Sogno di una notte di mezza età: recensione del film di Daniel Auteuil

Quarto film del volto noto del cinema francese Daniel Auteuil, Sogno di una notte di mezza età è una debole commedia da camera che si diverte a manipolare la realtà coniugale e la pericolosa illusione, con un cast sottotono e troppo poco estro. Scrive e adatta Florian Zeller di The Father.

Quando gli amici di vecchia data Patrick (Gerard Depardieu) e Daniel (Daniel Auteuil) si rincontrano per caso, i due, ancora ignari, si ritroveranno in balia di una crisi di mezza età. Il primo infatti, dopo il divorzio con la moglie sta frequentando una ragazza più giovane e preme farla conoscere all’amico, a sua volta sposato con l’insegnante Isabelle (Sandrine Kiberlain) restia alle presentazioni ufficiali perché ancora molto amica dell’ex moglie di Patrick. Il primo tentativo di dissuadere Daniel dalla cena a quattro però si rivela la scelta più sbagliata, e dopo un incubo rivelatore Isabelle accetta con riserva di accogliere in casa Emma (Adriana Ugarte) barista trentenne originaria di Barcellona con un invidiabile sex appeal.

Vestita di rosso e disinibita, la spagnola si accompagna a Patrick senza porsi problemi di età né ceto sociale, provocando nel padrone di casa un evidente imbarazzo dall’entrée al dessert, imbambolato dal suo fantasticare proibitivo di una storia d’amore illusoria e impossibile che (forse) non vedrà mai la realtà.

Sogno di una notte di mezza età: dietro il sipario si ride di più

Sogno di una notte di mezza età cinematographe.it

Tratto dalla pièce teatrale L’Envers du décor (Dietro il sipario), scritta da colui che quattro anni dopo sarà il regista rivelazione dello splendido dramma senile The Father Florian Zeller, la commedia da camera Sogno di una notte di mezza età (titolo originale Amoureux de ma femme) adatta senza verve un testo teatrale molto probabilmente compiuto più sul palco che sul set teatrale, sfruttando a metà le possibilità del montaggio cinematografico, qui essenziale per la sua doppia natura trasognata e realistica. Il film infatti dona allo spettatore una sola coordinata veritiera costruita su uno spazio-tempo certo, ovvero la cena-incontro in una casa borghese della Parigi dei boulevards, e attorno all’evento stesso ramifica illusioni, sospensioni e fantasticherie del protagonista sul suo oggetto del desiderio, una mangiauomini che farà tintinnare le utopie romantiche di un signore sposato e ultra cinquantenne.

Uomini borghesi messi in crisi dall’età nel film di Auteuil

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Più che di ritmo trasognato però, la regia di Auteuil sembra muoversi assonnata e a rilento. Non mettendo in gioco, ovvero in ridicolo, abbastanza il suo personaggio, l’andatura del film difatti frena notevolmente il divertimento che una situazione potenzialmente caricaturale come quella a monte avrebbe potuto generare. L’instancabile attore algerino di Caché (2005), due volte Premio César nel 1987 e nel 2000 e quattro volte regista con Fanny (2013), Marius (2011) La fille du puisatier (2013) dirige una sceneggiatura già priva di grandi svolte sorprendenti con una struttura narrativa bipartita che richiede la connivenza diretta con lo spettatore, unico testimone dei pensieri libertini ma vani di Daniel. A parte i cliché sui quali forse è possibile sorvolare, Sogno di una notte di mezza età, tra lapsus e corteggiamenti chimerici, è una commedia priva di guizzi nel racconto stesso del desiderio maschile e una storia di tradimenti sospesa tra veridicità pericolosa e concessioni sovrappensiero a racchiudere l’unico proseguo spettatoriale (e finale) per cui vale la pena partecipare.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 1.5

2.3