Sp1ral: recensione del film di Orazio Guarino con Marco Cocci
Sp1ral non è il classico film italiano, questo è bene precisarlo fin dal principio: è un film psicologico, è un film drammatico che porta ad un pugno allo stomaco scena dopo scena, una pellicola tecnicamente impeccabile ma sicuramente non adatta a tutti.
L’opera di Orazio Guarino (qui anche sceneggiatore) con Marco Cocci (che figura anche da produttore associato) è una pellicola rara per il panorama italiano, una di quelle storie che difficilmente si possono ammirare nei cinema italiani e questo porta con sé molti punti a favore ma anche qualche piccola nota negativa.
Sp1ral
Prodotto dalla Naffintusi, con le musiche di Rocco Cavalera, il film racconta di Matteo Moella, un regista controverso ma di successo. Vive e lavora a New York dove è anche in riabilitazione per curare il disturbo borderline di cui soffre da anni. Durante le prove del suo ultimo lavoro, una telefonata dall’Italia lo avverte della morte del padre. Matteo lascia New York e la sua vita per tornare al paese dove è cresciuto e alla casa al mare che il padre gli ha lasciato. La spiaggia della sua infanzia diventa il suo rifugio, inaccessibile a tutti tranne che ad Alice, una giovane e bella ragazza, che sembrerebbe aprire una breccia nel muro che Matteo ha eretto tra lui e il resto del mondo. Ma i suoi fantasmi, sempre presenti, lo trascinano di nuovo in una spirale di ricordi e ossessioni da cui sarà sempre più difficile uscire.
La tecnica registica unita alla fotografia di Sp1ral fanno sì che la pellicola di Orazio Guarino raggiunga uno stile internazionale: se dal punto di vista registico, vista la complessità della sceneggiatura, si passa dai campi controcampi e utilizzo di macchina a mano per molte sequenze del film con una dolcezza e una cura rara, l’utilizzo della fotografia di Andrea Tedesco sottolinea il cambiamento umorale del protagonista, dal passato al presente e scandendo ogni sequenza in maniera eccelsa, quasi come se ci trovassimo di fronte ad alcune foto scattate in analogico con le poche pellicole ancora in commercio da 120, scelta stitlistica che dona al film quella patina e quel senso nostalgico che aiuta visivamente lo spettatore ad addentrarsi nella mente umana del protagonista e nel suo stato d’animo.
In merito, molto avvolgente la colonna sonora e il sound design del film che aiutano lo spettatore ad entrare in un limbo quasi onirico che porta lo spettatore ad un coinvolgimento profondo, nella sua scorrevole durata.
Dal punto di vista recitativo, Marco Cocci compie un lavoro eccelso seguendo la sceneggiatura scritta dallo stesso Guarino ma, se lui si butta totalmente nel progetto e ci crede totalmente, nonostante i comprimari siano pochi, alcuni di loro fanno calare di qualche punto il progetto. Lodevole il personaggio di Marianna, portato in scena da Mariagrazia Pompei, che funge da ritorno al passato ma anche da liberazione per il protagonista, un personaggio che su schermo appare per pochi minuti che comunque segnano per la recitazione che completa quella di Cocci. Qui sopraggiungono i problemi dovuti alla recitazione degli altri attori, non ai livelli di Cocci e Pompei, in particolare stona molto l’italiano che parla un americano maccheronico, facendo perdere leggermente di veridicità il film nei pochi momenti ambientati a New York.
Se si passa sopra a questi piccoli dettagli veramente marginali, Sp1ral è un film che rientra nella nuova alba del cinema italiano come abbiamo potuto vedere dagli ultimi David di Donatello, una rinascita e una voglia di raccontare con Arte delle storie di non facile comprensione per il grande pubblico ma che sicuramente rientrano nel cinema d’Autore.
Sp1ral sarà al cinema a partire dal 21 aprile.