Svaniti nella notte: recensione del thriller Netflix

La recensione del remake che Renato De Maria, con Riccardo Scamarcio nei panni del protagonista, ha realizzato del thriller argentino Séptimo di Patxi Amezcua. Dall’11 luglio 2024 su Netflix.

L’11 luglio 2024, un po’ in sordina e senza quel battage pubblicitario che normalmente accompagna i grandi titoli targati Netflix, è stato rilasciato dal broadcaster a stelle e strisce un nuovo film che riunisce la coppia Renato De MariaRiccardo Scamarcio, la terza per la precisione dopo La prima linea e Lo spietato. Si tratta di Svaniti nella notte, un film che racconta la storia di una coppia che, dopo il misterioso rapimento dei figli nel cuore della notte inizia una disperata ricerca per rintracciarli, adottando misure drastiche per salvarli.

Il remake di Renato De Maria di Séptimo eredita pregi e difetti dell’originale

Svaniti nella notte cinematographe.it

Agli spettatori più attenti queste poche righe di sinossi potrebbero ricordare qualcosa e infatti l’ultima fatica dietro la macchina da presa del regista di Varese altro non è che il remake di Séptimo di Patxi Amezcua, un thriller del 2013 che a suo tempo non aveva particolarmente entusiasmato il pubblico dell’epoca, noi compresi, se non per la notevolissima performance di un Ricardo Darin in stato di grazia nei panni del protagonista. La pellicola argentina infatti presentava delle problematiche da un punto di vista narrativo per quanto riguarda la fragilità di certi ingranaggi e snodi del meccanismo mistery, al contrario di una buona costruzione e gestione della tensione derivanti da un discreto lavoro in fase di scrittura prima e di messa in quadro poi. Stessi pregi e difetti che l’abbonato alla piattaforma statunitense potrà riscontrare durante la visione di Svaniti nella notte. Il ché probabilmente avrà abbassato l’hype e il livello di attesa nei confronti di questo rifacimento. Del resto la situazione di partenza è analoga, salvo una serie di cambiamenti fisiologici di natura topografica, geografica e drammaturgica che gli sceneggiatori Francesca Marciano e Luca Infascelli hanno apportando, spostando l’azione dall’Argentina alla Puglia, tra Bari e Otranto.

In Svaniti nella notte l’azione si sposta dall’Argentina alla Puglia, ma la sostanza non cambia

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La sparizione dei bambini, il cui destino lo lasciamo ovviamente alla visione (anche se chi ha memoria dell’originale già ne è a conoscenza), non avviene tra i pianerottoli di un palazzo di giorno, bensì in una cameretta all’interno di una masseria. A cambiare sono anche i profili dei personaggi principali, a cominciare da quello interpretato dall’attore tranese che sveste gli abiti dell’avvocato del predecessore per indossare quelli di uomo che si sta reinventando albergatore dopo un passato da giocatore d’azzardo che ha portato lui e la moglie al divorzio. Ed è nel bel mezzo del processo che il protagonista parte per una missione pericolosa col suo gommone per prendere un carico di droga e portarlo a Bari dalla Grecia in cambio dei soldi per pagare il riscatto.

Il ritmo e la tensione che Renato De Maria riesce a mantenere alti per l’intera durata tengono il film a galla

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È questo l’innesco che darà il via a una corsa contro il tempo, che per certi versi ricorda quella che muove vorticosamente le lancette in film come Minuti contati o il primo capitolo di Taken, laddove un padre  farà di tutto per riportare i propri pargoli sani e salvi a casa. La sostanza dunque non cambia e di conseguenza il meccanismo a orologeria che scandisce la timeline e i suoi sviluppi. Motivo per cui in Séptimo e Svaniti nella notte si assiste a un countdown che porta in entrambi i casi a ricorrere a dinamiche narrative, a intrecci e a regole d’ingaggio che hanno il retrogusto del già visto, con quel pizzico di prevedibilità che porta il palato dell’abituale frequentatore del giallo a leggere in anticipo le future mosse. Renato De Maria si trova quindi a maneggiare una pistola che ha già sparato tutti i colpi a disposizione, portando sullo schermo un thriller che perde di credibilità con lo scorrere dei minuti, ma che si tiene a galla grazie al ritmo e alla tensione che il regista riesce comunque a mantenere alti per l’intera durata. Decisamente sottotono e solo di rado lucide le prove attoriali di Scamarcio e della collega di set Annabelle Wallis, qui nel ruolo della moglie, con il primo decisamente più convincente nei personaggi che il regista gli aveva affidato nei due gangster movie da lui diretti, mentre la seconda è lontana anni luce da quella ammirata in Peaky Blinders o W.E. – Edward e Wallis. Nel suo caso il pessimo doppiaggio peggiora ulteriormente la situazione.         

Svaniti nella notte: valutazione e conclusione

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La coppia formata da Renato De Maria e Riccardo Scamarcio si ricompone per la terza volta, ma non lascia il segno come in precedenza. Stavolta mettono da parte il gangster-movie per affrontare il thriller, ma la scelta di riportare sullo schermo Séptimo di Patxi Amezcua non sortisce gli esiti sperati. Il remake della pellicola argentina, nonostante i cambiamenti narrativi e logistici apportati in fase di riscrittura, presenta le medesime problematiche dell’originale, arrivando persino ad accentuarle nel caso del meccanismo mistery che perde via via di credibilità. Svaniti nella notte si mantiene a galla solo grazie al ritmo e alla gestione della tensione che il cineasta di Varese riesce a imprimere al racconto. Confezione tecnica nella norma, ma consigliamo caldamente di non fruire il contenuto nella sua versione doppiata, perché guasterebbe ulteriormente la visione.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 2.5

3

Tags: Netflix