Super vacanze di Natale: recensione
Davvero avevamo bisogno di un recap di tutti i cinepanettone usciti al cinema in questi 35 anni? Scopritelo nella nostra recensione di Super vacanze di Natale!
Il cinepanettone è in crisi, ma nonostante questo non può certo far mancare quella oramai malsana dose di trash che accompagna da decenni il Natale cinematografico italiano. Perché sono trentacinque gli anni percorsi dall’inizio del genere e che Aurelio e il figlio Luigi De Laurentiis vogliono celebrare sotto forma di Best Of, con un’operazione per nulla fresca e di cui l’originalità viene messa alquanto in discussione.
È infatti Super vacanze di Natale (qui il trailer) il regalo che, infiocchettato alla meglio, i due produttori donano al filone di appartenenza e a tutto il suo affezionato pubblico. Una carrellata di scene, momenti, gesti, frasi, tutti riuniti per mostrare di cosa è stata capace, il più delle volte indegnamente, una certa parte di industria del cinema italiano, troppo spesso nascosta dietro a un fantomatico e folcloristico costume nazionale.
Super vacanze di Natale – Il Best Of di trentacinque anni di cinepanettoni che puoi trovare anche su YouTube
Senza costruire intorno un minimo di sceneggiatura che faccia poi da collante tra le disparate clip selezionate, ma catapultandosi direttamente dentro un montaggio forsennato che prende, cuce, spezzetta e dopo incolla, si succedono le goliardie di quella tipologia di pellicola che per tempo eccessivo è stata la quotidianità della filmografia italica, un presente che lo spettatore trovava a ripetizione sotto l’albero e che di opera in opera è andato catastroficamente deteriorandosi. Perché anche questo mostra Super vacanze di Natale, pur non procedendo in linea temporale: la comprensione e le risate sincere che un certo cinema aveva saputo a ragione suscitare, cadendo poi nel più becero qualunquismo.
In una confusionaria confezione, che da una parte cerca di incastonare in capitoli ideali i temi e le consuetudini dei cinepanettoni, mentre dall’altro si perde in voli pindarici che legano tra loro istanti e sequenze senza rigor di logica, Super vacanze di Natale poco si differenzia da un qualsiasi montaggio reperibile su YouTube, che probabilmente avrebbe suscitato maggior clamore anche per ciò che concerne l’aspetto tecnico, il quale risulta – come il prodotto in toto – francamente contestabile.
Un atto critico, in quanto lavoro di scelta dopo ore e ore di visione, che si rivela però quanto mai infruttuoso, insufficiente, e non solo per il contenuto di cui siamo tutti a conoscenza e nemmeno per le volgarità gratuite, il sessismo o l’apoteosi di tette e culi che invadono lo schermo. Si rivela terribile perché vuole elevarsi a esaltazione, a educazione della storia del cinepanettone, rivelandosi invece soltanto una noiosa, inconsistente, vuota appendice. L’insulso compito di Super vacanze di Natale viene dunque a sottolineare solamente come il cinepanettone (assolvendo però ancora una volta i primi lavori di un cinema che il suo lo sapeva fare) non sia figlio, ma nemmeno nipote, o cugino, o parente della commedia all’italiana e di come non sia assolutamente degno neanche di essere a quest’ultima paragonato.
Super vacanze di Natale – Che sia il canto del cigno dei cinepanettoni?
Il film con la regia di Paolo Ruffini – e la difficoltà di prendere sul serio sia la definizione di “film” che quella di “regia” – sembra essere quasi il canto del cigno che tanto si sperava di udire. E non bastano le didascalie finali, quasi moti di strizza verso un ambiente cinematografico che non li ha mai legittimati a dovere, a far credere il contrario. Poiché non è solo la critica cosiddetta snob ad essere arrivata al limite di una guerra che evidenzia l’ignoranza intrinseca di quei film – che sa comunque mostrarsi perfettamente da sola –, ma lo è anche ormai un agonizzante pubblico che sembra essersi dissuaso dal raggiungimento del divertimento attraverso la parolaccia coatta e il peto fragoroso.
Super vacanze di Natale ne è quasi la prova tangibile: un dono per le feste che sembra più un prendere tempo per i produttori, consapevoli del cambio di rotta, necessario e liberatorio, che il cinema italiano sta, pur se a minuscoli passi, cominciando ad attraversare. Chissà se potremmo mai dire che questi cinepanettoni ce li siamo finalmente tolti dalle… (la citazione – che trovate al video sottostante – è d’obbligo!).