Sergente Rex: recensione del film con Kate Mara
Una storia molto commovente, Sergente Rex (titolo originale Megan Leavey) accompagna nella definizione di un rapporto sincero fra un pastore tedesco e una donna sconfitta dalla vita. Disponibile su Netflix.
Sergente Rex, film del 2017 e diretto da Gabriela Cowperthwaite, ci conduce nei territori del war-movie ma da una prospettiva inedita: quella a misura di cane. Tratto da una storia vera, il film segue le vicende di Megan Leavey (Kate Mara), una giovane lavativa incapace di riprendere in mano la sua vita, dopo la morte improvvisa del suo migliore amico. Quando le si presenta l’occasione di arruolarsi nel corpo dei marines, fugge da una famiglia poco comprensiva nei suoi confronti per dedicarsi completamente all’addestramento militare. Da lì a poco riesce ad ottenere il ruolo di addetta all’unità artificieri, instaurando un rapporto speciale con Rex, un pastore tedesco in età avanzata ma con un eccezionale fiuto sviluppato. Il film è attualmente disponibile su Netflix.
Sergente Rex: non si parla di una donna e un cane, ma di due esseri viventi complementari fra loro
Sergente Rex è diretto, essenziale: tutto quello che c’è da sapere sullo sviluppo dell’interprete principale lo si può decifrare attraverso poche linee di dialogo, con un rapporto in divenire che aumenta di intensità. La caporale Megan Leavey affronta più di cento missioni in Afghanistan assieme al suo fidato compagno Rex, con una tenacia senza pari. Ciò che viene preparato, attraverso la lunga parentesi delle trasferte in Iraq, è un forte impatto emotivo tradotto in palpabile tensione. Nello svolgere l’attività di artificieri, la coppia protagonista deve valutare ogni singola mossa e comprendere a fondo la posta in gioco, nel caso in cui si debba andare incontro a conseguenze fatali.
Megan è un profilo difficile da catalogare, poco incline a stabilire dei contatti umani. Gli occhi sono tutti puntati su una persona sconfitta nello spirito, che ricomincia a provare emozioni con un cane che accumula e sostiene ogni sua preoccupazione di fondo. Gabriela Cowperthwaite, occupandosi di una regia che si lascia travolgere dagli eventi, descrive perfettamente le condizioni di vita e la sensibilità latente di Rex: viene raffigurato un cane rabbioso, indomabile, che sta ancora aspettando una persona che lo consideri un vero aiutante e non una macchina da guerra. Tra i due profili messi a nudo si scova il cuore pulsante di una storia avvincente, che evita i tranelli della lacrima facile per dedicarsi agli equilibri raggiunti da Megan e Rex, mentre attorno a loro è in corso una guerra infinita, che non ha mai conosciuto compromessi.
I ruoli secondari perdono di definizione, in una trama completamente incentrata su due figure di punta
Nel cast di Sergente Rex troviamo anche Common, Tom Felton (Draco Malfoy della saga di Harry Potter) e Ramon Rodriguez. Sono dei personaggi indispensabili solo per dividere il film in atti ben distinti, durante l’addestramento e le missioni altamente rischiose da compiere, ma i riflettori continuano ad essere puntati su Kate Mara, nella sua miglior interpretazione, e il suo insostituibile amico. La sceneggiatura, a cura di Pamela Gray e Annie Mumolo, intende volutamente tenere a debita distanza Megan dai suoi commilitoni, anche se è possibile creare un intreccio sentimentale lungo la via. Una condizione di profonda solitudine si trasforma in occasione per riscattarsi e rendersi fieri di sé stessi; Megan la troviamo inizialmente in apnea, figurativamente parlando, e la durata del film viene distesa per andare incontro al suo arco caratteriale ottimamente impostato.
Mark Isham è incaricato di comporre le musiche del film: esse vengono dispiegate per puntualizzare le tappe critiche dell’unione indissolubile fra Megan e Rex, impegnati a migliorare insieme per racimolare sangue freddo e spirito di combattimento. La tensione rimane costante, nei frangenti in cui ci dobbiamo confrontare con terreni di guerra popolati da esplosivi insidiosi. Noi siamo gli occhi di Megan e il fiuto di Rex, il film ci ricorda che la trama può procedere solo se ci affidiamo completamente alla loro esperienza sul campo. Questa indicata è la caratteristica vincente di Sergente Rex, che riesce a sorvolare la poca attenzione rivolta alle figure di contorno che popolano gli avamposti militari.