Sopravvissuto – The Martian: recensione del film di Ridley Scott
There’s a starman waiting in the sky Hed like to come and meet us But he thinks he’d blow our minds. È così che suona nelle profondità dello spazio il successo di David Bowie, un uomo, un marziano che attende aiuto dalla terra. Detto così sembrerebbe l’incipit di una commedia e perché no? Ridley Scott ci ha abituato nel corso della sua lunga carriera cinematografica ad un’intesa della fantascienza come angoscia, paura e solitudine.
Il motto “Alienano” In space no one can hear you scream in Sopravvissuto – The Martian potrebbe essere finalmente sciolto e riadattato; Mark, il protagonista della vicenda, interpretato da un magistrale Matt Damon (ormai abbastanza in confidenza con ruoli “spaziali” visto il suo recente impiego in Interstellar di Christopher Nolan), sembra non patire particolarmente l’assenza di forme di vita sul pianeta rosso. Il botanico cerca di riempire questo gap con alcuni dei più grandi successi degli anni ’70 e ’80, vedasi le varie performance degli ABBA, di David Bowie e addirittura della storica serie tv Happy Days.
Ma se il binomio paura-fantascienza viene scisso, su una cosa il maestro Ridley non scende a compromessi: la sopravvivenza ha un costo, uno scotto salatissimo da pagare. Come tutti i personaggi della sua filmografia, anche Mark viene sottoposto ad una serie di prove di resistenza psico-fisica, portata allo stremo da una magnifica pittura fotografica del pianeta rosso (la più bella fotografia di Marte che si ricordi negli ultimi anni). Ma se la fortuna aiuta gli audaci, allora Mark ha più di una possibilità di sopravvivere alle insidie.
Come? Coltivando patate! L’arguta mente del botanico elabora un complesso sistema di agricoltura marziana permettendogli di fatto di continuare a sperare nella salvezza coltivando il tubero più apprezzato in cucina. E se l’attesa sconquassa il protagonista di certo non aiuta i membri dell’equipaggio di Ares III, capitanati dalla splendida Jessica Chastain, e rappresentati moralmente dall’ormai onnipresente Michael Peña. E così tra ilarità a tratti molto coinvolgente e momenti di pathos si snoda la mirabolante storia dell’astronauta americano Michael Watney, l’uomo che riuscì a sopravvivere alle insidie marziane.
Sopravvissuto – The Martian – un Robinson Crusoe dello spazio
Ma da dove partono i fatti? Come si è potuto abbandonare un uomo su Marte? Andiamo a ritroso nel tempo, durante la missione scientifica sul noto pianeta rosso chiamata Ares III, un team di esploratori e scienziati è al lavoro per studiare il territorio, raccogliendo dati molto importanti per lo studio su possibili forme di vita. La ricerca viene bruscamente interrotta da un cataclisma, una incredibile tempesta di sabbia mette a repentaglio non solo la missione ma anche la vita dell’equipaggio dell’Ares. Durante la fuga, Mark Watney, il botanico del team di scienziati NASA viene pesantemente colpito e allontanato da un detrito dell’antenna di trasmissione marziana.
I membri dell’equipaggio danno l’uomo per morto e fuggono via dall’ostile tempesta prima che questa distrugga anche il modulo spaziale. Dopo la fuga, sulla terra, alla notizia della presunta morte di Mark vengono celebrati solenni funerali , ma qualcosa sembra stia succedendo sul pianeta rosso. L’uomo è riuscito rocambolescamente a sopravvivere all’impatto e, tramite il modulo spaziale installato in loco, riesce a “comunicare” con la terra un messaggio inequivocabile. Sono vivo! Riportatemi a casa.
La NASA, apparentemente sconvolta dalla notizia, organizza nel più breve tempo possibile un piano per salvare Mark da un destino quanto mai crudele. L’uomo è solo, a milioni di chilometri della Terra e con scarse provviste alimentari. Riuscirà Mark Watney a sopravvivere alle inside marziane e soprattutto saprà tenere i nervi saldi aspettando i lenti e confusi messaggi dal pianeta Terra?
Sopravvisuto – The Martian – 25 cose che non sapevate sul film
La lunga tradizione di film sul pianeta rosso viene rotta da questa perla di origine scottiana, dove la sopravvivenza è fatta di gioie e dolori, dalla felicità per la nascita delle prime patate alla disperazione di dover razionare il cibo dopo l’esplosione di una parte del modulo spaziale. Ridley Scott ci ha abituato fin troppo bene e la sua tradizione fantascientifica ne è la più chiara dimostrazione, davanti ad un film come questo, dove passione e disperazione abbracciano quasi la linea di demarcazione che li separa, non si può rimanere indifferenti davanti a cotanta beltà fotografica, a quel sapore dolce-amaro che si mischia costantemente nella bocca dello spettatore.
E se dal riso al pianto il passo è breve, allora Matt Damon riassume in sè tutta la virtù dell’uomo saggio e previdente, stringendo forte il detto la calma è la virtù dei forti. La lucidità delle sue azioni è quasi divina tanto da coinvolgere lo spettatore nelle sue emozioni, che siano tristi o che siano felici.
Sopravvissuto – The Martian si rivela per ciò che è, un prezioso e aulico stradivari
Sopravvissuto – The Martian si rivela per ciò che è, un prezioso e aulico stradivari che risuona la sua angelica melodia nel pauroso buio spaziale, riempiendo con quegli accessi aranci marziani il vuoto creato nell’animo del protagonista. Un film da vedere e rivedere fino a colorare di rosso i nostri pensieri.