Sleepers: recensione del film drammatico con un cast stellare
Sleepers, con un cast che comprende Robert De Niro, Dustin Hoffman, Kevin Bacon e Brad Pitt, è tratto da una drammatica storia vera di abusi e maltrattamenti.
Film del lontano 1996 che tratta un tema purtroppo ancora attuale, Sleepers è diretto da Barry Levinson e ha un cast composto da star internazionali come Robert De Niro, Dustin Hoffman, Brad Pitt, Jason Patric, Kevin Bacon, Ron Eldard, Billy Crudup e Vittorio Gassman. In onda alle 21.27 su Rete 4 è ispirato alla terribile storia vera di Lorenzo Carcaterra, scrittore italoamericano.
1966, Hell’s Kitchen, Manhattan: Lorenzo (Joseph Perrino), Michael (Brad Renfro), John (Geoffrey Wigdor) e Tommy (Jonathan Tucker) sono quattro giovani di poco più di tredici anni che, una volta al mese, a turno, hanno un’abitudine: derubare un venditore di hot dog per assicurarsi un pranzo gratuito e non solo. Un giorno, però, la situazione sfugge di mano e un uomo rimane ucciso. I quattro ragazzi vengono condannati a 18 mesi di riformatorio. Un periodo che si rivelerà terribile: un gruppo di secondini guidato dall’agente Sean Nokes (Kevin Bacon) di notte li conduce spesso in una stanza e abusa di loro, picchiandoli e umiliandoli. Quindici anni dopo i ragazzi sono cresciuti, ancora traumatizzati da quell’anno in riformatorio: John (Ron Eldard) e Tommy (Blly Crudup) sono diventati due delinquenti, Lorenzo (Jason Patrick) tenta la carriera di scrittore e Michael (Brad Pitt) è un avvocato d’accusa. L’occasione di ottenere giustizia e vendetta si presenta davanti ai loro occhi, in maniera inaspettata e richiedendo l’aiuto di tutti.
Sleepers: una realtà svelata in un racconto universale che, nonostante la drammaticità della vicenda, riesce a far immedesimare lo spettatore
Drammatico e cupo, Sleepers, tradotto letteralmente coloro che dormono, ma che in slang significa “ragazzi da riformatorio con un futuro nella malavita”, non denuncia solo gli abusi, psicologici, fisici e sessuali che i quattro ragazzi subiscono e i maltrattamenti verso un gruppo di quattordicenni indifesi e responsabili di un errore che ha segnato le loro vite per sempre; è anche un ottimo legal drama, una storia di vendetta e di riscatto. “È la resa dei conti” viene ripetuto spesso nel film. Diviso in tre parti, prima e dopo la dura permanenza in riformatorio, attraverso gli anni cruciali dei quattro protagonisti: l’inizio dell’adolescenza, l’anno nel carcere per poi fare un salto di quasi 20 anni e mostrare come effettivamente due di loro, Ron e Billy, siano diventati dei criminali. E come ognuno di loro non abbia mai dimenticato ciò che ha passato. Una realtà cruda raccontata da sguardi, brevi flashback, frammenti di un pestaggio o di un abuso, espliciti e latenti, sempre chiari, in una cornice di violenza e brutalità che non lascia spazio neanche ai ricordi che hanno preceduto quell’incidente fatale. Quattro ragazzi costretti a crescere fin troppo in fretta, ignari che il mondo fuori da Hell’s Kitchen fosse anche quello all’interno del riformatorio, nel silenzio della notte.
Personaggi brevemente caratterizzati, ma delineati già nei primi 10 minuti del film, dediti a piccoli furti, per divertimento e per sentire uno stimolo in una vita piatta e ogni giorno uguale a se stessa; d’estate prendono il sole sui tetti di uno dei sobborghi di Manhattan, un quartiere malfamato e povero. La loro profonda amicizia è l’unica cosa che li salva da situazioni familiari complesse. Con l’allegria e l’ingenuità di qualsiasi quattordicenne. Tra dramma giudiziario, denuncia sociale e amara verità, Sleepers è un film coinvolgente e straordinario, che sconvolge e tiene viva l’attenzione dello spettatore dall’inizio alla fine, riuscendo a creare una forte empatia. Tra piccole soddisfazioni che costano care, che trasmettono un senso di unione e forza per non perdere mai una dignità messa a dura prova, ed essere felici anche solo per un momento.
Intenso e forte: Sleepers fa luce su una storia che non si dimentica facilmente
Un cast davvero magistrale, dalle star riconosciute ai giovani attori che interpretano i protagonisti da ragazzi. Un Dustin Hoffman nei panni di un confusionario avvocato d’ufficio, Robert De Niro che interpreta un prete ignaro della richiesta di aiuto dei ragazzi che ha cercato di salvare dalla malavita, essendone uscito anni prima lui stesso. Per non parlare di Kevin Bacon, nei panni di un disgustoso e ripugnante secondino del riformatorio, che si cala nella parte alle perfezione. Jason Patric, Brad Pitt, Ron Eldard e Billy Crudup sono i Lorenzo, Michael, John e Tommy adulti, provati e cambiati, che non potranno mai dimenticare, ancora tormentati dagli incubi. Attori che riescono ad esprimere le loro emozioni e dolori alla perfezione. Ma il senso del film non è solo legato alla drammaticità della vicenda narrata, ma anche a quanto un singolo momento possa cambiare la vita, a quanto l’attenzione a un dettaglio possa fare la differenza. Anche il riscatto è un tema fondamentale nel film, come l’amicizia.
Una regia attenta alle location, che riprende dall’alto la Manhattan luminosa che rappresenta il futuro dei ragazzi ancora da vivere e la claustrofobia della prigione, degli stretti corridoi che percorrono accompagnati dai secondini. Così come la fotografia, caratterizzata da colori caldi, anche se sempre spenti, all’inizio, e da tinte più fredde, ambientazioni notturne e una scelta dei costumi e della scenografia più cupa, così come la narrazione, illuminata leggermente di più nelle aule del tribunale, dove si accende il senso di giustizia. Con una visione del mondo che sembra suggerire che a volte i veri colpevoli sembrano vittime, una giustizia personale e mai scontata. Che può dare la speranza che nulla, di tutto quello che hanno vissuto i quattro protagonisti, possa accadere di nuovo.