sports, capeggiata dal famigerato Roone Arledge (Peter Sarsgaard), segue tutti gli eventi sportivi raccontandoli nella loro eterogeneità e nella loro interezza come, nel corso delle prime sequenze, con le vittorie del nuotatore ebreo Mark Spitz.
Sentiti alcuni spari nella notte tra il 4 e il 5 settembre, il gruppo di giornalisti, messosi presto all’ascolto delle trasmissioni della polizia, con il supporto dell’interprete Marianne (Leonie Benesch), scopre ben presto di essere a pochi metri dall’attuazione di un attacco terroristico. Il gruppo militante Settembre Nero ha infatti fatto irruzione nelle stanze della squadra israeliana, uccidendone due membri, prendendone in ostaggio altri nove e chiedendo in cambio la liberazione di centinaia di prigionieri palestinesi.

Incaricato dall’alto, il responsabile della sala di controllo Geoffrey Mason (John Magaro), organizza la troupe così che possa coprire interamente la notizia e raccontarla al meglio in diretta. Parte così un pedinamento della notizia, la ricerca della compiutezza e della verità, con la squadra organizzata tramite metodi non sempre ortodossi e al limite della legalità: i negoziati sulle fasce orarie, i documenti falsi atti ad infiltrare giornalisti in zone in quel momento inavvicinabili, le improvvisate sulle interviste, sulle immagini, le riprese degli stessi terroristi, da cui deriva poi l’angosciante timore che anch’essi stessero usufruendo della diretta a loro vantaggio. Tutto prosegue serrato, inseguito da telecamere in preda all’euforia e vogliose di sputare fuori ogni dettaglio catturato, sino al drammatico epilogo, impietoso per tutti e aggravato dal precedente diffondersi di notizie false.

September 5: il racconto del dietro le quinte del racconto

September 5 Tim Fehlbaum cinematographe.it

Al termine del film una scritta riporta il dato secondo cui la diretta ABC dell’attacco terroristico sia stata seguita da circa 900 milioni di persone, per una delle trasmissioni più seguite della storia televisione ancora oggi, oltre quarant’anni più tardi. Questo dato sottolinea quanto effettivamente la diretta abbia, in questo caso, fatto la storia e, seppur da un punto di vista politico e in particolare appunto storico, non possiamo che elogiare l’operazione avvenuta nel 1972 come momento di svolta per il giornalismo, per la comunicazione e per il mezzo televisivo, i grandi dubbi rimango sulla morale, sulla correttezza di alcune scelte, sulla loro legittimità. Il diritto di cronaca, il diritto al sapere, alla conoscenza, alla trasparenza si scontrano con la morale e con l’astuzia, con il dubbio, con il rimorso, con quell’improvviso timore di poter essere d’aiuto a chi si sta combattendo, solamente raccontandolo, quelle lotte interiori rispetto a cosa sia giusto mostrare, a cosa sia giusto rischiare di mostrare, chiedendosi se sia meglio servire il mondo documentando il reale senza alcun tipo di filtro oppure porre sempre in primo piano la sensibilità dello spettatore e del cittadino, privilegiando un racconto più controllato.

September 5: valutazione e conclusione

Peter Sarsgaard cinematographe.it

Notevole il lavoro fatto da Tim Fehlbaum, anche autore dell’opera assieme a Moritz Binder e Alex David, oltre a quello di Markus Förderer che ha curato con occhio angoscioso, e quasi opprimente, una fotografia capace di ricreare perfettamente la contestualizzazione spazio-temporale posta sullo sfondo del film e le buie stanze dell’emittente televisiva in primo piano, dalle quali, come in un’oblio oscuro, si tenta di fare chiarezza su ciò che ancora non è noto, che ancora nessuno sa, agendo nella notte, in maniera furtiva. September 5 è un gioco di schermi, incastonati l’uno nell’altro ad effetto matrioska, interrogati l’uno dall’altro rispetto a ciò che deve essere mostrato, sulla necessità del racconto, di quello in diretta tanto quanto di quello fatto a posteriori (per chi non c’era ma ho ugualmente necessità di sapere). Apprezzabile, pertanto, anche una sceneggiatura che decide di dare prevalentemente per scontata la politica e di porre l’attenzione su altri aspetti, su questo che molto meglio si confanno al racconto cinematografico e alla sua stessa esistenza. Perché se la diretta è necessaria, il racconto della diretta è indispensabile.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.3