Strange World – Un Mondo Misterioso: recensione del film Disney
Una famiglia speciale, un mondo speciale, il richiamo a un cinema d'avventura che è nel background di ogni spettatore. Strange World - Un Mondo Misterioso, animazione targata Disney al cinema dal 23 novembre 2022.
Strange World – Un Mondo Misterioso è il 61° classico Disney. Sessantunesimo. Arriva nei cinema italiani, come nelle sale di mezzo mondo, il 23 novembre 2022, ma va considerato a tutti gli effetti la proposta natalizia dei Walt Disney Animation Studios. L’auspicio neanche troppo velato, data la trasversalità del target di pubblico, praticamente chiunque, è di contribuire a risollevare, da noi e dappertutto e almeno per un po’, il morale rintronato delle sale cinematografiche. Scritto da Qui Nguyen (Raya e l’ultimo Drago), anche co-regista, diretto da Don Hall, Premio Oscar per Big Hero 6, nel cast vocale italiano Francesco Pannofino, Marco Bocci, Lorenzo Crisci. La canzone del film si chiama Antifragili ed è interpretata da Federica Abbate e Michele Bravi.
Strange World – Un Mondo Misterioso: la storia dei Clade, esploratori e figli di un cinema da recuperare
C’era una volta un cinema d’avventura tutto imperniato sulla scoperta dell’ignoto, alimentato da un senso di rispetto per l’idea stessa del mistero, di chiara matrice letteraria, capace di risvegliare l’istinto del piccolo esploratore nascosto dentro ognuno di noi. Un tipo di storia e un modo di raccontare che il cinema recente ha un po’ trascurato, stordito dall’illusoria e molto contemporanea promessa di un mondo finalmente addomesticato e in cui niente più ci sia da scoprire, perché tutto è stato già visto, già letto, già pensato. In realtà, c’è sempre spazio per qualche nuova scoperta. Domandatelo ai Clade.
I Clade sono una famiglia di esploratori e vivono in un paese strano ma bello chiamato Avalonia. Jaeger Clade (Francesco Pannofino) è il capofamiglia, una leggenda del mestiere che un giorno sparisce nel nulla lasciando il figlio Searcher, solo un bambino (da grande Marco Bocci), con il proverbiale cerino in mano. Searcher, ferito mortalmente da quello che avverte come un dolorosissimo tradimento, si concede il lusso di una scoperta sensazionale, una pianta chiamata pando capace di trasformare Avalonia nella più grande utopia vivente, poi smette con le esplorazioni e si dona anima e corpo all’agricoltura. Sposato con Meridian (Lucy Campeti), papà di Ethan (Lorenzo Crisci).
Qui comincia davvero Strange World – Un Mondo Misterioso. Bussa alla porta di casa Clade la Presidentessa di Avalonia, Callisto Mal (Valentina Stredini), cui serve aiuto perché il pando è in pericolo e bisogna proprio fare qualcosa. Searcher riprende di malavoglia i panni dismessi dell’esploratore, va alla scoperta, con famiglia al seguito, di un meraviglioso mondo sotterraneo tutto meraviglia e un vago senso di inquietudine. Il viaggio costringerà lui e non solo ad aggiustare il proprio sguardo sulle cose e le persone. Senza spoilerare troppo, c’è spazio per parecchie sorprese. L’unica cosa che si può raccontare senza timor di rappresaglie è che, da qualche parte in questa terra inesplorata, lui afferma di essercisi volontariamente fermato, in realtà non sa come fare ad uscirne, c’è anche Jaeger. Ricongiungimento imbarazzato dopo anni di silenzio. Il meteo familiare preannuncia burrasca.
Un messaggio molto moderno e il richiamo a una gloriosa tradizione narrativa
Strange World – Un Mondo Misterioso è il 61° classico Disney. Sessantunesimo. La storia del brand è anche la cronaca di numeri impressionanti sul fondo di una formula, emozione-umorismo-buoni sentimenti-avventura, che non ha mai smesso di far breccia nel cuore del pubblico e la cosa è francamente incredibile. Un secolo è un tempo molto lungo, quante generazioni può accogliere, anche con una certa comodità? Generazioni di cineasti, di spettatori, persino di critici. D’altronde generazione è una parola chiave di Strange World – Un Mondo Misterioso, un’altra è famiglia. Tre sono le generazioni pronte a sfidarsi nell’arena di questo confronto sentimental avventuroso. C’è la generazione di Jaeger, quella di Searcher e Meridian, quella di Ethan.
Ciascuna con la sua storia, le sue ferite, una certa filosofia del mondo. Il gioco del film consiste nel trovare il senso di famiglia e comunità nel compromesso. Muovendosi sul filo del rasoio, Strange World – Un Mondo Misterioso illumina la difficoltà di crescere e di sviluppare la propria identità al riparo dalle “interferenze” e dallo sguardo altrui. Searcher è parte se stesso, parte ciò che suo padre vede in lui, parte gli occhi di suo figlio. Vale anche per Jaeger e Ethan. La pace e la serenità sono possibili solo a condizione di rivedere il proprio rapporto con gli altri, di ridiscutere il senso del proprio retaggio accettando il fatto che, sì, non si sfugge mai del tutto alle aspettative.
Questa la morale familiare, cui si lega un discorso più strutturato a proposito della relazione uomo ambiente. Un afflato progressista, l’invito a cambiare postura, rivedere i propri assunti e riconoscere l’interdipendenza che lega tutto ciò che vive. Don Hall e Qui Nguyen adattano il passo della storia alle necessità dell’animazione Disney contemporanea: messaggio edificante, inclusività (con una bella sorpresa) e una concezione più matura e complessa del ruolo del villain (antagonista). Qui, come in Encanto ma in modo meno convincente, il cattivo è più difficile da rintracciare, paradossalmente perché è molto, molto più vicino.
Strange World – Un Mondo Misterioso si muove contemporaneamente avanti e indietro, chiamando in causa passato e presente e cercando il suo sentimento nel mix di suggestioni. Funziona meglio il tocco vintage, l’idea di recuperare la gloriosa tradizione narrativa del viaggio intorno all’ignoto di eredità letteraria e stampo novecentesco. Davvero si ha l’impressione che il film resusciti un certo tipo di storia che si è scelto di non raccontare per molto tempo, forse troppo, una colpevole omissione. Si avverte, palpabile, la gioia febbrile del cinema come possibilità e invenzione, l’azzardo calcolato di un mondo digitale, intessuto di meraviglia e carico in egual misura di minaccia e di promessa, che sappia ristorare il senso di sbalordimento e stupore del pubblico. Meno efficace, meno convincente, il respiro di modernità della storia. Le idee e i sentimenti del film sono condivisibili, certo, profumano di verità, sicuro, anche un po’ prevedibili.