Spider-Man: Un nuovo universo – recensione del film d’animazione
Sta per arrivare nelle sale il cinecomic che sbaraglia e rimette insieme tutto ciò che è stato detto e girato di Peter Parker.
Quanti Spidey avremo visto negli anni? Si, d’accordo, la prima trilogia cinematografica, quelli futuristici nei crossover a fumetti e le altre facce sempre più giovani di Andrew Garfield e Tom Holland proposte dalla Marvel con i due reboot su grande schermo. Ma vogliamo dimenticare le serie animate anni ’60 che da noi in Italia impazzavano sulla Rai fino agli anni ’80? O le versioni femminili su carta? Senza parlare dei giocattoli. Un mondo di Uomo Ragno pressoché infinito – con tutina vera, in plastica o metallo, anche in varie dimensioni e livelli di snodabilità degli arti – poi addirittura i mezzi: auto, aerei ed elicotteri creati tirati fuori dalle matite Marvel per vendere nuovi giocattoli in un universo di gadget e merchandising articolatissimo ed in perenne espansione sul mercato globale. Sembra strizzare l’occhio anche a questo mondo qui il nuovissimo Spider-Man: Un nuovo universo. O quantomeno a un’idea di caleidoscopica convivenza di tante versioni del Ragno su un unico grande schermo.
Spider-Man: Un nuovo universo. La storia (senza spoiler)
Miles Morales è un ragazzo che vive a New York, ammira smodatamente suo zio Aaron e viene tartassato bonariamente dal padre poliziotto. Il celeberrimo Spider-Man è morto, ma i poteri del ragno pizzicano il ragazzo donandogli grandi poteri e responsabilità. Si ritroverà così a cavallo di realtà per lui inimmaginabili affiancato da altrettanti Ragni alternativi. C’è uno Spider-Noir proveniente dagli anni ’30, cupo ed enfatico come un personaggio di Sin City; la versione girl power della fidanzata liceale Gwen è Spider-Gwen, incappucciata in un tutino bianco e nero; poi abbiamo una ragazzina giapponese super high tech proposta in stile anime; e dulcis in fundo l’indescrivibile Peter Porker, porcellino in tuta e ragnatela erroneamente considerato parto della mente avvinazzata di Homer Simpson, ma in realtà creato nel 1983 dalla Marvel in una collana di parodie che coinvolgeva anche Hulk e Captitain America. I cattivi non sono pochi, capeggiati per giunta da un Kingpin più grosso che mai. Tra di loro anche una diabolica dottoressa Octopus e lo storico Scorpione. Riusciranno i nostri eroi in tuta a sgominare i villain e a salvare i mondi minacciati da un acceleratore multiuniversale?
Spider-Man: Un nuovo universo. La linea estetica
Crogiolo di stili, quest’ultimo bel pezzo di Marvel è diretto a sei mani da Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman. Il trio incrocia esperienze da disegnatori, sceneggiatori e producer nel mondo dell’animazione prima ancora di questo esordio registico da tre moschettieri in ragnatela. Il loro Ragnoverso ha una fluidità volutamente scattosa per ricordare le tavole disegnate, si fregia di contorni blu e rossi e opacizzazioni importanti per gestire distanze e messe a fuoco, regolando queste vesti a seconda degli universi nei quali capitiamo con la storia. Questo dinamismo di sfumature dona al film una pelle cangiante che accoglie e impreziosisce l’azione. A parte la confezione, ci troviamo davanti a un’opera di rara complessità. Esplosione di colori multidimensionali, ogni battaglia tra i mondi immerge lo spettatore in una visione raramente così fumettistica. Ci era riuscito Ang Lee col suo ingiustamente criticatissimo Hulk, ma lì ci si era fermati ai mascherini che frazionavano lo schermo in varie scene come fosse la pagina di un fumetto. Si vede qualcosa di simile anche qui, ma è solo un dettaglio tra le tante trovate che faranno sentire a casa loro come non mai anche i lettori più agguerriti.
Spider-Man: Un nuovo universo. Il tratto italiano di Sara Pichelli
Non è una novità che il nuovo Spider-Man Mile Morales sia stato sviluppato con i disegni di Sara Pichelli, italiana tra gli illustratori di punta della Marvel in forza alla Casa dei Sogni dal 2008. Nel 2011 è stata l’artista principale del fumetto Ultimate Universe: Spider-Man, da lì il suo tratto è diventato nuovo emblema per l’eroe in calzamaglia. Sembra anche buon segno dei tempi che una personalità artistica così di spicco in America provenga da oltreoceano, sia una donna, e disegni un eroe afroamericano. Alla faccia di chi al di qua e chi al di là dell’Atlantico chiude porti o frontiere, o sguazza tra sessismo e insopportabili distinzioni etniche. Il tratto dell’illustratrice affusola i personaggi caricandoli di un’espressività essenziale, ma viene potenziato da una regia che riesce a spingere al massimo sui vari momenti emozionali della narrazione. Si va da battute comiche, come quelle per gli innesti di Spider-Pork e Spider-Noir, fino al midollo saggiamente supereroistico rappresentato dal classico Spider-Man che farà da mentore allo spaesato Miles. Ci sono anche frecciatine parodiche alla Bat-caverna di Batman e alle molte armature di Iron Man custodite gelosamente da Tony Stark. Al centro di questo scenario troveremo una zia May che per il suo ruolo ricorderà più uno smaliziato Alfred che la solita vecchina indifesa. Alla base di tutto resta comunque la pura action, sempre velocissima, ma estremamente chiara nonostante la complessità, che lascia spazi importanti anche a linee nostalgiche o drammatiche per le varie perdite di personaggi affrontate nei vari universi.
Spider-Man: Un nuovo universo. Perché fa centro
Magicamente Marvel riesce nuovamente a rincarare la dose con classe. Abbiamo appena salutato il grande Stan Lee, ovviamente presente anche qui in uno sfizioso cameo dove parla un po’ più del solito, ma loro vanno avanti a tutta forza. Se il seguito di Spider-Man Homecoming si sta girando in questi giorni, loro ci sfornano una versione d’animazione che incarna in tutto e per tutto il cinecomic come dovrebbe essere: fumetti al cinema. Anzi, da cinema. Nella forma e nella sostanza. Le due ore di evoluzioni e metropoli newyorkesi in varie salse multiuniversali regalano intrattenimento a pacchi, ma si ricollegano fortemente al discorso della cornucopia di merchandising che scatenerà vendite di giocattoli da record e un possibile generatore di crossover a venire. La differenza sostanziale con i vari Avengers sta nell’arte, nello sguardo rivolto più alla fantasia che alle star di turno.
Sarà nei cinema italiani dal 25 dicembre Spider-Man: Un nuovo universo, in quelli americani dal 14, e c’è da scommettere che porterà nuovi sorrisi in casa Marvel dopo i crucci per gli incassi ingiustamente non stellari di Solo: A Star Wars Story, e dopo il lutto per il papà dei supereroi. Ovviamente dopo i titoli di coda una breve, succosa ed enigmatica scena extra, e il Natale è sistemato.