Spelling di un sogno: recensione del documentario Netflix
Uno sguardo approfondito nelle vite di bambini prodigio, pronti a sfidarsi nei campionati americani di spelling. Spelling di un sogno è un avvincente documentario dotato di un grande senso del ritmo.
Spelling di un sogno, disponibile su Netflix dal 3 Giugno, è un documentario incentrato su un gruppo di bambini dotati di un talento straordinario: per eccellere nelle gare di spelling, vengono supportati al meglio da figure genitoriali motivate a crescere dei “divoratori di dizionari”. In questo modo, la storia acquista un ritmo indiavolato e sostenuto da una curiosità crescente; l’interesse è da riservare a piccole promesse di origine indiane che riescono a prendere posizione e dettare legge in una competizione sempre accesa, ripresa e trasmessa su reti nazionali americane come se fosse un vero e proprio sport.
Spelling di un sogno: ogni concorrente è essenziale ai fini della storia presentata
I riflettori sono tutti puntati su bambini di bassa fascia d’età, in grado di immagazzinare oltre 150.000 parole riportate in dizionari; una media impressionante, che indica una forte propensione all’apprendimento. Spelling di un sogno non vuole premiare i vincitori dei campionati nazionali di spelling, ma coloro che mettono in pratica il duro lavoro e si affidano alla perseveranza come ragione di vita. Ogni mente brillante è utile per potenziare un racconto stratificato, che parte da un contesto storico particolare – quello dell’ammorbidimento delle regole USA sugli immigrati nel 1965, ad opera del presidente Lyndon B. Johnson – per individuare i futuri campioni in famiglie che hanno goduto di straordinarie opportunità in terra straniera.
Assicurarsi una vita che non sia agiata ma dedita al sacrificio e alla costanza nel raggiungimento degli obiettivi; questo punto è fondamentale nella formazione di bambini e ragazzi che vogliono acculturarsi e allenare la mente. Il documentario possiede un montaggio serrato, che valorizza le fasi cruciali dello studio su etimologie e provenienza di parole sempre più articolate. Un esempio fra tutti, lo straordinario caso di Akash Vukoti: a soli dieci anni, ha già avuto accesso al campionato nazionale del National Spelling Bee – che si tiene a Washington D.C – nel 2018 e nel 2019. Ancora motivato a spiccare fra i suoi sfidanti, Akash è una piccola scoperta che si sta impegnando duramente per essere considerato un grandioso esempio di tenacia.
Spelling di un sogno: una comunità che acquista valore attraverso le gare di spelling
Molto importante per il documentario di Sam Rega è la morale da tracciare attraverso le gare regionali e nazionali: la comunità indo-americana ha sempre avuto modo di esprimersi attraverso questa entusiasmante competizione, con dei caratteri forti e valorosi messi in gioco. Aprire un varco verso le reti televisive americane, farsi notare e abbattere le barriere delle disuguaglianze e degli stereotipi; il risultato è encomiabile e di straordinaria fattura, se andiamo ad analizzare il contenuto del titolo originale Netflix. Ogni gara si traduce in un affare di famiglia importante, un punto di partenza esemplare per crescere figli eccezionali e dediti allo studio.
La competizione esiste ma non persiste. I giovani talenti non vengono consumati con l’invito a vincere e dominare sugli altri avversari, ma coccolati dalla dedizione e dal sudore versato in mesi di ricerche. Spelling di un sogno è una finestra su un mondo non più esclusivo, dove la predominanza di concorrenti di origini indiane è un segno di cambiamento radicale. La cultura è uno strumento per farsi largo in un paese ancora radicato in convinzioni da sradicare, riguardanti la razza e il senso di appartenenza. Uno sport poco considerato, in questo emozionante documentario, diventa un grido di speranza per una comunità che ha sempre dato il massimo e ha contribuito a rendere l’America una nazione prolifica e produttiva.