Short Skin: recensione
Il regista Duccio Chiarini firma Short Skin, il suo primo lungometraggio, realizzato nell’ambito di Biennale College – Cinema. Il lavoro è stato presentato alla 71esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2014 e vede come protagonista Edoardo (Matteo Creatini), un 17enne pisano che soffre di fimosi al pene. Durante la sua infanzia i genitori Daniela e Roberto, rispettivamente Bianca Nappi e Michele Crestacci, si occupano del problema e pensano di averlo risolto. Ma, una volta cresciuto, il ragazzo non fa parola con nessuno delle problematiche che in realtà continua ad avere, nemmeno con il suo migliore amico Arturo (Nicola Nocchi).
Edoardo, al contrario, cerca di scappare a tutti i costi da un mondo secondo lui troppo fossilizzato sul sesso: i genitori premono affinché il figlio si dichiari a Bianca (Francesca Agostini), la vicina di casa arrivata da Milano nella cittadina per trascorrere le vacanze estive; la sorellina Olivia (Bianca Ceravolo) è ossessionata dal fatto di far accoppiare il suo cane il prima possibile; l’amico Arturo è determinato nel voler perdere la verginità entro la fine delle vacanze.
Tutte queste pressioni esterne non fanno altro che aumentare la solitudine di Edoardo che, chiuso nel suo microcosmo asessuato, fa di tutto per non sbilanciarsi con nessuna ragazza per paura che il rapporto possa diventare più intimo. Ed è questo il caso dell’incontro con Elisabetta (Miriana Raschillà), troncato appena la ragazza ha cercato di spingersi oltre.
Il consiglio che spinge Edoardo a muovere i primi passi al di fuori del proprio guscio viene da una persona del tutto inaspettata e porta Bianca, la ragazza milanese, ad essere la prima persona con cui il 17enne prova ad avere un rapporto sessuale, anche se non andrà a buon fine. Questa ennesima delusione, però, sarà la molla che lo porterà alla scelta finale.
Realizzato con un budjet basso, Short Skin cattura lo spettatore per la delicatezza con cui viene affrontato il problema e dall’aria mesta con cui Edoardo si approccia a tutte le persone che incontra. Inoltre una buona dose di ironia aiuta lo spettatore a soffermarsi su alcune battute e riflettere sulla situazione del ragazzo calandosi direttamente nei suoi panni. Ed è così, ad esempio, che molte battute del padre risultano fastidiose anche per lo spettatore, oltre che per Edoardo, che si dimostra l’unico della famiglia a rispettare se stesso e gli altri.
Buona anche le scelta delle musiche affidate a Woodpidgeon, assenti nei momenti di solitudine interiore di Edoardo, puntuali nel resto del film.
Short Skin racconta la metamorfosi tra l’adolescenza e l’età adulta
Short Skin non è un film sulla vita e sulla crescita adolescenziale di un uomo – dice il regista Duccio Chiarini – ma è un film che parla di sessualità e che risponde alla domanda di Edoardo, che è anche la nostra: “cosa significa amare?”. Sarà proprio questa domanda che porterà Edoardo a trovare il coraggio di affrontare la sua paura più grande… E’ un film in cui ognuno di noi capisce il proprio valore nel momento in cui è capace di accettare e convivere con i propri problemi. Perché ognuno di noi ha il proprio short skin.
Il film arriverà nelle sale italiane il 23 aprile distribuito da Goodfilms.