Sleeper – Doppia Identità: recensione del film di Philippe Gagnon
Disponibile su Sky dal 14 novembre 2018, Sleeper – Doppia identità è uan spy story che però non sembra avere le caratteristiche del genere che si promette di ricalcare.
Sleeper – Doppia identità è un film diretto da Philippe Gagnon con Kara Killmer, Brett Donahue, Mylène Dinh-Robic, Rayisa Kondracki e Joe Cobden.
Sleeper – Doppia identità ci porta nella vita di Jennifer Jones, una donna che vive un matrimonio felice con suo marito Freddy. Freddy è un fioraio, ha una vita molto serena e apparentemente equilibrata con Jennifer; Jennifer dal suo canto è molto insicura, dentro di lei si annida la paura di poter perdere ogni cosa, una paura legata ad un evento triste del suo passato. In seguito al loro settimo anniversario di matrimonio, Jennifer comincia a notare qualche stranezza in Freddy: mentre dorme sembra parlare in una lingua straniera, è spesso assente e sembra mentirle in continuazione.
Sleeper – Doppia identità: il film di Philippe Gagnon cammina lungo un filo di seta
Nonostante tutto Jennifer si auto convince che si tratta solo di una normale periodo di difficoltà, una semplice crisi del settimo anno. Un giorno Jennifer vede Freddy discutere con una donna in un parco, una donna misteriosa di cui il marito non specifica mai l’identità. Tutto cambia quando Freddy, di ritorno dal lavoro, viene investito da una macchina e finisce in coma. Dopo alcune ulteriori stranezze e molte ricerche, Jennifer scoprirà che Freddy non è la persona che affermava di essere.
Sleeper – Doppia identità ci porta nelle pieghe di un film di spionaggio, e precisamente nella vita di una donna che apprenderà che suo marito non è chi dice di essere. Freddy in realtà è una spia russa in incognito, un uomo molto pericoloso ricercato dall’FBI, circondato da persone altrettanto letali da cui Jennifer dovrà allontanarsi e difendersi. Il regista Philippe Gagnon realizza un film che cammina sopra un filo di seta, sempre in bilico tra il dramma, lo spy-story e l’inadeguatezza stilistica. Va considerato che tutti gli elementi che mette insieme la narrazione non sono particolarmente credibili, a partire dalla vita di questa coppia in crisi, con un passato alle spalle difficile, fatto di aborti e di incertezze.
Sleeper – Doppia identità: una spy story senza carattere
L‘elemento drammatico poi cede il passo alla storia di questa spia russa, un fioraio che coltiva armi nel retrobottega, che male si intreccia a tutto l’insieme del racconto, poiché non specifica mai le ragioni del protagonista, non si addentra realmente nel mondo dello spionaggio e nelle dinamiche interne della caccia all’impostore. Resta sempre tutto molto in superficie, non c’è fantasia, non c’è una linea drammatica, e nemmeno la recitazione riesce a salvare l’inefficacia stilistica del film, che è davvero poco ispirata, fermandosi ad un livello quasi dilettantistico.
Sleeper – Doppia identità fonda nello svelamento dell’identità di Freddy il suo valore più profondo, tenta in qualche modo di portare lo spettatore ad un climax, circondando il momento della svolta di grande tensione e di una intensa suspense. Ma l’effetto di senso che plasma la storia non è sorprendente come dovrebbe, anzi, con ogni probabilità, la vera identità di Freddy la si riesce ad intuire molto prima che lo faccia Jennifer. Ci vuole una certa sospensione dell’incredulità per accettare che Freddy abbia potuto ingannare Jennifer per tutto questo tempo, senza farsi accorgere mai per tutti i sette anni di matrimonio. Sleeper – Doppia identità, in ultima analisi, non possiede i tratti di una spy story, non è credibile nella sua esposizione formale, non raggiunge alcun climax narrativo e nemmeno gli attori riescono a nobilitare la resa visiva ed emotiva del film, che purtroppo è destinato a cadere inesorabilmente nel dimenticatoio più totale.