Taboo: recensione del pilot della serie con Tom Hardy prodotta da Ridley Scott
L’Inghilterra di inizio Ottocento fa da sfondo ad intrecci economici, vendicativi ed oscuri. Taboo è una serie ideata da Tom Hardy – che interpreta anche il protagonista James Keziah Delaney – insieme al padre, Edward “Chips” Hardy. La miniserie a 8 puntate è stata poi sviluppata e scritta da Steven Knight, che si era occupato della sceneggiatura e della regia del film Locke e vede tra i suoi produttori anche il filmmaker Ridley Scott.
Ci troviamo nel 1814 e l’avventuriero James Keziah Delaney riappare in una Londra piovosa e impegnata, come il resto dell’Inghilterra, in una faticosa guerra contro Francia e Stati Uniti. È un uomo cambiato, tormentato dai fantasmi di una passato che, per ora, non ci è concesso conoscere a fondo. Ha trascorso molti anni in Africa e, in madrepatria lo credevano ormai morto. Il suo ritorno è legato alla morte del padre, Horace Delaney: è lì per riscuoterne l’eredità. Il suo arrivo, però, minaccia molti interessi tra cui i piani della sua sorellastra Zilpha e del marito Thorne, ma anche le ambizioni economiche della Compagnia delle Indie Orientali, capeggiata da Sir Stuart Strange.
Nel cast di Taboo, insieme a Tom Hardy, troviamo anche Oona Chaplin, David Hayman, Michael Kelly e Jonathan Pryce.
I presupposti di Taboo sono buonissimi. È una serie storica – e ormai lo sappiamo che le serialità ambientate in epoche più o meno remote hanno, oltre che un certo seguito, anche un fascino spesso irresistibile -, con un cast di tutto rispetto, circondato da filmmakers e figure interne al mondo dello spettacolo il cui nome è senza dubbio sinonimo di garanzia. Pensiamo a Tom Hardy, uno degli attori più apprezzati degli ultimi anni; pensiamo a Ridley Scott, che non avrebbe bisogno di particolari introduzioni; e pensiamo a Stephen Knight, il cui Locke è stata una delle pellicole d’autore più apprezzate del 2013.
Anche la trama, per quanto sia volutamente poco dettagliata per lasciare spazio a necessari colpi di scena e rivelazioni che, probabilmente, tenteranno di lasciarci a bocca aperta, ci spinge a dargli una chance.
La mera visione del primo episodio, però, lascia sulle labbra una certa insoddisfazione. È un bene? Con molta probabilità, sì. Il pilot della serie è affascinante al punto giusto, convincente quanto basta per proseguire la visione e scoprire quali misteri si nascondono nei meandri più bui della famiglia Delaney. Lo spettatore non può fare a meno di chiedersi cosa sia successo al protagonista, così come non può fare a meno di porsi le domande più disparate sul suo passato e, perché no, sul suo futuro.
Tom Hardy, in Taboo, è un protagonista animalesco, pronto ad attaccare il nemico, circospetto e violento.
Il cast, incredibilmente british, per ora sembra svolgere il proprio compito in modo egregio. Jonathan Pryce – il cui ultimo ruolo importante è quello dell’Alto Passero nella serie Il Trono di Spade – riesce ad essere minaccioso e potente con quella solita tranquillità inquietante che ormai lo contraddistingue.
Taboo sembra essere caratterizzata dalla giusta dose di mistero e inquietudine. Il grande rischio potrebbe essere quello di mettere troppa carne al fuoco (tra rapporti padre-figlio, famiglie allargate e strane relazioni fraterne, interessi economici violenti, guerre, schiavitù e riti vudù) senza riuscire a svolgere tutto nel modo giusto, ma mettere le mani avanti è inutile. Basandosi sui primi 60 minuti di visione coinvolgente si può dire che Taboo è un prodotto interessante e originale, con gli elementi giusti al posto giusto e con tutte le carte in regola per essere una delle serie caratterizzanti del 2017. Staremo a vedere.