Sulle ali delle aquile: recensione del film
La recensione di Sulle ali delle aquile, film diretto da Stephen Shin e Michael Parker, con Joseph Fiennes, Bruce Locke, Richard Sanderson
Sulle ali delle aquile (On Wings of Eagles) è un film diretto da Stephen Shin e Michael Parker, con Joseph Fiennes, Bruce Locke, Richard Sanderson, Shawn Dou, Jesse Kove, Augusta Xu-Holland, Simon Twu, Elizabeth Arends.
La storia ci porta nella vita di Eric Liddell, velocista britannico, nato in Cina da genitori missionari protestanti. Liddell nel 1924 partecipò alle Olimpiadi di Parigi, vincendo l’oro nei 400 piani. Dopo un periodo di impegno missionario, tornò in Cina dedicandosi totalmente all’insegnamento, mettendo completamente da parte la sua carriera agonistica. Nel 1934 sposò Florence Mackenzie da cui ebbe tre figlie.
Ma, nel 1937, la situazione politica cinese cominciò a deteriorarsi: i giapponesi invasero il paese e Liddell decise di mettere in salvo la sua famiglia, che rientrò in Canada senza di lui. Liddell continuò imperterrito il suo lavoro finché, insieme a tutti i cittadini stranieri, dopo la dichiarazione di guerra del Giappone agli Alleati, venne internato in un campo di prigionia.
Sulle ali delle aquile: il film che racconta gli ultimi anni di vita del corridore Eric Liddell
Sulle ali delle aquile è un film che racconta gli ultimi anni di vita del corridore Eric Liddell, un uomo coraggioso e devoto. Il film, una sorta di seguito di Momenti di gloria, dipinge la storia di un uomo scozzese che si sentiva un cittadino cinese in tutto e per tutto che, oltre ad essere stato medaglia d’oro olimpica, fu anche un grande insegnante e missionario, dedicandosi ai bambini in una Cina dilaniata dalla guerra.
Nonostante la crudeltà dei soldati giapponesi, egli continuò a insegnare e a predicare, rischiando sempre di subire l’ira giapponese, organizzando anche il contrabbando di cibo nel campo di concentramento in cui venne internato. Fu memorabile la sua decisione di non abbandonare il campo, in seguito ad un affare di scambio di prigionieri negoziato personalmente da Winston Churchill, decidendo di cedere a una donna incinta la sua libertà.
Sulle ali delle aquile racconta precisamente come si svolgono i tragici ultimi giorni di Liddell, dipingendo un’immagine cruda ed emotiva di resistenza, speranza e passione dello spirito umano. Il film mostra il dietro le quinte dello scenario geopolitico che stava dividendo Cina e Giappone e che avrebbe portato inesorabilmente alla guerra.
Sulle ali delle aquile veicola una storia cruda ed emotiva che si sofferma sul potere della fratellanza
Parallelamente alla storia, di grande impatto emotivo, ciò che non convince della narrazione è la decisione di non focalizzarsi sempre sul personaggio di Liddell: la storia, invece che fornire il ritratto di un uomo in lotta con se stesso e con la sua prigionia, amplia lo spazio di manovra introducendo una moltitudine di personaggi (fittizi) di supporto che, con i loro tratti melodrammatici, spesso finiscono per oscurare Liddell.
La sceneggiatura finisce con l’essere un’insieme di scene troncate, realizzate male e assemblate peggio, con un impatto emotivo minimo tra devastanti bombardamenti aerei e separazioni struggenti. Gli encomiabili sforzi di Joseph Fiennes nell’illustrare il mix di angoscia, dolore e generosità di Liddell si perde nel tempo assegnato allo schermo ai personaggi che lo circondano. Se il film si fosse incentrato maggiormente su Eric Liddell e meno su dettagli della storia poco ispirati e poco interessanti sarebbe sicuramente stato più efficace.
Sulle ali delle aquile veicola una storia cruda ed emotiva, che si sofferma sul potere della fratellanza e sulla determinazione dello spirito umano e che, nonostante si ispiri ad una storia vera particolarmente drammatica e complessa, risulta in ultima analisi un film assai limitato, in cui anche a Fiennes non riesce a conquistare il palcoscenico centrale e a brillare in ogni scena.