Suzume: recensione del film di Makoto Shinkai

Suzume, il settimo lungometraggio del maestro Makoto Shinkai è al cinema a partire da giovedì 27 aprile. Il film che i fan di Hayao Miyazaki adoreranno!

A sei anni di distanza dall’indimenticabile Your Name e a tre dal meraviglioso Weathering with you – La ragazza del tempo è finalmente giunto nelle sale cinematografiche italiane Suzume, il settimo lungometraggio del maestro Makoto Shinkai, distribuito da Sony Pictures a partire da giovedì 27 aprile.

Scordatevi la bellezza cruda e in qualche modo amara di Il giardino delle parole (2013), così come il romanticismo poetico e a suo modo dolcemente assordante di Your Name forte di tempi e ritmi drammatici davvero invidiabili, poiché Suzume risulta essere a tutti gli effetti un prodotto cinematografico estremamente differente rispetto ai lavori precedenti di Shinkai, tanto da condividere solamente la traccia del viaggio esistenziale e di formazione, percorrendo nuove vie e rischiando dunque di non trovarne affatto. O forse sì. Ecco perché.

L’influenza dello studio Ghibli su Suzume e Shinkai

Fin dai tempi di Oltre le nuvole, il luogo promessoci (2004), l’esordio al lungometraggio di Makoto Shinkai dopo una lunghissima parentesi di cortometraggi cominciata nel 1998 e conclusasi attorno al 2015 – o forse no? – si è cominciato a discutere sull’influenza inevitabile dell’estetica e della narrativa dello Studio Ghibli e più nello specifico di Hayao Miyazaki rispetto alla filmografia di Shinkai e non a torto.

Raggiungendo infatti la prima metà di Suzume si acquista immediatamente una consapevolezza pressoché totale legata proprio alle influenze dei suoi film precedenti e successivamente di quest’ultimo. I riferimenti e le strizzate d’occhio infatti non solo non si contano sulle dita di due mani, ma si rincorrono incessantemente per tutta la durata del film (Il gatto con gli occhi spalancati; Il verme gigante; la trasformazione di Sōta) e la sensazione è quella di osservare un lunghissimo omaggio appassionato – forse anche ingenuamente – di uno studente di cinema – o allievo – nei confronti del proprio insegnante, senza riuscire tuttavia ad appassionarsi all’opera in sé.

Suzume no tojimari di Makoto Shinkai uscita Italia

Laddove certamente i fan dello Studio Ghibli e di Hayao Miyazaki impazziranno di gioia, sarà lo spettatore meno avvezzo e conoscitore soltanto parziale di questi modelli cinematografici a godere del film senza tuttavia trarne profondo godimento. Ecco dunque il primo e francamente evidentissimo problema di Suzume, ossia il suo voler essere eternamente debitore di un cinema ormai conosciutissimo e amatissimo, senza compiere alcun passo aggiuntivo, se non tornando ai luoghi e agli elementi che sono propri di alcuni lavori di Shinkai, escludendo novità e preferendole tradizionalismo.

I cambiamenti del tempo o… cosa resta del Giappone

Per i fan, così come per i conoscitori pressoché generalisti della filmografia di Shinkai conoscendone lo stampo realista, seppur direttamente fantasy e molto spesso forte di un gusto vivissimo per l’assurdo e il paradosso non risulta complesso ritrovare all’interno di Suzume un sottilissimo fil rouge capace di collegare tra loro i film di Shinkai non tanto rispetto ad accadimenti e protagonisti, piuttosto di luogo e ancor più specificatamente del modo in cui quel luogo o quei luoghi sono cambiati nel corso del tempo.

Se Weathering with You mostrava un mondo colpito dal cambiamento climatico, Suzume racconta invece un Giappone dilaniato ma sopravvissuto ad un violentissimo terremoto e poi tsunami peraltro realmente accaduto a Tōhoku nel 2011. Una vera e propria catastrofe dalle numerosissime vittime che Shinkai pone come traccia di fondo del suo Suzume modellandolo secondo i dettami del fantasy, a tal punto da renderlo nemesi degli eroi di turno, a partire dalla diciassettenne Suzume, fino a Sota Munakata e al gatto Daijin.

Non vi sono creature mostruose o elementi sovrannaturali degni di nota in Suzume, poiché la sua ricerca di racconto e cinema fantasy risulta essere molto più focalizzata sul rapporto che intercorre tra i protagonisti e gli animali, così come tra i protagonisti e i luoghi in cui si muovono, producendo un dialogo fuori dalla realtà del tempo e dal quotidiano, fino a raggiungere l’emotività più trionfante, dolce e malinconica che conferma ancora le doti da narratore di Makoto Shinkai, da sempre attento – quasi maniacalmente – al fattore emotivo dei suoi lavori, tanto da preferirlo alla semplice spettacolarità che comunque appartiene – forse anche sorprendentemente – a Suzume, più che ad altri titoli precedenti dell’autore giapponese.

Stranger Things

Tra infanzie turbate e crescite altrettanto misteriose, oscure e travagliate, Suzume dimostra con grande sapienza di acquisire persino elementi da un prodotto di massa statunitense come Stranger Things riuscendo a farli propri, veicolandoli cioè secondo una propria e personalissima idea di cinema, tra portali verso dimensioni alternative, tumulti interiori, mondi al collasso ed eroine capaci di calarsi in realtà al collasso, oscure e inquietanti all’interno delle quali vi si muovono nell’ombra e nel caos mostri in agguato, anche se mai mostrati realmente.

stranger things tokyo anime - cinematographe.it

L’estetica di Shinkai e dunque di Suzume è ancora una volta inebriante, magnifica e colma di quella bellezza malinconica che soltanto un autore letterario come Murakami ha saputo in qualche comunicarci fino in fondo permettendoci di viverla tra le righe e le parole e che maestri del cinema come Miyazaki e Shinkai hanno saputo mutare in immagini per il cinema assolutamente indimenticabili tra luce solare, nuvole, gocce di pioggia, regno animale e ombre.

Suzume: conclusione e valutazione

Se i toni e i ritmi del dramma qui non confermano la maestria in scrittura e la maturità delle precedenti opere di Makoto Shinkai è l’umorismo a conquistare lo spettatore, prendendolo per mano e conducendolo ancora una volta attraverso mondi ed esperienze dal ricordo magnifico, anche se probabilmente dimenticabili e passeggere considerato il confronto con opere precedenti come Il giardino delle parole, Your Name e Weathering with You, di ben altro spessore e dalla profondità emotiva e tematica in qualche modo irraggiungibile.

Suzume è al cinema a partire da giovedì 27 aprile 2023, distribuzione a cura di Sony Pictures.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 4
Recitazione - 3
Sonoro - 4
Emozione - 4

3.5