Shark – Il primo squalo: recensione del film con Jason Statham
Immersioni nelle profondità marine, scontri all'ultimo sangue e una creatura preistorica: Jason Statham deve combattere la sua battaglia più difficile in Shark - Il primo squalo.
L’uomo è da sempre stato guidato dall’irrefrenabile brivido della scoperta, dalla volontà di dominare la natura e dimostrare di essere il padrone del mondo. Ma spesso è la natura stessa che si ribella e manifesta tutta la sua potenza, come a voler ricordare chi dei due è il più forte. In Shark – Il primo squalo, è la curiosità dei protagonisti che li fa spingere troppo oltre, in profondità mai esplorate e nelle quali forse era meglio non addentrarsi. Spinti dal coraggio e dalla sicurezza di poter riuscire nella loro missione, i ricercatori hanno scoperto una parte di oceano davvero incredibile e unica, ma sicuramente troppo pericolosa.
Shark – Il primo squalo: la potenza della natura (e del cinema)
Un gruppo di ricercatori ha costruito la più innovativa e tecnologica base di ricerca marina mai vista prima nel bel mezzo dell’oceano Pacifico: composta da diversi piani che si inabissano nel profondo dell’oceano, la costruzione vanta un corridoio lunghissimo completamente realizzato in vetro, che dà così la possibilità di osservare tutte le creature marine il più vicino possibile. Il dottor Minway Zhang e sua figlia Suyin sono convinti che sotto di loro, nella profondità del mare, ci sia uno strato gassoso, detto termoclino, che separa le acque della superficie da quelle più oscure e profonde, abitate da creature mai viste prime. E presto scopriranno di avere ragione.
Come molti altri film prima di lui, Shark – Il primo squalo racconta di un fenomeno catastrofico e unico, attraverso il quale la natura manifesta tutta la sua potenza. Questa volta il fenomeno ha la forma di un gigantesco squalo, un megalodonte che, dalle profondità del mare, sale in superficie seminando panico e morte. Ancora una volta è l’ingordigia, la superbia e la vanità dell’uomo che lo inducono a spingersi troppo oltre, convincendolo di poter superare qualsiasi ostacolo. Ma proprio quando l’essere umano raggiunge il suo obiettivo, credendosi così padrone del mondo e, in questo caso anche delle profondità dell’oceano, ecco che la natura fa la sua mossa, pronta a difendersi. Come afferma lo stesso protagonista Jonas, la natura non fa mai nulla per caso e se la parte più oscura e pericolosa dell’oceano è stata per millenni protetta da un termoclino, un motivo ci sarà.
Proprio per mostrare tutta la potenza della natura e del megalodonte, Shark – Il primo squalo ricorre alle grandi potenzialità del cinema e delle sue tecnologie. Riprese mozzafiato, combattimenti subacquei all’ultimo sangue, immersioni in profondità mai raggiunte prima: il film riesce a tramettere la stessa paura e il medesimo terrore che provano i protagonisti, intrappolati in un sottomarino in fondo all’oceano o bloccati in una gabbia per squali. Lo spettatore si immerge letteralmente nel film, soprattutto se si pensa che la maggior parte del tempo è ambientato al di sotto del livello del mare, dove si trova anche la iperteconologica base di ricerca.
Ma anche le tecnologie più avanzate non possono nulla contro uno squalo gigante, ed ecco che quindi, quando l’uomo si sente invincibile perché armato delle armi e dei dispositivi più sofisticati, la natura fa la sua mossa. A quel punto non resta che fuggire per poter sopravvivere, a meno che tu non sia Jason Statham.
Shark – Il primo squalo: Jason Statham è inarrestabile
Dopo essere stati attaccati brutalmente da una terribile creatura, alcuni ricercatori rimangono bloccati nel loro sottomarino a 11.000 metri sotto il livello del mare. Solo una persona ha già portato a termine una missione di salvataggio a quelle profondità: Jonas Taylor.
Sono ormai anni che Jason Statham ci ha abituati a scontri, combattimenti, inseguimenti, lotta a mani nude o con potenti armi: ma questa volta forse l’attore si è superato. Vero protagonista del film, in Shark – Il primo squalo Statham è Jonas, l’uomo dei salvataggi impossibili, con un passato segnato da terribili esperienze, ma sempre pronto ad entrare in azione quando in ballo ci sono delle vite umane.
Jonas è l’eroe americano contemporaneo, con tutte le caratteristiche del caso: carattere burbero ma cuore d’oro e, soprattutto dotato di un coraggio infinito, tanto buttarsi in mare aperto armato solo di un misero fucile per combattere uno squalo di 80 metri. Ancora una volta, come nei lungometraggi precedenti che lo vedevano protagonista, il film gira intorno a lui, alle sue imprese, ma anche al suo cambiamento e crescita: come spesso accade in questi casi infatti, il protagonista che da tempo combatte con sensi di colpa o errori passati, ha la possibilità di riscattarsi. Attraverso una missione quasi impossibile, può rimediare al passato e mostrare quanto vale veramente. E Jonas non si tira indietro, decidendo di rientrare in azione per combattere la creatura più pericolosa che l’uomo abbia mai affrontato.
Adrenalina, immagini spettacolari, sequenze mozzafiato e anche qualche salto dalla poltrona: in Shark – Il primo squalo Jason Statham torna ad essere l’eroe delle missioni impossibili e lo fa davvero alla grande.