Sulle nuvole: recensione del film di Tommaso Paradiso
Un film in cui la musica regna sovrana; un'opera prima che si lascia vedere, fatta di emozioni orecchiabili e buone interpretazioni.
C’è un retrogusto di incertezza nelle prime volte: trema il cuore, non reggono le gambe, si risulta buffamente impacciati. La prima volta – che vi siete innamorati, che vi siete ubriacati, che avete baciato – avrà sempre una faccia di insoddisfazione e un’altra di meraviglia e nonostante tutto sarà perfetta. Sulle nuvole è la prima volta alla regia di Tommaso Paradiso e, in quanto tale, ha il sapore acerbo di chi muove i primi passi in un mondo che ancora non conosce bene. L’ex frontman dei Thegiornalisti affonda le sue elucubrazioni artistiche nel soffice accumulo gassoso che congiunge la natura alla fantasia, assestando note orecchiabili a personaggi di certo non totalmente originali. Il risultato, però, in fondo suona bene: è una storia d’amore e distrazione, di talento e distruzione. Una storia come tante, che potrebbe essere la sua, la nostra, potrebbe essere di ieri o di oggi.
Marco Cocci è l’alter ego (maledetto) di Tommaso Paradiso in Sulle nuvole
Tommaso Paradiso, coadiuvato alla sceneggiatura da Chiara Barzini e Luca Infascelli, fa vivere nel corpo di Marco Cocci il suo alter ego maledetto (e fortunatamente inesistente nella realtà), affidandogli la parte di Nic Vega, un ragazzo sulla quarantina che vive da solo col suo cane, appoggiandosi quasi totalmente al suo vicino di casa, senza prospettive future e senza voglia di rimettersi in sesto.
A dare una svolta alla sua vita dissoluta è la mano tesa di un vecchio amico, che gli procura un lavoro a Roma. Ma l’arrivo nella Capitale dalla piccola Cecina non è dei migliori: il temperamento di Nic lo condurrà per strada e l’unico nome che riuscirà a invocare sarà quello di Franca.
Da questo momento in poi Sulle nuvole infrange la “lineare” routine del protagonista per porlo dinnanzi al suo passato, a quella storia d’amore con Francesca (Barbara Ronchi) che, a differenza di lui, ha dato egregiamente un senso alla sua vita, realizzando il suo sogno professionale e sposando un uomo amorevole e perfetto.
Ma chi era Nic prima di essere un alcolizzato? Un cantante di successo che aveva accanto la sua musa; un artista che, accecato dalla fama, si è gettato a capofitto nella dissoluzione fino a essere quasi cancellato, a divenire un ricordo, seppellendo di colpo il suo talento. Questo talento, però, stenta ad arrivare a noi spettatori: se ne parla all’interno di quello schermo cinematografico, ma fatichiamo a intuire se sia reale o inventato, perché Nic rinnega se stesso, la sua arte. Allontana dalla sua vita quella musica che ha sempre tirato fuori il peggio di sé.
Non manca poi, nella narrazione, la scure dell’opinione pubblica, quel tragitto obbligato a cui la società costringe, virgolettato in domande come: “cosa hai fatto in tutti questi anni? Ti sei sposato? Hai fatto figli?”. E no, Nic in tutti quegli anni non ha fatto nulla di tutto questo se non imparare a cucinare. E poi si, fa anche l’orto: unica sua passione/ossessione.
Marco Cocci ricalca con parsimonia i contorni dell’artista maledetto, lasciando che la malinconia gli attraversi le rughe non ancora pronunciate del volto. Incassa e occulta tra la chioma corvina i colpi che lui stesso si infligge e l’attrazione che ancora prova per Francesca, a cui Barbara Ronchi conferisce la dura delicatezza dell’amore. È lei che brilla in questa pellicola e lo fa in punta di piedi, con lo sguardo di chi ha imparato a sognare stando con i piedi per terra. Dei personaggi di Sulle nuvole, incastrati in un macchiettismo che blocca lo slancio vitale, forse il suo è quello che riesce a svincolarsi meglio, a reagire a una sceneggiatura che spesso si arena in frasi fatte, non dando modo all’emozione di salire a galla. Quest’ultima resta dunque invischiata tra le note e la gola, sintetizzata in canzoni che fluiscono in sottofondo per poi esplodere con veemenza nella parte finale, al pari del talento riscoperto del protagonista.
Sule nuvole: un film fatto di canzoni e dominato dalla dura delicatezza di Barbara Ronchi
La colonna sonora domina la narrazione, andando ben oltre la durata della pellicola. Basti pensare che il titolo del film coincide col primo disco da solista di Tommaso Paradiso e, come è facile intuire, col brano principe del lungometraggio: un’altalena di chitarra e voce che decreterà il successo di Nic e a cui si affiancano altri brani: Mottorino e Francamente, entrambi (neanche a dirlo!) firmati dal cantautore romano. Oltre alle canzoni citate la soundtrack di Sulle nuvole vive di fischi, voci e quotidianità che sorreggono la fotografia fatta di luci e contrasti di Arnaldo Catinari.
Nel cast principale, oltre ai già citati Marco Cocci e Barbara Ronchi, va menzionato Paolo Briguglia, oltre a Sergio Romano, Fabio Morici, Bettina Giovannini e ad alcune apparizioni del settore musicali: Gianni Morandi, Fiorella Mannoia, Max Pezzali, Aiello e Franco126.
Tirando le somme, Sulle nuvole – al cinema solo il 26, 27 e 28 Aprile 2022, distribuito da Warner Bros. – è un film che si lascia vedere senza eccessive pretese. Che siate fan di Tommaso Paradiso o spettatori inclini a un certo tipo di cinema fatto di leggerezza e poesia liquida, dategli una chance!