RomaFF14 – Son-Mother: recensione del film di Mahnaz Mohammadi

La recensione di Son-Mother, il primo lungometraggio di Mahnaz Mohammadi con protagonisti Raha Khodayari, Mahan Nasiri e Maryan Boubani.

Son-Mother del 2019 è il primo lungometraggio della regista iraniana Mahnaz Mohammadi. La sceneggiatura è firmata da Mohammad Rasoulof, che è anche uno dei produttori della pellicola insieme a Europa Media Nest e Filmiran. Il cast è guidato dai due protagonisti Raha Khodayari e Mahan Nasiri; accanto a loro troviamo Maryan Boubani e Reza Behboodi.

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La pellicola ha debuttato in anteprima mondiale al 44esimo Toronto International Film Festival a settembre ed è stato presentato in Italia in concorso ad Alice nella Città, evento autonomo e parallelo la 14esima Festa del Cinema di Roma.

Son-Mother: la trama del film

Leila è una vedova con due bambini. Una situazione non facile, ma resa impossibile dal fatto di essere una donna iraniana. Da quando suo marito è morto, la donna si è presa cura da sola di suo figlio Amir e della sua figlia minore, riuscendo a garantire una regolare entrata economica senza sostegno altrui, grazie al suo lavoro in una fabbrica, e combattendo quotidianamente contro le dicerie e le insubordinazioni riguardanti una donna sola iraniana dallo spirito autonomo e indipendente.

Ma, nonostante i suoi innumerevoli sforzi, Leila non può che non prendere in considerazione la proposta di matrimonio del premuroso Kazem, uno degli autisti degli autobus della fabbrica, anch’egli vedovo e con una figlia. “Piccolo” ostacolo è l’impossibilità per il figlio Amir di rimanere con sua madre finché la figlia dell’uomo non si fosse sposata, un’altra delle folli regole della società iraniana. Una condizione impossibile da accettare per Leila, che però dovrà fare i conti con una ulteriore difficoltà.

Son-Mother: uno spaccato in due parti

Son-Mother, cinematographe.it

Son-Mother è un film dal grande spirito politico, accompagnato da una buonissima valenza artistica e da un’idea narrativa sagace e interessante.

La Mohammadi decide di raccontare uno spaccato crudo, reale e impietoso della società iraniana, parlando dell’essere una donna vedova e madre di due bambini e dell’essere un figlio reso orfano dalla società. Per farlo, la regista decide di dividere la sua pellicola in due parti distinte, ma intrise dello stesso spirito: nella prima la protagonista è Leila, la vedova lavoratrice, costretta a fare i conti con delle leggi assurde che la costringono a scegliere tra la garanzia di un futuro per la sua famiglia e, di fatto, il continuare a essere la madre del suo figlio primogenito Amir; mentre nella seconda è proprio il punto di vista di quest’ultimo a diventare protagonista, permettendo allo spettatore di addentrarsi in un sottosuolo esistenziale in cui è la normalità dover fare i conti con una società che di umano ha, purtroppo, ancora poco o niente ancora al giorno d’oggi.

Le prove dei due protagonisti, madre e figlio, sono assolutamente di livello e, oltre alle scelte narrative della pellicola, sono loro che riescono a rapire l’occhio dello spettatore e a trasportarlo talmente a fondo nella realtà della società iraniana, da rendere sfuggevole il pensiero che i cittadini di quel Paese devono fronteggiare qualcosa di assurdo. Del resto, nessuno si lamenta mai di questo nel corso della pellicola, a nessuno sfiora il pensiero che sia folle dover fare i conti con delle regole simili, anzi, alcuni dei personaggi hanno premura di normalizzare la situazione, incoraggiando addirittura le “vittime” a prendere con ottimismo le opportunità che la vita ancora offre loro.

Son-Mother, cinematographe.it

Allargando un po’ il campo, Son-Mother funziona finché rimane fedele alla sua linea guida politica, ma difetta e scema notevolmente quando decide di prendersi delle licenze e provare a inserire qualche altra tematica, compiendo delle scelte disorientanti e qualche caduta di stile.

In definitiva l’opera prima della Mohammadi riesce a delineare un ottimo spaccato reale di una società che ancora oggi è un teatro dell’assurdo, mascherato e tollerato da dei cittadini che accettano di vivere una vita che di umano ha poco o nulla.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2
Emozione - 2.5

2.3