Venezia 80 – Sidonie au Japon: recensione del film con Isabelle Huppert
Recensione del film di Élise Girard con Isabelle Huppert, presentato alle Giornate degli Autori, circuito parallelo al Festival di Venezia.
Sidonie au Japon porta a Venezia un volto ormai di casa al Festival nostrano: la celebre attrice Isabelle Huppert. Diretto da Élise Girard, il film con protagonista la star francese è stato presentato in anteprima durante le Giornate degli Autori, rassegna che da quasi 20 anni corre in parallelo alla Mostra del Cinema di Venezia, con l’obiettivo di dare attenzione al cinema di qualità.
Girard, regista francese, ha esordito dietro la cinepresa con due documentari, per poi avventurarsi nel mondo del cinema con il lungometraggio Belleville Tokyo (2011), raggiungendo il successo con il suo secondo film Strange Birds (2016), presentato alla Berlinale, nella sezione Forum.
Sidonie au Japon: una Isabelle Huppert infelice alla ricerca di sè e della felicità in Giappone
Con una sceneggiatura scritta da Girard assieme a Maud Ameline e Sophie Fillières (scomparsa recentemente), il film è ambientato nel Giappone di oggi, e segue il viaggio nell’est di Sidonie Perceval (Huppert), un‘affermata scrittrice francese ancora in lutto a seguito della morte del marito avvenuta anni prima. Invitata nel paese del Sol Levante per promuovere la riedizione del suo primo libro, qui è accolta e guidata nella città di Tokyo dal suo editore locale Kenzo (con il volto di Tsuyoshi Ihara). Un incontro fortuito, che porta i due – grazie alle loro passeggiate quotidiane, tra templi sacri, zone storiche della città, pranzi e cene, e i meravigliosi alberi fioriti della primavera giapponese – ad avvicinarsi e a confidarsi l’uno con l’altra, scoprendo inaspettate vicende familiari in comune, oltre che un passato difficile. Ma nella terra dove i fantasmi si aggirano attorno ai vivi, Sidonie deve fare i conti con il fantasma del marito Antoine (August Diehl), che le fa costantemente visita durante il soggiorno in Giappone. Sidonie dovrà quindi finalmente lasciarsi alle spalle il passato per aprirsi al presente ed accettare l’amore di Kenzo.
Nato dall’amore della regista per il Giappone, scoperto grazie ad un viaggio nel 2013, Sidonie au Japon è un film-viaggio che studia il lutto, la rinascita, e il nuovo amore, ma anche la connessione tra passato e presente, la fine del lutto e l’inizio dell’amore. Élise Girard costruisce, attraverso una sceneggiatura delicata e semplice, uno studio intimo di una personalità, quella di Sedonie, ma in parte anche quella di Kenzo, tormentata dal passato e dal dolore, dal lutto recente ma anche dal lutto del passato. Un film contenuto, che non osa distaccarsi dalle convenzioni, ma che cerca di rimanere nella semplicità per affrontare tematiche non altrettanto semplici: il lutto, la perdita di una persona amata, ma anche semplicemente la tristezza, la solitudine. E così vediamo, grazie alla sempre eccellente Isabelle Huppert, un personaggio che evolve in modo graduale, quasi impercettibile ma allo stesso tempo evidente. Un cambio non solo emotivo ma anche esteriore, dagli abiti che passano dai tailleur stretti e formali, ai vestiti e alle gonne morbide e ampie, dalle scarpe col tacco alle scarpe da ginnastica, dalla postura e dall’andamento quasi robotico a dei movimenti più sciolti, liberi e a volte anche buffi.
Un cambio dovuto anche alla comparsa del fantasma del marito Antoine, un fantasma che però non è lì per tormentare, tutt’altro. Una visione, quasi onirica, che connette Sidonie al defunto marito Antoine e che li porta a chiudere definitivamente quell’amore finito di repentino a causa dell’improvvisa morte di lui. Una riconnessione con il passato per poter ritornare a vivere e creare un futuro, possibilmente anche con il gentile e silenzioso Kenzo.
La rinascita di Sidonie avviene con il suo arrivo in Giappone, dove grazie alla promozione del suo primo libro riesce a chiudere con il suo passato lontano, e grazie a Kenzo e al fantasma di Antoine riesce ad affrontare il passato recente e a guardare al futuro. Una storia di seconde opportunità che però necessariamente porta ad una domanda: non ci troviamo nel solito metodo narrativo, piuttosto cliché, del personaggio occidentale che va in Asia per re-incontrare se stesso? Purtroppo è così, inevitabilmente il film, seppur rispettoso del paese ospitante, non riesce a fare a meno di usare il Giappone come luogo dove la protagonista francese può ri-scoprire se stessa, rinascere, e trovare l’amore grazie alla filosofia zen, ai ciliegi in fiore, ai tempi buddisti, alla cultura lenta e quiete.
Conclusione e valutazione
Sidonie au Japon è un film lineare, quieto, quasi intimo, che si sviluppa attorno ai propri personaggi e alla sceneggiatura semplice e controllata, che però nella sua ristrettezza è lontano dal portare nello spettatore un vero e proprio coinvolgimento emotivo. Sidonie grazie al suo viaggio in Giappone attraversa una trasformazione emotiva che la porta ad una vera e propria catarsi, lasciandosi il passato alle spalle e aprendosi al futuro e all’amore. Un moto emotivo che però non avviene nello spettatore. Un buon character study che però non riesce mai ad emergere veramente, una pellicola interessante, ma troppo convenzionale per riuscire a brillare in un festival pieno di stelle del firmamento cinematografico.
Il film è stato prodotto da Sébastien Haguenauer, assieme a 10:15 Productions e co-prodotto da Lupa Film, Fourier Films, Box Productions. Il cast comprende Isabelle Huppert, August Diehl e Tsuyoshi Ihara, e la distribuzione italiana sarà a cura di Academy Two.