Shadowhunters: recensione della prima stagione della serie tv

Dopo tredici episodi, la prima stagione di Shadowhunters è giunta (finalmente) alla fine. Tuttavia, non c’è via di fuga per noi: il network Freeform, ex ABC Family, ha pensato bene di rinnovare la serie tv, tratta dai romanzi di Cassandra Clare, per una seconda stagione, nonostante un esordio non del tutto convincente. Sopratutto a causa della recitazione della protagonista. La saga letteraria creata dalla Clare e composta da sei libri ha conquistato il pubblico degli young adult di tutto il mondo, andandosi a collocare insieme al successo di Hunger Games e di Divergent. Gli elementi per attrarre il lettore ci sono tutti: romanticismo, fantasy, sovrannaturale e creature di ogni tipo. Bisogna dire che trasportare dalla carta allo schermo un prodotto letterario non è mai semplice.

Shadowhunters: una prima stagione altalenante per una serie che non ha entusiasmato del tutto

Gli Shadowhunters avevano già debuttato nel 2013 con un film di scarso successo, tanto che il sequel fu subito accantonato e si pensò alla produzione della serie tv. Stavolta non ci sarebbero stati errori e la trama sarebbe stata più in linea con il libro. Così la prima stagione di Shadowhunters segue la trama principale dei primi due libri della saga creata dalla Clare, ovvero Città di Ossa e Città di Cenere, ma al tempo stesso, per permettere di estendersi nel corso dei 13 episodi, aggiunge nuovi personaggi e nuovi elementi che si incastrano tra loro e a volte riescono a funzionare, dando un certo ritmo alla storia.

Il cast della serie tv

Il cast della serie tv

Protagonista è Clary Fray (Katherine McNamara), normale 18enne che nel giorno del suo compleanno scopre la sua vera natura: è una shadowhunter, ovvero una creatura metà umana e metà angelo che ha il compito di proteggere gli umani dai Nascosti, demoni, vampiri e forze oscure che minacciano la vita terrestre. Clary scopre però di non essere l’unica in grado di vedere queste creature e ad aiutarla nel suo nuovo viaggio saranno Jace (Dominic Sherwood), Isabelle “Izzy” (Emeraude Toubia) e Alexander “Alec” Lightwood (Matthew Daddario), mentre verrà supportata dal suo migliore amico Simon (Alberto Rosende), segretamente innamorato di lei. Nella prima stagione, Clary dovrà salvare sua madre Jocelyn, che le ha nascosto la sua natura di shadowhunter, dal malvagio Valentine e per farlo dovrà recuperare la Coppa Mortale, uno strumento in grado di creare nuovi shadowhunters. Il lungo percorso che Clary compirà l’aiuterà a scoprire qualcosa in più su se stessa, la sua famiglia e i suoi amici, realizzando che il mondo intorno a lei è cambiato e che niente sarà più lo stesso.

Katherine McNamara in una delle sue tante espressioni monofacciali.

Katherine McNamara in una delle sue tante espressioni monofacciali.

Cosa non ha funzionato in Shadowhunters? Sicuramente la recitazione priva di qualunque espressività della McNamara. Vada che la serie tv sia nata per un canale rivolto ai teenager, vada che sia lo stesso network di Pretty Little Liars, ma un minimo di pathos deve esserci almeno nelle scene più drammatiche. Non c’è critica verso la scelta del casting, che rispecchia i personaggi dei libro. Il problema di fondo è la protagonista principale che non convince (nelle sequenze tragiche la sua mimica facciale è quasi assente, causando risate convulse piuttosto che lacrime); esagerata nelle espressioni, troppo eccessiva e per nulla naturale. Per non parlare della zero chimica con Dominic Sherwood. Gli effetti speciali sono ridotti ai minimi storici, così come la fotografia che appare sbiadita e poco funzionale (alla Freeform piacerà risparmiare sui visual effects e sull’abbigliamento, acquistato dal cinese di fiducia).

Magnus e Alec in una scena

Magnus e Alec in una scena

Cosa ha invece funzionato in Shadowhunters? Nonostante la storia ruoti intorno a Clary e anche al suo rapporto con Jace, lo spettatore si focalizza invece sulla relazione (bellissima e ben trasportata sullo schermo) tra Alec e Magnus Bane (Harry Shum Jr.), personaggio carismatico e ambiguo che ha portato in risalto molte nuove caratteristiche dell’appena citato shadowhunter. Inoltre, l’introduzione di nuovi personaggi, come Lydia, promessa sposa ad Alec, ha permesso di creare nuove dinamiche e scoprire qualcosa in più sul mondo degli Shadowhunters.

In conclusione, possiamo dire che l’adattamento televisivo della saga della Clare non è male, ma neanche eccezionale. Il passaggio dai libri alla televisione non è facile, ma nel complesso la serie riesce a creare un ritmo abbastanza modesto grazie ai nuovi elementi che si incastrano alla perfezione con la storia originale. Lo stesso non possiamo dire per l’abbigliamento gothic-chic e le pettinature imbarazzanti che farebbero venir ribrezzo anche ad Aria Montgomery.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Sonoro - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Emozione - 3.5

2.8