Soldado: recensione del sequel di Sicario diretto da Stefano Sollima
Soldado si rivela un seguito capace di non snaturare lo spirito e le atmosfere del predecessore. Un film robusto e intenso; Stefano Sollima ha centrato il bersaglio!
Dopo una spasmodica attesa, arriva nelle sale Soldado (Sicario: Day of the Soldado in originale), sequel del pregevole Sicario di Denis Villeneuve. La sceneggiatura è nuovamente opera di colui che grazie anche agli script di Hell or High Water e I segreti di Wind River è diventato il cantore per eccellenza della moderna frontiera americana, ovvero Taylor Sheridan, mentre la pesante eredità del cineasta canadese è finita nelle mani dell’italianissimo Stefano Sollima, che dopo la serie di Gomorra e Suburra ha finalmente la sua prima grande opportunità in una produzione internazionale. Confermati i due principali volti maschili di Sicario, ovvero Benicio del Toro e Josh Brolin, mentre la protagonista del film di Villeneuve Emily Blunt non è stata inclusa in questo progetto.
Dopo che un attacco suicida a Kansas City provoca la morte di diversi cittadini americani, il governo statunitense ordina all’agente CIA Matt Graver (Josh Brolin) di adottare misure straordinarie contro il cartello messicano, sospettato di trasportare illegalmente terroristi lungo il confine. Graver decide quindi di generare caos nel cartello alimentando una guerra fra clan rivali, reclutando la sua vecchia conoscenza Alejandro Gillick (Benicio del Toro) per aiutarlo nella missione. I due si accordano per uccidere un importante esponente di un clan e parallelamente sequestrare la piccola Isabel Reyes (Isabela Moner), figlia del leader di un’organizzazione rivale. Comincia così una guerra senza regole e senza esclusione di colpi lungo il confine fra Messico e Stati Uniti, dove le leggi non contano più e il confine fra giusto e sbagliato si fa sempre più labile.
Soldado: un angosciante viaggio nei tetri scenari diplomatici di oggi
Stefano Sollima mette in scena con Soldado un sequel solido, coinvolgente e di grande intensità, che riprende le atmosfere e le tematiche di Sicario senza rimanerne ingabbiato, apportando inoltre novità ed espansioni a questo cupo universo e ai suoi carismatici personaggi, su cui potrebbe appoggiarsi il futuro di un vero e proprio franchise. Rispetto al film di Denis Villeneuve (datato 2015), ora siamo nell’era Trump, nell’epoca dell’assenza di compromessi, nel momento del “Nessuna regola stavolta“, come sottolinea il personaggio di Josh Brolin in una semplice quanto tagliente battuta del film.
Pur senza citare espressamente l’attuale amministrazione statunitense ed espandendo a livello di contesto politico quella che di fatto è la tematica di Sicario, ovvero la scomparsa della distinzione fra buoni e cattivi in scenari politici e culturali particolarmente complessi e la necessità di scegliere il male minore per garantirsi un futuro, Stefano Sollima ci immerge nei tetri scenari diplomatici di oggi, dove lontano dall’anestetizzata finzione dei social si consuma ogni giorno una guerra subdola e sporca, fatta di sotterfugi, inganni e tradimenti, in cui a rimetterci sono sempre e comunque i civili, trattati come merce di scambio e pedine di un perverso Risiko commerciale. Il risultato è un film truce e violento, dominato da un sorprendente realismo e da due dei migliori interpreti del nostro tempo, ovvero Josh Brolin e Benicio del Toro, che sfruttano magistralmente l’opportunità di approfondire le personalità dei rispettivi personaggi, disegnandone un pregevole arco narrativo.
Soldado: Stefano Sollima centra il bersaglio
Soldado riesce nel duplice intento di scuotere e coinvolgere lo spettatore, accompagnando un’azione asfissiante e dal ritmo incalzante con un racconto di strabiliante potenza emotiva, che ci sbatte in faccia senza compromessi e sofismi il marciume della politica internazionale, che non fa distinzioni fra traffico di droga ed esseri umani e non si fa scrupoli a utilizzare anche il simbolo per antonomasia della purezza e dell’innocenza, ovvero i bambini, per raggiungere i propri scopi. In un clima di totale disumanità, diventano ancora più importanti e toccanti gli sprazzi di umanità che affiorano da Graver e Gillick, due uomini a cui non è rimasto nulla se non il desiderio di portare a termine la propria missione e la volontà di vendetta, che trovano nel campo di una battaglia sporca e silenziosa e nell’attaccamento ai propri compagni di sventura un residuo emotivo a cui aggrapparsi, pur rimanendo fedeli ai propri principi.
Alla prova di maturità con il cinema hollywoodiano, Stefano Sollima centra il bersaglio, traendo il meglio dai propri strabilianti interpreti e da una messa in scena di rara solidità, che rinuncia all’estetica raffinata di Sicario (e del direttore della fotografia Roger Deakins, ben rimpiazzato da Dariusz Wolski) in nome di una fotografia più asciutta e rigorosa, pur concedendosi alcuni notevoli virtuosismi, come un adrenalinico inseguimento a bordo di un elicottero. Il sangue scorre copioso, come la violenza fisica ed emotiva, bagnando un racconto senza vincitori né vinti, che lascia la porta aperta a un più che probabile terzo capitolo di una delle saghe più angoscianti del cinema contemporaneo.
Soldado: un seguito di grande robustezza e intensità, che non fa rimpiangere Sicario
Volendo cercare un difetto a quello che rimane un prodotto di pregevole robustezza e inconsueto vigore, dobbiamo riscontrare che l’assenza del personaggio di Emily Blunt, una sorta di guida morale per Sicario, non è adeguatamente compensata dai nuovi ingressi nel cast: quando Soldado sposta il focus dai monumentali personaggi di Brolin e del Toro, si trova a perdere due insostituibili punti di riferimento e a navigare pericolosamente verso i cliché e le convenzioni di genere (il rapporto sempre più intenso fra rapitore e rapita, il desiderio di rivalsa), facendo così brevemente calare l’intensità di un racconto che per il resto non concede un minuto di respiro allo spettatore. Buone notizie invece dalla colonna sonora, con Hildur Guðnadóttir che riprende i temi del suo connazionale Jóhann Jóhannsson (venuto prematuramente a mancare pochi mesi fa) adattandoli all’atmosfera del racconto e sottolineando i passaggi più intensi.
Tirando le conclusioni, Soldado si rivela un seguito che, pur non raggiungendo le vette di quella che è una vera e propria pietra miliare del cinema contemporaneo, non fa rimpiangere il lavoro di un formidabile cineasta come Denis Villeneuve, apportando una serie di modifiche a livello di contenuti e di sviluppo dei personaggi, tali da non snaturare lo spirito e le atmosfere del predecessore, senza tuttavia cadere nella replica di qualcosa di già visto. Un motivo di orgoglio per l’intero movimento cinematografico italiano, che dimostra una volta di più di essere in grado di sfornare talenti come Stefano Sollima, che, con un adeguato sostegno economico e infrastrutturale, non hanno nulla da invidiare ai più celebrati colleghi stranieri.
Dopo essere stato distribuito nelle sale americane a partire dal 29 giugno, Soldado arriverà al cinema in Italia il 18 ottobre, grazie a 01 Distribution.