Tartarughe Ninja Fuori dall’Ombra: recensione
Sono ritornate più forti di prima, sono sempre loro, Le Tartarughe Ninja in Tartarughe Ninja Fuori dall’ombra, film diretto da Dave Green. Con un look simile a quello a cui siamo stati abituati fin dagli anni Ottanta, i quattro eroi sono chiamati a salvare il mondo ancora una volta. Muovendosi dietro le quinte, presentano tutti i loro tratti caratteristici, con qualche aspetto di umanizzazione in più. Infatti i quattro eroi sono nella fase adolescenziale della loro vita, e come tutti i giovani, vivono in modo burrascoso e profondo il proprio senso di appartenenza. Perché non possono entrare in contatto con la comunità di umani? Perché le persone non sono ancora in grado di percepirle non come dei mostri e come un pericolo ma come gli eroi che in realtà sono? Questo è uno dei temi più importanti di tutto il film, in cui la tentazione di ingerire una pozione che li trasformi in esseri umani è più forte che mai. Proprio per questo motivo Donatello cerca di mantenere il segreto, creando malcontenti e piccole fratture nel gruppo. Ma l’unione fa la forza e questo lo sanno bene anche le Tartarughe Ninja, che tra un battibecco e una pizza, sono sempre pronti a lavorare di squadra e raggiungere il loro obiettivo: salvare il mondo dai Cattivi.
Tartarughe Ninja Fuori dall’ombra e il grande valore del lavoro di squadra
Ma chi sono i cattivi in Tartarughe Ninja Fuori dall’ombra? Dopo essere scappato dal carcere, Shredder (Brian Tee) si unisce allo scienziato pazzo Baxter Stockman (Tyler Perry) e a due tirapiedi scemi, Bebop (Gary Anthony Williams) e Rocksteady (la superstar di WWE Stephen “Sheamus” Farrelly), per scatenare un piano diabolico e conquistare il mondo. Mentre si preparano a combattere Shredder e la sua nuova banda, le Tartarughe si trovano ad affrontare il notorio Krang. Ma quest’ultimo non ha fatto i conti con l’astuzia e l’abilità di Michelangelo, Donatello, Leonardo e Raffaello, che anche questa volta si avvalgono dell’aiuto di April O’Neil (Megan Fox), Vern Fenwick (Will Arnett), e a una new entry: il vigilante travestito da giocatore di hockey Casey Jones (Stephen Amell).
Tartarughe Ninja Fuori dall’ombra si avvale soprattutto di personaggi conosciuti, fornendo un legame di continuità con le storie che abbiamo amato nel corso degli anni. “La nostra storia comincia dove finisce il primo film, sia nella vita vera che nel film” dice il produttore Andrew Form. “Quando si prende un franchise con una storia così lunga e importante, c’è molto da cui attingere” continua Form. “Nello stesso tempo, però, non si vuole neanche raccontare le stesse storie già raccontate prima. Volevamo mantenere questo franchise fresco”.
È una storia poco originale quella delle Tartarughe Ninja Fuori dall’ombra, ma è in grado di intrattenere i più piccoli e trasmettere i valori del lavoro di squadra e della famiglia. La colonna sonora dona un coinvolgimento emotivo anche nei momenti in cui la sceneggiatura è confusa, non del tutto lineare. Nonostante questi errori, sembra che il film si possa salvare: non rappresenta di certo un capolavoro cinematografico ma trasmette valori attraverso i quattro eroi e risulta piacevole per gli spettatori più piccoli e in fase adolescenziale, proprio come i protagonisti. Michelangelo, Donatello, Leonardo e Raffaello vi aspettano al cinema da giovedì 7 luglio distribuito da Universal Pictures.