Shin Nosferatu: recensione della graphic novel

La graphic novel, realizzata da Roberto Recchioni, rivisita il fascino dell’iconico Signore delle tenebre in occasione dell’uscita del remake di Robert Eggers.

Se metti una bottiglia al centro di una stanza vuota e chiedi a tre persone di raccontare quello che vedono, usciranno tre storie differenti. Questa è la magia del punto di vista creativo, e Roberto Recchioni è un mago stilistico che porta su carta una magnetica rivisitazione del celebre vampiro, protagonista di un film che ha fatto la storia del cinema, e che ritorna prepotentemente sui grandi schermi a 100 anni di distanza, più vigoroso e cupo che mai, grazie al remake di Robert Eggers. Shin Nosferatu è una graphic novel di forte impatto che la casa editrice BD, con JPOP Manga, lancia come primo colpo per un 2025 ricco di novità e storie da raccontare, affiancandone l’uscita nelle sale con quella del Nosferatu di Eggers, potenziandone così l’impatto multimediale pur essendo media e case di produzione differenti.

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Shin Nosferatu di RROBE va oltre il fumetto e si identifica come un’opera emozionale che esplora una via in grado di soddisfare il desiderio arcano e inconscio che tutti noi aneliamo dai racconti dell’orrore: la voglia di essere avvolti da quella particolare atmosfera. Come suggerisce magnificamente il regista Marco Mainetti (Manetti Bros.), che ne cura la prefazione, non bisogna pensare a Shin Nosferatu come a un fumetto classico, con i balloon che escono dalla bocca dei personaggi; questa è un’opera che vuole esplorare e rendere omaggio a un mito dell’universo cinematografico, un riferimento imprescindibile nel mondo dell’orrore, che ha bisogno di essere raccontato da un punto di vista esperto e visionario. Un punto di vista che permetta di trasmettere la caratteristica principale della storica pellicola di Murnau: il silenzio e l’oscurità. Il fumetto, infatti, è un medium silenzioso per definizione. In Shin Nosferatu, questo silenzio diventa parte integrante, se non il co-protagonista, di un racconto che accerchia il lettore con tutta la paura e il terrore che ci si aspetta da questo genere.

Il silenzio è una componente fondamentale nella storia di Shin Nosferatu

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Il Signore delle tenebre prende vita dal nero della copertina, facendone parte integrante. Nella sua semplicità, il personaggio ritratto evoca l’immagine iconica del film di Murnau, pur conferendo al contempo modernità e personalizzazione. Il font del titolo, che cambia colore e mostra la parola “SHIN” in rosso, come se fossero schizzi di sangue, gioca una parte fondamentale e suggerisce al lettore ciò che accadrà nella storia. Interessante l’idea, in fondo al volume, di mostrare una gallery con alcune bozze della copertura scartate.

Il soggetto e la sceneggiatura di Shin Nosferatu: quante sensazioni in un fumetto!

Roberto Recchioni crea un racconto con pochissime parole. Tutto è giocato come se si stesse guardando un film muto. E con una rara maestria, RROBE riesce a trasmettere la sensazione di avere tra le mani un fumetto muto. Parole criptiche, ermetiche e centellinate, onomatopee e qualche grido. La storia prosegue attraverso immagini, situazioni, angoscia e colpi di scena. Il disagio, l’oscurità, una presenza inquietante, e tanto spazio per suggestionare il lettore e trasportarlo verso la conclusione di una storia dove chi trionfa non è detto che sia davvero il vincitore.

“Bram Stoker, Stephen King, Murnau, Eggers, Go Nagai… grazie a loro ho imparato a temere il buio.” (RROBE)

Pur essendo un prolifico sceneggiatore da oltre trent’anni, Roberto Recchioni qui passa dalla tastiera del PC ai disegni, realizzando un viaggio stilistico che spazia tra echi dei grandi maestri del fumetto mondiale. Si riconosce una gabbia delle tavole in stile manga, con forti riferimenti al Devilman di Go Nagai, ma anche illustrazioni in splash page che richiamano immediatamente Frank Miller in Silent Night. Un pizzico dello stile pittorico di Dave McKean in Arkham Asylum evoca la potente sensazione di orrore che si sprigiona nelle tavole centrali della storia.

Shin Nosferatu: valutazione e conclusione

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Shin Nosferatu lo si legge, lo si sfoglia, lo si rilegge e lo si risfoglia. È veloce, angosciante al punto giusto, ed è un piccolo assaggio di quello che il fumetto può offrire, usando un linguaggio universale e diretto che permette a chiunque di appassionarsi, restando comodamente a casa o in viaggio in treno. Grazie a queste idee e a questo sforzo di produzione, le storie possono andare avanti, uscire, essere raccontate senza il bisogno di milioni di euro di budget per un film. Una casa editrice, un sogno, uno sforzo di poche persone motivate e professionisti coadiuvati da imprenditori che incanalano le loro risorse per creare qualcosa che si possa toccare, respirare, e che, infine, dia al lettore ciò che più desidera: l’emozione.